venerdì 21 settembre 2012

arrestato allenatore di basket a Roma Est: chat hard su Facebook

Avrebbe abusato di alcuni ragazzini che allenava: per questo un allenatore di basket della capitale è stato arrestato stamani dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma. L'uomo, A. D., romano, 46 anni, deve rispondere di violenza sessuale su minori, atti sessuali con minorenni e induzione alla prostituzione minorile, tutti reati commessi tra il 2007 ed il 2012.

Di professione assicuratore, l'uomo svolgeva anche l'attività di allenatore di una squadra maschile di basket presso un circolo sportivo in un quartiere periferico nella zona Est di Roma: le vittime sono tutti ragazzini tra i 12 e i 15 anni. Le indagini sono state avviate grazie alla denuncia di alcuni genitori delle vittime i quali, insospettiti dagli atteggiamenti troppo confidenziali dell'allenatore verso i loro figli, avevano controllato i computer di casa, trovando delle conversazioni di Facebook particolarmente spinte tra i minori e l'indagato.

L'allenatore usava infatti Facebook per instaurare un rapporto più confidenziale con i ragazzini e circuirli coinvolgendoli progressivamente in discussioni a sfondo sessuale sempre più spinti.

Gli accertamenti dei carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno consentito di far luce anche su altri abusi che riguarderebbero alcuni ragazzini in un campeggio a Bracciano dove l'uomo trascorreva le vacanze estive. Dalle indagini sino ad ora sarebbero stati accertati abusi su sei ragazzini. Ma le verifiche proseguono anche perché l'uomo, grazie anche alla sua attività di allenatore, aveva contatti con tantissimi ragazzini soprattutto attraverso la rete dei social network. Ora si trova nel carcere di Regina Coeli a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

La tecnica di approccio utilizzata dall'arrestato era quella tipica del c.d. «abusante preferenziale-seduttivo», un soggetto, in genere ben integrato nel contesto sociale, capace di sedurre la vittima designata instaurando un rapporto basato su attenzioni e affetto, finalizzato ad abbassare progressivamente le difese del minore, fino a coinvolgerlo in attività sessuali senza costrizione fisica. Di norma, la vittima di tale approccio tende a non denunciare l'abuso, sia per il particolare rapporto instaurato con l'abusante che per vergogna o paura di non essere creduti (trattandosi di abusi non violenti).
 

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