domenica 13 settembre 2015

Catania Malagiustizia: Relazione su un caso ancora aperto dove nessuno interviene per tutelare una mamma e una bambina






Abbiamo appositamente deciso di mantenere i nomi e i luoghi reali tranne il nome della bambina, con la speranza che si possa finalmente muovere qualcosa in una Regione e in una Procura della Repubblica dove sembra che tutto vada a rilento per la poca voglia di lavorare degli inquirenti e di chi di dovere. Nessun provvedimento giudiziario è stato preso. Forse si aspetta il morto...


Nel mese di giugno del 2014 la signora Eanache Contanta Livia, il marito Greco Orazio e la piccola bimba che chiameremo Anna (nome di fantasia), sono venuti in veneto località Montegrotto Terme, per conoscere di persona la nostra associazione e passare qualche tempo di riposo. La signora ha quindi avuto il desiderio di avere dei colloqui con la nostra psicologa e con me. Nei colloqui con la signora essa si è dimostrata molto preoccupata per l’atteggiamento del marito anche nei confronti della figlia Anna, infatti, la bambina, era perennemente rimproverata con tono pesante e minaccioso dal padre sia perché in casa giocava ad orari che lui non voleva o perché non mangiava, mangiava poco o era lenta a tavola, la costringeva a magiare anche impugnando una scopa e in un episodio raccontato dalla bambina, il padre avrebbe rovesciato a terra la tavola, provocando lite tra i coniugi. Anche noi abbiamo assistito per questo breve periodo di giugno a liti e minacce che il sig. Greco incurante di tutto e tutti lanciava alla bambina e alla moglie. Il tempo però che i coniugi avevano a disposizione era poco e non abbiamo potuto fare ulteriori constatazioni.

Nel mese di agosto dello stesso 2014 i coniugi sono ritornati in veneto per un ulteriore periodo di ferie e per festeggiare la festa di compleanno della bambina, compiva 7 anni, ma per lei conferma la madre, è come se fosse stato il primo compleanno, infatti le feste passate a casa erano contornate da padre, madre una piccola torta, ma prive di amichetti e giochi. Qui siamo stati molto contenti di organizzare per Anna la sua festa di compleanno con la presenza di altri bambini. Abbiamo avuto modo in questo periodo di osservare la famiglia e le loro dinamiche. La nostra psicologa ha avuto diversi incontri e colloqui con i coniugi soprattutto a seguito di alcuni avvenimenti che ci hanno portato ad essere testimoni del comportamento del sig. Greco. In particolare si possono raccontare alcuni episodi.
Il giorno successivo al suo arrivo di agosto, il sig. Greco, lamentava capogiri e dolori in varie parti del corpo, nonché la moglie ci ha riferito che durante la notte aveva iniziato ad avere perdite di uno strano liquido rossastro dalle parti bassi. La signora molto preoccupata ci ha chiesto se avessimo potuto aiutarla in quanto lei non sapeva cosa fare e il marito era restio a qualsiasi cura medica. Giunta la sera e non con poche difficoltà la nostra psicologa è riuscita a convincere il sig. Greco affinché fosse visto da un medico presso il pronto soccorso.  All’accettazione, il bisogno del sig. Greco è stato classificato con Codice Bianco, pertanto ci sarebbe stato del tempo di attesa. In accordo con i coniugi e per evitare che la bambina restasse per molto tempo in pronto soccorso, mi sono offerto essendo anche giunta ora di cena di portare la bambina a casa con me per farla mangiare e l’avrei riportata quindi subito dopo. Riportata la bambina, un nostro collega che aspettava la moglie fuori dal pronto soccorso, essa è infermiera, mi ha raccontato di una lite tra i coniugi, dove il sig. Greco, insultava la moglie con offese pesanti incurante della presenza di altre persone e inoltre ha riferito che all’interno del pronto soccorso avrebbe urlato frasi ingiuriose contro medici e paramedici perché stanco dell’attesa. Il nostro collega non ha ritenuto opportuno intervenire ma afferma che visto il luogo e se la lite fosse avvenuta in presenza della bambina, non avrebbe esitato ad intervenire e a contattare il posto di polizia o le forze dell’ordine. L’esito di dimissione fu classificato dermatite.
