lunedì 18 luglio 2011

Bimbi maltrattati: la scuola diventa un reality dell'orrore


La scuola rappresenta da sempre un giardino felice in cui i bambini giocano, ridono e apprendono cose nuove, quasi fosse un luogo idilliaco lontano dalla cruda realtà della nostra epoca. Col tempo, però, alcune strutture scolastiche stanno svelando altri aspetti che ne lasciano intravedere un profilo turpe, allontanandole dai loro doveri educativi. “Le scuole degli orrori”: così sono state definite, perché dietro a una facciata di infantile spensieratezza celano obbrobri indicibili, casi di maltrattamenti e vessazioni di ogni sorta perpetrati su bambini innocenti, spesso molto piccoli.
È  notizia di pochi giorni fa l’arresto di quattro insegnanti di Mileto (Vibo Valentia)accusate di maltrattamenti su un bambino disabile di cinque anni, affetto da problematiche psico-patologiche. Veniva quotidianamente picchiato anche più volte, a causa del suo comportamento considerato irrequieto. Anche questa volta ad incastrare le maestre sono state delle videoriprese, fatte recapitare ai carabinieri in forma anonima. Il dvd contiene immagini dure che ritraggono le donne intente a rimproverare un bambino che piange ininterrottamente. Solo in seguito i carabinieri hanno capito che si trattava di un asilo, e hanno provveduto a loro volta a far installare delle telecamere: attualmente le maestre sono agli arresti domiciliati. Ce n’è anche una quinta, nei confronti della quale è stato emesso un provvedimento di divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dal bambino; le imputate per maltrattamenti aggravati sono invece Adriana Mangone (50 anni), Elena Magliaro (38 anni), Maria Teresa Spina (57 anni) di Mileto, Francesca Cimino De Liguori ( 46 anni) e Rosa Maria Riso (37 anni) di Vibo Valentia.
Il bambino è stato sentito dagli inquirenti. Quando gli è stato chiesto chi gli avesse fatto del male, ha risposto: “La maestra Adriana, ma anche tutte le altre”. Quando il consulente tecnico nominato dalla procura ha chiesto poi “quante botte ti danno?”, il bimbo ha risposto: “Tante”, indicando il volto come la parte del corpo principalmente colpita. Gli schiaffi dati al bambino erano anche quattro o cinque consecutivi, e per trovare sollievo Domenico poggiava il volto sul banco o sul pavimento. Per intimorire il bambino le maestre lo conducevano in una stanza buia, dove gli davano a credere che ci fosse “uno con la maschera tutto brutto e tutto nero, che chiamavano Don Rodrigo”. Caso strano, i maltrattamenti sono cessati proprio quando sono iniziate le indagini a carico delle maestre. Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip si legge: “Il bambino, fino a quel momento vessato ogni giorno dalle maestre, viene fatto oggetto di particolari premure e accortezze”.
Il caso più eclatante di presunti maltrattamenti e abusi a sfondo sessuale, che hanno interessato bambini di quattro e cinque anni, è quello della scuola maternaOlga Rovere di Rignano Flaminio, in provincia di Roma. Indagati sono la bidella dell’istituto Cristina Lunerti, le insegnanti Silvana Magalotti e Marisa Pucci, e ancora la maestra Patrizia Del Meglio, insieme al marito e autore televisivo Gianfranco Scancarello, per i quali è stato chiesto in seguito il rinvio a giudizio. L’inchiesta, volta a fare chiarezza sulle dinamiche dei presunti maltrattamenti, è partita nel 2006 a seguito delle denunce sporte da tre coppie di genitori, che lamentavano presunti abusi sui loro figli. Nei mesi a seguire le denunce sono aumentate, fino ad arrivare a venti.
Il 24 aprile del 2007 la Procura di Tivoli ha disposto l’arresto per gli indagati e per un benzinaio cingalese, accusato di aver partecipato agli incontri con i bambini e poi scagionato dalla testimonianza del proprietario della pompa di benzina. Il 10 maggio dello stesso anno sono stati tutti rilasciati, su disposizione del tribunale del riesame. A quel punto la procura ha fatto ricorso in Cassazione, ma anche lì si è deciso per la scarcerazione degli imputati dato che l’impianto accusatorio era colmo di incongruenze e si pensava che i bambini fossero stati in qualche modo influenzati dai genitori. Il 28 luglio del 2009 è stato chiesto il rinvio a giudizio per cinque degli indagati, accusati di atti osceni, sottrazione di persona incapace, sequestro di persona, violenza sessuale, corruzione di minori, atti contrari alla pubblica decenza e turpiloquio.
