venerdì 14 settembre 2012

Si aggrava la posizione del catechista accusato di abusi su un 13enne

Lo scorso 23 aprile è stato arrestato per aver tentato di adescare due suoi allievi di 10 e 13 anni durante una gita. Ora si aggrava la posizione di Stefano Putzulu, 31enne del Cagliaritano, insegnante di musica e catechista dei Salesiani di Selargius. Dalle indagini emerge un episodio di abusi nei confronti di un 13enne, verificatosi due anni fa.

LA VIOLENZA IN ORATORIO – Decisivo il racconto dell’ex fidanzata dell’accusato. Ne parla Massimo Ledda su L’Unione Sarda:
Le indagini coordinate dal pm Rita Cariello e condotte nel massimo riserbo dagli uomini della Squadra Mobile di Cagliari insieme ai colleghi del commissariato di Quartu, hanno consentito di scoprire un nuovo episodio di violenza, stavolta purtroppo consumata e non solo tentata. Vittima un ragazzino di tredici anni che per mesi – dal novembre del 2010 al maggio 2011 – avrebbe subito terribili abusi sessuali da parte di Putzulu sia all’interno dell’oratorio di Selargius che durante un ritiro spirituale in un albergo di Solanas. Per adescare la “preda” l’insospettabile catechista dalla doppia vita avrebbe usato sempre la stessa tecnica: il tredicenne sarebbe stato prima convinto con sms sempre più espliciti e poi “ricompensato” ogni volta con piccoli regalini, soprattutto ricariche telefoniche per il cellullare, banconote da cinque o dieci euro e pacchetti di sigarette. Ad aiutare gli inquirenti a svelare il nuovo sconcertante episodio è stata l’ex fidanzata del catechista. Dopo essersi ripresa dalla scoperta-choc di aver flirtato a lungo con un pedofilo senza mai sospettare nulla, si è ricordata del particolare rapporto che Putzulu aveva instaurato con quel tredicenne timido e introverso. Un’amicizia fatta di continui scambi di messaggini e di una confidenza a quel punto diventata molto sospetta. Così ne ha parlato agli investigatori della Mobile guidati dal dirigente Leo Testa che si sono messi subito al lavoro.
GLI SMS INEQUIVOCABILI – Quando è stato arrestato per i tentati atti sessuali su minori il catechista era stato incastrato da sms inequivocavili. Nel caso ultimo dell’ultima accusa formulata, violenza sessuale, gli inquirenti, invece, si sono basati sulla testimonianza della vittima. Continua Ledda su L’Unione Sarda:
Nella massima discrezione i poliziotti hanno contattato i genitori del ragazzino e successivamente, usando mille cautele, sono riusciti a farsi raccontare da lui quanto accaduto. Confidenze terribili e dettagliatissime che hanno convinto il pm Cariello ha contestare a Putzulu la pesantissima accusa di violenza sessuale su minore, che si va ad aggiungere a quella di tentati atti sessuali relativa alle avances fatte durante la gita a Villanovaforru. In quel caso gli inquirenti, messi sull’avviso dalla denuncia di uno dei genitori degli allievi, erano riusciti a intervenire in tempo, prima che il catechista portasse a termine il suo sordido piano. Lui aveva gettato da tempo la rete, inviando sms dal tenore inequivocabile ai due bambini. «Finalmente staremo insieme durante la gita di Villanovaforru», aveva scritto da ultimo. Una situazione che aveva obbligato gli agenti della Mobile e del Commissariato a intervenire in fretta: il catechista era stato ammanettato all’arrivo nell’albergo dell’autobus dei bambini. La gita era stata annullata e tutti i ragazzini erano stati rimandati a casa, mentre Putzulu era finito in carcere a Buoncammino. Dopo il fermo era subito emerso il sospetto che il catechista ci avesse già provato in passato, sospetto confermato dalla scoperta delle violenze subite per sei mesi dal tredicenne.

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