Il giorno 13 agosto, nella vicina località di Solesino, si svolgeva l’annuale festa paesana, la signora Constanta Livia e la bambina sarebbero state entusiaste di partecipare, anche per passare una serata diversa dalla solita stanza di un hotel. Il sig. Greco però, non volle assolutamente sentire ragioni, moglie e figlia dovevano restare in stanza con lui, ha usato toni minacciosi e offensivi, è andato subito su tutte le furie, accusando la moglie che se avesse partecipato l’avrebbe denunciata per abbandono del tetto coniugale. Qui la signora Livia, dopo avere cercato inutilmente di convincere il marito che avrebbe potuto partecipare anche lui se avesse gradito, è letteralmente scoppiata in lacrime, ci ha contattato chiedendoci aiuto ed immediatamente con la nostra psicologa ci siamo recati sul posto dove erano ospitati in hotel e ci siamo subito resi conto che la situazione stava precipitando. Il sig. Greco spingeva con violenza la moglie che in braccio teneva la piccola Anna che spaventata piangeva, lui voleva a tutti i costi le chiavi della stanza e dell’abitazione di Catania. Avendo visto questa scena e per evitare una degenerazione che avesse potuto portare alle mani, e dopo avere inutilmente anche io alzato la voce con entrambi, cercando una quiete, ho ritenuto opportuno richiedere l’intervento delle forze dell’ordine della vicina stazione Carabinieri. Anche alla vista dei militari il sig. Greco non ha perso occasione per offendere la moglie e trovando come capo espiatorio la nostra presenza accusandoci di essere dei “rovina famiglie”. I carabinieri oltre ad avere cercato una mediazione tra i coniugi e per il bene della bambina, ci hanno invitato a proseguire nella mediazione affinché si potesse aiutare il nucleo famigliare al raggiungimento di un accordo.
La signora Eanache si è dimostrata fin da subito volenterosa ad avviare delle attività di mediazione organizzate, il sig. Greco non perdeva occasione anche per offendere noi ed insultarci con pesanti parole, tanto che, in un direttivo tra di noi, ci siamo riservati di decidere se fosse necessario sporgere una querela nei confronti del Greco, di fatto alla signora le è stato impedito con minacce dal marito di muoversi da sola. In particolare segnalo che il giorno successivo all’avvenimento sopra descritto e a causa della forte sollecitazione psicologica per la signora, essa ha avvertito dei malesseri e ha accusato forti capogiri e manifestazioni febbrili che l’hanno costretta a rimanere a letto. Malgrado questo il sig. Orazio è rimasto indifferente alle sofferenze della moglie, tacciandola di fingere e lasciandola sola con la bambina per andare a Venezia. Abbiamo provveduto noi quel giorno essendo preoccupati per la situazione ad accompagnare la signora presso il servizio di continuità assistenziale, guardia medica.
Il sig. Orazio Greco in alcune occasioni con cui abbiamo pranzato insieme, invitati dagli stessi coniugi, ha manifestato sempre un carattere volgare, offensivo e maleducato, sia nei confronti della moglie, della figlia e incurante della presenza nostra e di altre persone. Nei colloqui avuti con la nostra psicologa si dimostrava preoccupato solo per quello che concerne l’aspetto dei bisogni economici e materiali della figlia. Incapace di pensare che Anna ha bisogno di andare a scuola, giocare e di avere serenità attorno a lei. Si è dimostrato sempre un marito padrone e un padre padrone, incurante del fatto che moglie e figlia hanno i loro bisogni e sembra sordo a qualsiasi considerazione morale che la moglie Livia tenta di proporre per il bene dell’intero nucleo famigliare. Usa minacce e offese improperi con toni di voce molto alti e incurante della presenza della piccola Anna. Il sig. Orazio provvedeva ai bisogni della famiglia, ma solo per ciò che concerne gli aspetti economici e null’altro. La signora Constanta si è dimostrata molto preoccupata per l’incapacità sorda del marito ad accettare situazioni sociali che aiuterebbero l’intero nucleo famigliare ed è per questa ragione che dopo avere provato inutilmente le attività di mediazione tra i coniugi e vista la situazione, si è resa costretta a sporgere querela contro il marito e a chiedere ospitalità qui in veneto e da tali eventi a richiedere il nostro aiuto specifico.
Abbiamo quindi avviato le procedure legali necessarie quali: denuncia ai carabinieri, lettera al marito che attestava l’allontanamento e avviso ai servizi sociali territoriali. Tutto come prevede la legge in questi casi.
Qui in veneto la signora non ha mai negato al marito il contatto con la figlia che infatti avveniva con regolarità giornaliera anche più volte in un giorno. Essa stessa invitava la figlia a parlare con il padre. In una occasione il sig. Greco è risalito in veneto per incontrare moglie e figlia, che prontamente hanno accettato di incontrarlo e la signora ha chiesto ad una volontaria del centro affinché la accompagnasse con la macchina al luogo dell’incontro. Anche nei colloqui telefonici il sig. Orazio non perdeva però occasione per lanciare accuse di abbandono usando termini molto volgari. Alternava momenti di calma e di ragionevolezza con momenti e scatti d’ira, dove insultava pesantemente moglie e figlia, momenti che poi dimenticava di avere avuto e tuttora sembra dimenticare le parole che dice un attimo prima. In un primo momento dopo l’accoglienza della signora, l’abbiamo aiutata ad ambientarsi, rendendola autonoma nel prendere i mezzi pubblici e nel poter conoscere il territorio. Ci siamo attivati affinché trascorresse le giornate con la sua bambina e potesse essere impegnata con attività all’interno della casa famiglia che la ospitava, aiutando nel pranzo e nelle pulizie degli ambienti.