Tutti ricorderanno poi quanto accaduto a Pistoia nel 2009 nell’asilo nido privato Cip e Ciop, di proprietà della società Il giardino dell’infanzia. I bambini venivano malmenati, lasciati da soli nel bagno al buio o fuori dalle aule. Venivano costretti a tacere e stare fermi, e perfino a mangiare il cibo vomitato. La titolare dell’asilo, Anna Laura Scuderi, e la maestra Elena Pesce sono state arrestate con l’accusa di maltrattamenti su minori. Tra gli indagati – in quanto rappresentante del Comune – compariva anche il sindaco di Pistoia Renzo Berti, poi scagionato.
Le sevizie sopportate dai bambini hanno raggiunto i massimi livelli di crudeltà e sono andate oltre ogni forma di immaginazione. Le indagini erano già state avviate sulla base di una manifesta preoccupazione di alcuni genitori: una madre, ad esempio, ha raccontato di aver visto la figlia chiudere la sua bambola a chiave nell’armadio. Quando la madre le ha chiesto perché si stesse comportando in quel modo, la bimba ha risposto che anche la maestra lo faceva con lei. La bambina mostrava inoltre repulsione per il cibo, piangeva alla sola vista di un piatto e all’improvviso si copriva come volesse difendersi da eventuali colpi.
A far scattare l’arresto per la titolare della struttura e per l’educatrice è stato però un episodio ripreso dalle telecamere, installate all’interno dell’asilo. Dalle riprese si è visto che un bimbo di soli otto mesi, dopo aver vomitato, è stato colpito alla nuca dalla titolare ed è caduto nel vomito, per poi essere risollevato malamente. Immediato il blitz delle forze dell’ordine, che hanno arrestato la Scuderi in flagranza di reato. L’asilo è rimasto nelle mani della Pesce, fino a quando anche lei non ha picchiato dei bambini per essere a sua volta arrestata. L’accusa rivolta alle due donne è  di maltrattamenti in concorso e continuati su minori tra i 3 e i 5 anni. La squadra mobile ha affermato: “Costringevano i bambini a mangiare stringendo loro la mandibola per fargli aprire la bocca e a volte, quando avevano fretta, porgevano loro la minestra ancora calda. In un’occasione avevano preteso che un bambino rimangiasse quello che aveva vomitato. Lasciavano i piccoli soli nella stanza dove dormivano, senza vigilanza, e per non sentire il loro pianto alzavano il volume della radio o punivano i bambini chiudendoli nel bagno da soli e lasciandoli al buio per lungo tempo”.
“Le due operatrici di abitudine strattonavano violentemente i piccoli – raccontano ancora gli uomini della mobile – tirandoli per un braccio, per farsi ubbidire, tanto che in un caso hanno provocato la lussatura alla spalla di un bambino. Li picchiavano in modo violento, quasi sempre in faccia o in testa, e quando li spostavano li tiravano per un braccio e in alcuni casi li alzavano, per poi sbatterli a sedere a terra. E ancora costringevano i bambini a stare fermi e in silenzio per lungo tempo, non prevedendo per loro nessun tipo di gioco”. L’aggressività delle maestre, sottolineano gli investigatori, “ha provocato nei bambini rifiuto per il cibo, regressione nella parola, atteggiamenti aggressivi ed insonnia”.
Il padre di una delle vittime ha affermato che suo figlio rischiava la vita ogni giorno in quell’asilo, perché era diabetico e l’insulina gli veniva somministrata in orari diversi da quelli stabiliti. È stata effettuata una perizia su diciotto bambini dell’asilo, e ne è risultato che le vessazioni hanno provocato traumi psichici gravi su quindici di loro: gli altri tre presentano sintomi post-traumatici da stress. La perizia psichiatrica è stata eseguita dal professor Paolo Cornaglia Ferraris e dalla dottoressa Susanna Mazzucchelli, ed è stata posta sotto esame lo scorso 6 giugno durante il processo, svolto a Genova con rito abbreviato al cospetto del gup Roberto Fucigna.
L’anno scorso diciannove filmati hanno incastrato tre maestre della scuola materna statale di via De Vincenzi a San Gottardo, in provincia di Genova. Le riprese hanno evidenziato comportamenti anomali: le maestre infatti sgridavano e picchiavano con forza bambini tra i 3 e i 5 anni. Le spinte e gli schiaffi sono stati considerati dalla difesa “necessari ai fini dell’educazione”: fa specie scoprire che due delle maestre indagate hanno alle spalle ben trentanove anni di servizio. A entrambe sono attribuibili otto episodi di maltrattamenti ciascuna, mentre tre sono riconducibili all’altra maestra. L’accusa è di maltrattamenti, per aver fatto ricorso a metodi educativi troppo violenti. Il gip Silvia Carpanini ha rigettato la richiesta di sospensione delle maestre presentata dal pm Stefano Puppo, a favore delle richieste degli avvocati Maurizio Mascia e Andrea Vernazza.
