La polizia stava effettuando controlli e verifiche da diverso tempo, sotto il coordinamento del pm Alessandro Sutera Suardo, che da alcuni mesi dirigeva l'inchiesta. Gli operatori informatici della polizia si erano infiltrati all'interno dei siti dedicati alla pornografia e alla pedofilia frequentati, rintracciando l'uomo che abitualmente si colegava a tali siti cercando di non lasciare tracce cambiando contrinuamente nickname e indirizzo Ip, ma gli investigatori non si sono fatti ingannare e sono risaliti all'identità della persona.
Sul computer sequestrato sono state evidenziate oltre 16mila immagini pedopornografiche (circa 30 Gb in totale) e gli agenti sono entrati in azione, arrestando un noto professionista residente in provincia, arrestato per detenzione di materiale pornografico riguardante minori, con l'accusa di sfruttamento sessuale. La persona ha confessato di frequentare siti di pedofilia da almeno un decennio.
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