Ci siamo resi conto in questo periodo, che la signora ha badato a tutti i bisogni della bambina, anche cercando l’iscrizione a scuola, cosa che non è stata possibile in un primo tempo, a causa della mancanza del nullaosta scolastico. Ha cercato di trovare tramite una nuova mediazione con il marito la possibilità di ottenerlo anche chiedendoci aiuto per ospitare lui qui in veneto, cosa che più volte anche nel corso delle nostre mediazioni abbiamo offerto. Il Sig. Orazio in queste occasioni ha alternato momenti in cui mentiva adducendo e scaricando la responsabilità sulla scuola, ma ci siamo subito resi conto che lui stesso era stato alla scuola per vietare il rilascio del documento, a momenti in cui con rabbia e offese voleva la figlia a Catania minacciando che avrebbe fatto di tutto per averla, se la bambina non poteva stare con lui non doveva restare neppure con la madre, in una occasione la signora mi ha contattato sconvolta dicendo che lui l’ha minacciata usando la bambina, che l’avrebbe portata via e che lui pur di riaverla avrebbe fatto di tutto anche tagliarla a metà. In questa occasione la signora ha ritenuto opportuno avvisare i carabinieri, che non hanno visto la necessità di redigere un ulteriore verbale.
Solo dopo una prima udienza per nulla osta avuta a Catania nel mese di novembre 2014 e grazie alla mediazione tra la signora e alcuni amici di famiglia, il sig. Greco ha acconsentito al nulla osta che ha così permesso di poter mandare a scuola la bambina. Malgrado il ritardo iniziale, la bambina si è subito dimostrata partecipativa alle attività scolastiche, frequentava con entusiasmo e l’esito scolastico conferma queste parole. La relazione fatta dalla scuola al servizio sociale, è nettamente a favore della bambina e della mamma. Non ne dispongo copia ma, credo che per voi recuperare la relazione non sia difficile.
Anna, qui in veneto fin da subito si è ambientata, desidera andare a scuola, e tuttora lo desidera, mangia, ha iniziato a mangiare cose che prima non mangiava, ha iniziato la sua vita di bambina. Desidera tranquillità accanto alla sua mamma. Nei discorsi dove la madre invitava la bambina a parlare con il padre, essa ha sempre parlato, ma in alcune occasioni, specie quando lui era volgare e offensivo essa piangeva e non voleva sentirlo. Ha un carattere vivace ed estroverso, si fa volere bene e noi tutti le vogliamo bene.
La signora Constanta in questo periodo di permanenza si è data da fare per cercare un lavoro, ha avuto dei colloqui, e vista la buona volontà della stessa, in associazione abbiamo cercato di inserirla in un contesto lavorativo denominato “Micu3000” una difesa consumatori, utenti e ambiente, che oltretutto è la stessa che offre impiego ai nostri volontari. Si è dimostrata subito disponibile anche ad aiutarci nelle attività dell’associazione, da mamma ha accolto il dolore di altri bambini rendendosi disponile per una parola di conforto anche malgrado il suo dolore, ricordo di un episodio dove la signora si è offerta all’acquisto e alle cure mediche di una ragazzina che si è rivolta a noi per un caso di bullismo e cutting. Aveva cercato la possibilità di avere una casa sua, non appena si fosse sistemata l’intera situazione che attualmente la coinvolge. Abbiamo supportato per alcuni incontri la signora anche a livello psicologico e avremo intenzione di farle continuare questi incontri avviando un percorso di sostegno psicoterapico che essa stessa cerca.
