lunedì 23 luglio 2012

Attenzione popolo di Facebook


Facebook ti fa inviare “messaggi” a tua insaputa

Una nuova funzione del social network lega gli utenti alle notizie postate sulle pagine fan

Facebook ti fa inviare "messaggi" a tua insaputa

Una nuova funzione di Facebook potrebbe imbarazzare non poco gli utenti.
LE NOTIZIE CON IL NOME – Ne parla Ed Bott su Zdnet. Nella home dove scorrono le informazioni relative ai propri amici, da un po’ di tempo, compaiono notizie pubblicate da pagine fan che tempo addietro uno o più amici hanno mostrato di apprezzare. Così, accade che il nome di una persona viene legato ad informazioni politiche, o di alcun altro argomento, alle quali non si sente e non sa di essere associato. Quando un utente pubblica una foto o un post, o aggiorna il suo stato – ragiona Bott – sa che in un certo modo quel contenuto comparirà sulla home dei suoi amici. Ma lo stesso utente non immagina che, anche se inattivo sul social network, tra le news dei suoi conoscenti, possa comparire il suo nome di fianco ad un articolo che non avrebbe mai pubblicato.
LA SOLUZIONE – L’unico sistema per evitare l’inconveniente è quello di rivedere le pagine alle quali si è manifestato apprezzamento e cancellare quelle che potrebbero postare contenuti politici sgraditi o imbarazzanti. Altro metodo potrebbe essere quello di eliminare dalle amicizie le persone alle quali non si vuol far conoscere i propri interessi o nei confronti delle quali si vuol salvagiardare la propria immagine evitando figuracce. Già, perché, soprattutto in tempi di elezioni, per alcuni potrebbe essere fastidioso palesare le proprie idee e convinzioni.



Facebook controlla le tue chat

Il network ammette di monitorare le conversazioni tra utenti per cercare i pedofili (Speriamo sia solo per quello, ma la privacy...)

Come Facebook controlla le tue chat
Facebook ha un software che segnala le conversazioni sospette, che poi sono controllate da impiegati che decidono se denunciare o meno gli utenti. A renderlo noto è oggi un articolo di Mashable.
LA SCOPERTA - Lo ha rivelato il suo Chief Security Officerm, Joe Sullivan, a Reuters, per vantarsi del fatto che Facebook abbia fatto arrestare un pedofilo grazie al sistema. Sistema che adotta un software “intelligente” che da quello che dice Sullivan è tarato proprio sulla ricerca dei pedofili, anche se non non si dice che sia dedicato solo a quella.
COME FUNZIONA - Il sistema seleziona le conversazioni che gli appaiono sospette per via della differenza d’età tra i profili, per l’impiego di frasi e parole comprese in una lista di cui è dotato e le segnala agli operatori. I quali ovviamente leggono le conversazioni sospette e rimestano nei dati personali degli utenti coinvolti per capire di che si tratti. Secondo Sullivan il sistema offre pochissimi casi di falsi positivi, ma è difficile credere che finora de abbia fornite solo una o due a fronte di un unico pedofilo denunciato.
SEMBRA POCO LEGALE - La pratica è apparentemente abusiva, perché Facebook non ha alcuna autorità che le consenta di leggere i messaggi personali e le mai degli utenti dei suoi servizi allo scopo di organizzare indagini di natura criminale di propria iniziativa. Giustificarla con la caccia ai pedofili e l’esigenza di rendere “sicuro” il network non è possibile e nemmeno ammesso, anche se si tratta di uno dei trucchi più usati per giustificare abusi e infrazioni dei diritti personali dei navigatori della rete. Non per niente legislazioni fortemente invadenti e repressive presentate negli anni scorsi si facevano scudo della lotta alla pedofilia per conseguire vantaggi economici evidenti dall’infrazione delle tutele individuali.
Allo stesso modo ora Facebook annuncia che per dare la caccia ai pedofili leggerà le conversazioni degli utenti e deciderà quali denunciare in base all’impressione che se ne dovessero fare i suoi impiegati, che a questo punto è facile immaginare siano a rischio di denunciare a caso un sacco di gente impiegata in attività per niente criminali, finanche gli stessi elementi delle forze dell’ordine che operano olnine a caccia dei pedofili e di altri malfattori.

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