giovedì 12 luglio 2012

Stuprava la figlia adolescente Condannato il padre adottivo


VERONA - Per qualcosa come quattordici mesi di seguito, secondo l’accusa, avrebbe approfittato dell’innocenza di una ragazzina che si trovava ancora nel pieno della propria adolescenza e che, all’epoca dei fatti contestati, aveva tra i dodici e i tredici anni. Una contestazione tremenda, violenza sessuale su minore, quella che giovedì pomeriggio, in base alla decisione assunta dal Tribunale collegiale (presidente Sandro Sperandio, a latere i colleghi Luciano Gorra e Giuliana Franciosi), è costata al padre adottivo della vittima la condanna a sei anni e otto mesi di reclusione. Accuse talmente agghiaccianti che, durante la scorsa udienza, a coronamento della propria requisitoria il pubblico ministero Paolo Sachar aveva sollecitato contro l’uomo, un imprenditore, la pesante condanna a sette anni e sei mesi di reclusione. E ieri, in base al verdetto di primo grado, nei confronti dell’imputato sono state inoltre decretate l’interdizione dai pubblici uffici, la perdita della patria potestà, l'interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela e alla curatela, la perdita dall'eventuale diritto agli alimenti e l’esclusione dalla successione della figlia adottiva.
In termini risarcitori, invece, il padre adottivo (difeso dagli avvocati Claudio Avesani e Guglielmo Gullotta) è stato anche condannato al risarcimento delle due parti civili costituite (la cui quantificazione del danno dovrà essere decisa in separato giudizio civile), con una provvisionale immediatamente esecutiva di centomila euro per la figlia adottiva (tutelata dal legale Marta Pasquato) e di ventimila per la madre (rappresentata dagli avvocati Egidio Verzini, Monica Rizzi e Francesca Toffali) Quello che si è concluso ieri in tribunale, in ogni caso, si è rivelato un processo complesso quanto interminabile, tanto da richiedere un cospicuo numero di udienze e altrettante deposizioni in aula, sia da parte di testimoni informati sui fatti che di consulenti tecnici: per un anno e mezzo, fino alla fine dell’estate 2008, in base al capo d’imputazione l’uomo, un imprenditore del settore edile operativo nell’Est veronese, avrebbe intrattenuto rapporti sessuali completi con la figlia adottiva.
Alla fine la ragazzina, che adesso ha diciassette anni e risulta parte offesa, avrebbe però trovato la forza per confidarlo facendo immediatamente scattare l’inchiesta del pubblico ministero Sachar. Nel corso delle varie sedute, all’ex Mastino, avevano deposto tra gli altri come testi dell’accusa una psicoterapeuta, un’altra dottoressa e la stessa madre della piccola (presa in adozione dalla coppia insieme ad altri due fratellini): proprio quest’ultima, ieri, alla pronuncia della sentenza non ha saputo trattenere un irrefrenabile pianto liberatorio.

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