Ma più si va avanti e più aumenta il numero dei minorenni maltrattati: sulle orme dei casi precedenti pare si siano mosse anche le maestre di Pinerolo, in provincia di Torino. Il luogo scelto per le sevizie è ancora una volta un asilo nido, posto sotto sequestro in seguito all’intervento delle forze dell’ordine mentre le maestre si sono guadagnate una denuncia per maltrattamenti su minori. Le indagate sono Francesca Panfili, Elisa Griotti e Stefania Di Maria; le indagini, condotte dai carabinieri e dal sostituto procuratore Ciro Santoriello, hanno portato alla luce torture fisiche e psichiche. I bambini, da otto mesi a tre anni, sarebbero stati obbligati a mangiare il cibo vomitato, a dormire al buio e sarebbero stati picchiati sulla nuca. Oppure venivano lasciati da soli a piangere, rischiando il soffocamento, o messi dietro alle grate di un camino al buio.
La denuncia è scattata quando una madre ha avuto sentore di un malessere della figlia, manifestato con atteggiamenti violenti contro le bambole. Quando la madre le ha chiesto che cosa stesse facendo, la bimba ha risposto con il nome della maestra. A seguire si è aggiunta anche la denuncia di quattro inservienti che lavoravano nell’asilo. A far insorgere il sospetto che qualcosa non andasse è stato il ritiro dalla scuola di dodici bambini, seguito dalla pubblicazione su un giornale locale di qualche riserva circa l’asilo Il paese delle meraviglie. Quando la notizia dei presunti  maltrattamenti è divenuta di dominio pubblico, le maestre sono state minacciate di morte tramite messaggi di posta elettronica.
Si ricordi poi il caso dell’asilo Primi passi di Casarile, al confine tra Milano e Pavia. Nel 2011 sono state arrestate e poste ai domiciliari la direttrice e un’educatrice, che ha tentato il suicidio assumendo tranquillanti e tagliandosi le vene: tratta in salvo dal marito, è stata condotta all’ospedale San Matteo di Pavia. Quanto avveniva nell’asilo è stato denunciato da due genitori sulla base di quanto appreso da un’educatrice, le cui affermazioni hanno dato il via alle indagini. Anche in questo caso, le vessazioni su circa quindici bambini sono state riprese da microtelecamere installate dai carabinieri. Sulle due donne gravano le accuse di maltrattamento e sequestro di persona. Il processo ha avuto inizio con rito immediato, grazie a molte prove che hanno rafforzato l’impianto accusatorio.
Ci sono molti altri esempi di come inciviltà e crudeltà non conoscano misura. Un bambino autistico di otto anni veniva picchiato, sculacciato e costretto a scrivere “non devi dare calci” dall’insegnante di lettere. La donna durante le ore di lezione scagliava il banco contro il bambino per imporgli il silenzio, e si sedeva sulle sue ginocchia per farlo stare fermo. A Spinaceto (Roma) la maestra è stata denunciata grazie all’intervento dell’insegnante di sostegno, che ha spiegato ai genitori i motivi del disagio del bambino consigliando loro di ritirarlo dalla scuola.

3 commenti:

  1. Ma io dico: possibile che per una causa così seria (la difesa dei bambini) ci si possa affidare all'onorevole Angelilli? Ma sapete chi è? Forse non l'avete mai vista con Berlusconi, pappa e ciccia. E Berlusconi non è certo un "onorevole". La pedofilia sa bene che cosa significa uno come lui. Cambiate mestiere che è meglio!

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  2. Non avete pubblicato il mio commento sulla Angelilli. Va bene, vi farò presto pubblicità tramite il mio sito (www.poetainazione.com) e le mie conoscenze. Siete nella lista. E comunque sappiate che avere per leader il bunga bunga non è certo stare dalla parte dei bambini.
    Arrivederci

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  3. Gentile utente il nostro blog non si affida proprio a nessuno, a questo proposito la invito a leggere la nota alla voce "Avvertenza" in basso a destra, inoltre informo che nessuno ha per leader nessuno qui...Informo inoltre che attacchi come questo non sono tollerati e mi riserbo di pubblicare o meno i commenti degli utenti. Qualsiasi attacco pubblico da lei incitato nei nostri confronti non sarà gradito e ci rivolgere in merito per la tutela del nostro lavoro. Dalla parte dei bambini sempre.

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