giovedì 17 settembre 2015

In 30 minuti denunciati 70 siti pedofili. Continuate a segnalare

"Non sono un visionario. Combatto orrori veri, reali, che qualcuno sta commettendo anche adesso su qualche bambino. Ma sono solo. Lo Stato italiano non fa nulla. Non ne ha i mezzi, né la volontà per combattere la pedofilia". L'associazione Una Vita Sottile - dalla parte dei bambini non è nuova a denunce del genere, infatti non molto tempo fa abbiamo segnalato e fatto avviare indagini a livello nazionale proprio per contrastare la pedofilia all'interno del deep-web. Purtroppo l'intoppo, burocratico e tutto italiano e  riguarda la procedura di segnalazione dei siti incriminati. Quando troviamo un indirizzo pedofilo, lo segnaliamo infatti alla Polizia postale, all'interno della quale è presente un'unità telematica che si occupa dei crimini su Internet. A quel punto i poliziotti dovrebbero acquisire le prove del reato, e per farlo devono scaricare sul loro computer il sito accusato. Ma non possono farlo subito, prima devono informare il Compartimento regionale, il quale deve chiedere un'autorizzazione al Dipartimento centrale di Roma, che a sua volta deve esaminare il tutto, fare opportune verifiche e infine dare il via libera. Una procedura estenuante al termine della quale sono passati almeno 15 giorni. "Mentre un sito pedofilo può sparire dalla rete in poche ore". Grande rispetto per il lavoro della polizia postale e del CNCPO. Ricordiamoci però che una legge non è efficace se non permette di colpire gli organizzatori del traffico, i produttori dei video, quelli che fanno scempio dei corpi dei bambini, anche neonati. In Italia al massimo riusciamo a colpire i guardoni, quelli che per perversione o stupidità scaricano le immagini da Internet. Non riusciamo se non in qualche caso specifico ad individuare e dare un nome alla vittima e facciamo altrettanta fatica ad individuare l'abusatore e farlo condannare. Davanti a questo abisso, sarebbe bene che governo, polizie e Parlamento si mettessero in discussione. E magari chiedessero consigli a chi da anni combatte il fenomeno. Per non fare ai pedofili il regalo che meno si meritano: l'impunità. Trenta minuti di orrore in Internet La mano corre al mouse per chiudere, istintivamente, quelle finestre spalancate su una violenza senza limiti. Ma con la stessa velocità con cui si vorrebbero chiudere, le schermate si aprono automaticamente, sempre più rapide, invadendo il video. Ogni volta la stessa richiesta: "Vuoi vedere di più? Abbiamo 300mila foto illegali di bambine piccolissime?". Ma i siti che non innescano il meccanismo di apertura automatica sono anche peggio. Perché si capisce che lì dietro non c'è un'organizzazione pornografica a chiaro scopo di lucro, ma perversione pura. Ecco cosa abbiamo visto in soli trenta minuti di viaggio agli indirizzi denunciati. I siti è pieni di foto di bambini e bambine. Alcuni sono davvero piccoli: tre, quattro anni. Hanno rapporti espliciti con adulti; altri, più grandicelli, dai tratti asiatici, sono ripresi nudi su un letto sudicio, in pose pornografiche. In basso, una scritta in inglese dove il Webmaster inviata a cliccarare per fare soldi.

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