Il 20 giugno 2015, la signora Eanache con la figlia Anna, sono ritornate a Catania, questo anche per il fatto che non era possibile una lunga permanenza presso la casa famiglia e per il fatto che le risorse economiche nostre e della signora erano troppo esigue per coprire le spese di un mantenimento più duraturo presso la struttura (costava di più dell’affitto di un appartamento), e in zona non ci sono situazioni abitabili. Aveva molti progetti e obiettivi, il primo fra tutti quello di ristabilire la famiglia, convinta che il marito fosse cambiato, come faceva credere nei dialoghi telefonici, fingendosi malato e volenteroso di ristabilire una famiglia, siamo invece poi, venuti a conoscenza, e abbiamo le prove, che nel periodo di assenza della moglie, il sig. Greco è stato in Romania sperperando soldi e facendosi vedere in giro anche per Catania, con altre donne e provocando il dissenso di molte persone. In secondo luogo la signora voleva cercare restando accanto al marito che si fingeva malato, e alla figlia, di aprire una succursale del posto di lavoro, “Micu3000” anche li a Catania, e terzo quella di impegnarsi nel sociale. Purtroppo, non è stato così, la signora è ritornata a Catania e il marito non ha perso tempo per insultarla, offenderla e addirittura adesso è arrivato a metterle le mani addosso e picchiarla. Della denuncia fatta nell’agosto scorso, il signor Greco è stato interrogato solo il 5 agosto di quest’anno e neppure una settimana dopo, dove è dovuta intervenire la polizia, la signora è stata ferita al volto, medicata in seguito al pronto soccorso. Sporta una nuova denuncia dove si richiedeva una misura cautelare atta a proteggere le vittime, allo stato attuale nulla è mosso, e lui tuttora continua ad innescare in famiglia, la sua violenza verbale, fisica ed economica come si può evincere anche dai molti interventi delle forze dell’ordine. Abbiamo cercato e stiamo tuttora cercando di riportare in Veneto, la signora e la figlia, per la polizia e i carabinieri, la cosa sarebbe fattibile, più volte hanno invitato la stessa signora ad andarsene per tutelare se stessa e la bambina. Come associazione potremmo accollarci le spese del viaggio, ma non disponiamo purtroppo di una struttura anche temporanea, dove collocare la signora con la figlia. Siamo un piccolo gruppo di persone, tutti volontari, e non abbiamo risorse economiche sufficienti a garantire stabilità, certo, la signora inizierebbe a lavorare e la bambina continuerebbe la scuola, ma non essendoci il nulla osta libero, si troverebbe costretta ad un raggio di collocamento ristretto per far si che la bambina frequenti la scuola ovviamente nell’istituto che l’ha accolta lo scorso anno. In queste zone non si dispone di alloggi alla portata economica iniziale per la signora che potrebbe essere il ricavato del lavoro, e per noi il sostegno di donazioni o nostra colletta. I nostri operatori infatti hanno tutti versato una somma (50,00€ - 70,00€ - 50,00€ in base anche alle nostre disponibilità)
Riteniamo opportuno precisare che il sig. Greco, i carabinieri e i servizi sociali, hanno sempre saputo dove si trovassero la signora e la bambina l’anno scorso nel periodo di permanenza in Veneto. Siamo ad evidenziare che la signora ha chiesto il nostro aiuto non per sottrarre la bambina al padre, ma per cercare una stabilità per tutto il nucleo famigliare. Abbiamo cercato e siamo, infatti, tuttora disponibili ad aiutare la famiglia sia in un contesto logistico che permetta al sig. Orazio di avere supporto infermieristico specialistico, sia a supportare la moglie Livia e la bambina in un reinserimento sociale e permettere ai due genitori il diritto di accudimento sulla figlia. Alla luce dei fatti però, si denota l’incapacità sorda del sig. Orazio a ricevere qualsiasi tipo di aiuto necessario per la sua età e le sue fisime di salute, costringendo la moglie a dover badare a lui e ai suoi bisogni, incurante per quelli della moglie e della bambina, costringendo le stesse ad una vita di schiavitù fatta di insulti, percosse, atti denigratori ed emarginatori.
La situazione legale, nonostante le denuncie e il tutto sia credo ormai chiaro, anche ai vostri occhi dopo questa lunga relazione, è ferma e priva di un provvedimento legale. Psicologicamente la donna è distrutta, la bambina inizia a stare male. Potendo anche capire l’anzianità del sig. Greco e la sua malattia, non posso non ammettere una sua pericolosità e ritengo comunque necessario un tempestivo intervento. Come si evince tutto è fermo, dalla procura di Catania e dagli inquirenti, non si vede soluzione per questa situazione che va avanti da oltre un anno, continuano a sollecitare la signora di andarsene da li, ma senza un soldo dove va? In Veneto allo stato attuale non possiamo accoglierla, in quanto siamo privi di una struttura o di una unità abitativa che possa soddisfare le esigenze. Come associazione ci siamo sempre fatti carico di tutte le spese necessarie anche per la permanenza qui, ma siamo volontari e non disponiamo di nessuna sovenzione pubblica, tutto nasce dal nostro desiderio di umanità e ora non possiamo più accollarci spese di un mantenimento di mamma e figlia, in attesa che la procura e le istituzioni intervengano. Si chiede agli inquirenti e all’intera opinione pubblica un  interessamento maggiore su un caso di umanità e aiutarci quindi così a risolvere questa situazione e garantire serenità a mamma e figlia senza separarle.

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