mercoledì 12 ottobre 2011

Per tre anni ha molestato la nipotina condannato l’87enne compagno della nonna della bimba

Da qualche tempo non voleva più andare a scuola, aveva mal di pancia, complessivamente accusava un disagio psicologico e fisico evidente e molto preoccupante. Poi nel febbraio 2009, con lo sguardo assente e tra le lacrime, una sconcertante rivelazione alla mamma proprio nella casa dei nonni: «Ho fatto sesso con il nonno». Musica devastante e parole terrificanti da parte di una bambina di dieci anni. Subito sono scattati ripetuti colloqui con psichiatri infantili e i servizi sociali per capire se i racconti della piccola potessero essere attendibili, reali. La storiaccia è rimbalzata in fretta in Procura a Forlì sul tavolo del pubblico ministero Marilù Gattelli che ha dato il via alle indagini, ai delicati accertamenti condotti dalla squadra mobile forlivese guidata da Claudio Cagnini.
Rapida e da lasciare di ghiaccio la conclusione: tutto vero, tutto purtroppo tornava, i riscontri non mancavano. Infatti è stato appurato che il nonno ‘acquisito’ della piccola (ossia il compagno della nonna materna da una decina di anni), un cesenate di 84 anni, incensurato, da tre avesse morbose attenzioni (e non solo) per la bambina: baci sulla bocca, sul collo, nelle orecchie, nelle parti intime, toccamenti ripetuti.
E lo stesso anziano, che aveva un ottimo rapporto con la madre della ‘nipotina’ ed era diventato un punto di riferimento autentico e fidato per tutta la famiglia, messo alle strette ha cercato di minimizzare ma non è riuscito nel proprio scopo, anzi ha lasciato tutti esterrefatti con poche parole ma più che eloquenti. Valevano infatti la conferma che qualcosa di assurdo e di inconcepibile c’era stato e per un periodo lungo, tre anni, dal 2006 al 2009 quando la piccola ha trovato la forza della disperazione e ha raccontato tutto alla madre. «Facevamo solo dei giochini» ha detto il nonnetto. E lunedì scorso è stato così condannato in tribunale a Forlì per violenza sessuale (con abuso di autorità e delle condizioni di inferiorità psichica e fisica della parte offesa), a sei anni di reclusione e alle pene accessorie come l’interdizione dai pubblici uffici e la perdita della patria potestà. Inoltre dovrà pagare una provvigionale di 20mila euro alla parte civile.
L’uomo per questa vicenda non era mai stato arrestato ma indagato dopo la conclusione delle indagini da parte degli uomini della squadra mobile di Forlì. Poi il rinvio a giudizio. Era stato allontanato dalla famiglia, non poteva più vedere e frequentare la piccola per la quale, nonostante non ci fosse un legame di sangue, era diventato un nonno in tutto e per tutto proprio per la ormai consolidata relazione sentimentale con la nonna della bambina. Ora il primo round giudiziario, la condanna per un uomo che ha sconvolto la vita di una famiglia dopo che in tanti anni ne era diventato un componente a tutti gli effetti nonostante la sua carte d’identità attesti diversamente.

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