giovedì 3 marzo 2011

dal Safer Internet Day 2011 La Giornata europea per la sicurezza di Internet




Ragazzi e Internet: "Nove su dieci su Facebook, ma pochi conoscono le impostazioni per la privacy"

In occasione del Safer Internet Day 2011, la giornata europea dedicata alla sicurezza in Rete, il Moige (Movimento Italiano Genitori) ha presentato i risultati di un’indagine che mirava a scoprire i comportamenti sul Web di genitori e figli: i pericoli percepiti, i controlli e le misure di protezione adottate. Principalmente emerge un’attitudine dei giovani ad un uso libero della Rete, a cominciare da Facebook, mentre per quanto riguarda i genitori appaiono impreparati e disorientati ad affrontare i possibili rischi. Dalle interviste condotte emerge in generale uno scenario in cui il Web è un ambiente fondamentale per la crescita, anche intellettuale, delle persone. Un vero e proprio punto di riferimento per genitori e figli che non possono più farne a meno. Oltre al gioco e alla ricerca didattica, il Web è oramai diventato indispensabile per socializzare. I social network sono estremamente apprezzati dai ragazzi italiani: l’82,9% nella fascia tra 15 e 16 anni, e il 74,3% in quella 11-14. Ne è attratto anche il 20% dei più piccoli. A dominare fra tutti è Facebook, che vanta tra i propri sostenitori quasi 9 ragazzi su 10.
Fiducia passiva e pochi controlli sui figli - La sensazione di pericolo dei genitori riguardo l’uso del Web da parte dei minori è abbastanza relativa, e scaturisce solo da eventi di cronaca o da informazioni provenienti da fonti autorevoli: sembra emergere una sorta di “abitudine anestetica”, presumibilmente incentivata da una scarsa conoscenza effettiva dei pericoli. La fiducia nei comportamenti dei figli in Rete è piuttosto elevata (6,79 in una scala da 1 a 10). Anche i bambini e i ragazzi, del resto, manifestano una radicata convinzione (8,3 in una scala da 1 a 10) che i genitori si fidino dei loro comportamenti sul Web. Prevale un “controllo ambientale generico”. Le misure adottate dai genitori non sembrano tra le più severe ed efficaci: 6 genitori su 10 (60%) si limitano a parlare genericamente dell’argomento con i propri figli, 4 su 10 (43%) navigano insieme a loro (ma solo il 28,1% se i figli hanno 15-16 anni) e solo 3 genitori su 10 (33,3%) condividono la scelta dei siti da visitare. Il 40% controlla periodicamente i siti visitati e le attività online, mentre pochissimi, solo 8 genitori su 100 (7,8%), utilizzano le funzioni di Parental Control messe a disposizione dai software di sicurezza.
Da parte dei genitori non sembra esistere una consapevolezza dei pericoli in cui ci si potrebbe imbattere sui social network. I genitori, come anche i figli, stanno attenti ai link e ai pop-up equivoci, ma non considerano il fatto che il pericolo potrebbe anche nascondersi in contatti apparentemente innocui, vista l’accessibilità e l’incontrollabilità dei frequentatori della Rete. La tutela della propria privacy non viene poi presa in considerazione. Solo il 30% degli adulti e il 40% dei ragazzi sa come impostare le regole di privacy nei social network. Messi di fronte all’ampia articolazione dei pericoli della Rete, come ad esempio pornografia, pedofilia, cyber-bullismo e giochi d’azzardo, i genitori tendono a concentrare la sensazione di rischio nei “contatti indesiderati con sconosciuti”, temuti nel 56,7% dei casi e soprattutto verso la pedofilia legata all’intrusione di malintenzionati nei social network e considerata fonte di preoccupazione da quasi 7 genitori su 10 (67,8%). Più limitata la percezione del rischio verso i giochi d’azzardo e acquisti impropri: “basta non dare in mano una carta prepagata ai ragazzi”, infatti meno di 4 genitori su 10 (34%) se ne preoccupano.
Nel calderone di Internet le fantasie dei genitori si concentrano pertanto su una generica idea di “contatti insidiosi o indesiderati”, ricorrente è la citazione di episodi paragonabili alle cosiddette “caramelle da uno sconosciuto”, il tutto trasferito in un contesto di nuove e insidiose tentazioni: “gli dico sempre che non devono rispondere o accettare l’amicizia di persone che non conoscono”. Di fronte a un pericolo generico e imprevedibile come i contatti con sconosciuti il dialogo tra genitori e figli appare come unica forma di prevenzione e difesa fondamentale e necessaria, ma non sufficiente e che denota soprattutto una mancanza di veri “punti di riferimento”.
Figli e genitori vanno educati - “I dati - ha dichiarato Elisabetta Scala, responsabile dell’Osservatorio Media del Moige - dimostrano ancora una volta la necessità di intervenire per tutelare concretamente i minori ed educarli a un uso corretto e responsabile della Rete, sensibilizzando allo stesso tempo anche i genitori. Occorre investire nell’informazione e nella prevenzione dei rischi connessi alla navigazione in Internet, senza dimenticare la necessità, in questo settore, di superare l’attuale e poco efficace sistema di autoregolamentazione, con una co-regolamentazione normativa”.
tratto da: notizie.tiscali.it

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