sabato 17 settembre 2011

FOTO DI BAMBINI TORTURATI: PERQUISIZIONI E ARRESTI ANCHE IN VENETO

Tre arresti, numerose perquisizioni e sequestri in diverse regioni: è il bilancio di un’operazione della Polizia postale e delle Comunicazioni di Reggio Calabria per contrastare la pedofilia su Internet. Gli arresti sono stati compiuti in flagranza di reato a seguito di 18 perquisizioni domiciliari eseguite in Calabria, Campania, Trentino, Abruzzo, Veneto, Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia. Sequestrati computer, hard disk esterni, pen-drive e centinaia di supporti ottici sui quali sono in corso accertamenti.
Due arresti sono stati eseguiti nel Lazio e uno in Veneto. Le perquisizioni, che sono state disposte dal sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Franco Mollace, e dal sostituto procuratore di Cosenza, Claudio Curreli, hanno riguardato nove regioni italiane. Gli arresti sono stati eseguiti in flagranza di reato perché, durante le perquisizioni, le tre persone sono state trovate in possesso di migliaia di file di natura pedo-pornografica. L’attività investigativa, diretta dal dirigente del settore operativo della Polizia Postale di Reggio Calabria, Gaetano Di Mauro, è nata dalla collaborazione internazionale tra le forze di polizia in tema di pedofilia on line. In Lombardia è stata perquisita l’abitazione di un incensurato di 40 anni, sposato con figli minori, il quale è accusato del reato più grave, quello di induzione alla prostituzione di minori. L’uomo avrebbe anche inserito on line messaggi rivolti a minori al fine di organizzare incontri di natura sessuale in cambio di denaro.
IN CASA INDAGATI FOTO CON BIMBI TORTURATI - Foto di bambini torturati e violentati sono state trovate ad alcuni degli indagati nell’operazione della polizia postale di Reggio Calabria. Nel corso delle perquisizioni gli agenti della polizia di Stato hanno trovato numeroso materiale pedo-pornografico. Tra gli indagati la persona che aveva la quantità maggiore di materiale pedo-pornografico è un uomo di Reggio Calabria al quale sono stati sequestrati oltre 62 mila file e 153 filmati. Durante le indagini gli agenti della polizia postale di Reggio Calabria fingendosi utenti di alcune chat per pedofili hanno individuato le modalità con le quali avveniva lo scambio di materiale. In particolare gli investigatori hanno monitorato costantemente alcuni programmi per lo scambio di file e delle apposite chat. In alcuni casi è emerso che gli indagati utilizzavano chat straniere per scambiarsi il materiale pedo-pornografico.
Durante le perquisizioni compiute nell’operazione i poliziotti, attraverso sofisticati programmi, hanno analizzato i computer degli indagati e hanno individuato i percorsi fatti per lo scambio dei file.

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