sabato 22 gennaio 2011

Ritrovate a Centocelle le due ragazzine scomparse da Correggio

Vagavano, in apparente stato di shock, in via delle Anemoni
Si è conclusa il 21 gennaio a Roma la fuga delle due sedicenni scomparse, lo scorso 17 gennaio, da Correggio, in provincia di Reggio Emilia.
Serena B. e Agnese L. avevano passato il pomeriggio presso il centro commerciale del loro paese, dove erano state accompagnate dai loro genitori, con la volontà di fare qualche acquisto. Ma in realtà le due ragazze avevano già pianificato una fuga, così una volta cambiato abiti e spento i cellulari, si sono dirette verso la stazione di Reggio Emilia dove hanno comprato un biglietto per Milano.
Una volta arrivate nel capoluogo lombardo, come avrebbero dimostrato anche i filmati di alcune telecamere di sorveglianza della stazione ferroviaria, hanno proseguito il loro viaggio verso la Capitale.
Le due minorenni sono state ritrovate da due uomini, padre e figlio, nei pressi di via degli Anemoni, nel quartiere Centocelle, mentre vagavano in evidente stato di shock. Una delle due era scalza e mostravano entrambe segni di graffi e sangue sulle mani e sul volto. I due passanti hanno immediatamente chiamato le forze dell'ordine.
«Abbiamo visto due ragazze attraversare la strada barcollanti che chiedevano aiuto, venivano da un giardinetto di fronte ai palazzi. Erano entrambe scalze e sporche, una di loro era macchiata di sangue in faccia e sui polsi. Sembravano in stato di shock, erano molto alterate, sembrava non sapessero neanche di trovarsi a Roma. Ad un certo punto si sono accasciate dietro un cassonetto.
Ci chiedevano di essere riportate a casa, erano esauste. Quando è arrivata la polizia e l'ambulanza del 118 ci hanno abbracciati».
Per le giovani si era temuto il peggio, non si escludeva l'ipotesi di un abuso sessuale da parte di alcuni malviventi, così sono state portate al Policlinico Casilino anche per un riscontro di un'eventuale violenza subita.
Fortunamente i rilievi non hanno evidenziato alcun abuso.
Le forze dell'ordine hanno ritrovato gli oggetti personali delle due ragazze, sparsi per il parco e nascosti dietro dei cassonetti.
Al momento dell'arrivo dei genitori le ragazze avrebbero ammesso la fuga volontaria e la messa in scena della finta aggressione per giustificare l'allontanamento da casa.

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