domenica 20 novembre 2011

Pedofilia: bimbi adescati con marchio Disney

I pediatri: «Educare i più piccoli a una navigazione consapevole».



Furto di identità, cyberbullismo e siti pedopornografici che sfruttano nomi cari all'infanzia, per esempio quello della Walt Disney, per attirare nelle loro maglie i piccoli internauti. È una rete internet che rischia di diventare sempre più una trappola per i più piccoli. Colpa anche di un sistema legislativo con qualche falla di troppo che ancora non riconosce come reati alcuni comportamenti lesivi. E le conseguenze spesso sono davvero drammatiche: scambio di materiale pedopornografico, incontri off-line con sconosciuti e danni psicologici che portano ad anoressia, bulimia e tentativi di suicidio.
Si è parlato di questo il 19 novembre al convegno Bambini, adolescenti e web organizzato dalla Società italiana di Pediatria al Maschio angioino di Napoli, in occasione della giornata mondiale del bambino e dell'adolescente. «Bisogna educare i più piccoli a una navigazione consapevole», spiega Fulvio Turrà, presidente campano della Società italiana pediatria, «soprattutto oggi che il computer é uscito dal chiuso delle camerette per arrivare direttamente in tasca con sui telefonini di nuova generazione».
IL 41% DEI RAGAZZINI INCONTRA CONTENUTI PERICOLOSI. Turrà cita i dati del Safer internet programme della Commissione europea. Innanzitutto sulla dipendenza che in Italia colpisce il 18% dei ragazzini tra 11 e 16 anni. A questo si aggiunge il problema dei contenuti pericolosi, incontrati in internet dal 41% dei ragazzini, 12% dei quali dichiara di esserne rimasto turbato. I contenuti a rischio generati da altri utenti, incontrati dal 18% dei piccoli naviganti, che incitano all'odio, all'anoressia, all'autolesionismo, al consumo di droga e al suicidio. Il tutto all'insaputa dei genitori che nel 73% dei casi non vedono rischi nell'utilizzo di internet da parte dei propri figli.

Sono circa 1.000 all'anno le denunce di furto di identità su internet

A smentire ulteriormente questo eccesso di sicurezza dei genitori italiani, ci sono i dati della polizia Compartimento postale e comunicazione della Campania. «Sono circa  mille all'anno le denunce di furto di identità su internet», spiega il dirigente Domenico Foglia, «Duecento i casi di cyberbullismo e purtroppo incalcolabili, per la vastità del fenomeno, i casi di pedopornografia. Un universo di naviganti che adescano in chat i ragazzini e che con schede telefoniche, film o piccoli regali 'acquistano' loro foto e video o peggio li convincono a incontri off-line».
DISNEY E I SITI CIVETTA. Proprio nella pedopornografia esistono tranelli in cui per i piccoli è davvero facile cadere. È il caso dei siti civetta, spiega il presidente del tribunale dei minori di Napoli, Gustavo Sergio, sui quali si finisce digitando sui motori di ricerca parole come 'disnei' - il celebre marchio di cartoni animati, storpiato dall'inglese claudicante di un bambino - e che istallano in automatico dei programmi pornografici.
Esiste poi una vasta gamma di molestie e di abusi sul web altrettanto gravi, ma non ancora codificati come reati. «Come per esempio», spiega il presidente del tribunale dei minori di Potenza, Gemma Tuccillo, «i continui sfottò sui social network. Prese in giro che dal chiuso di un'aula si amplificano all'infinito su internet e che, in alcuni casi, hanno provocato enormi traumi psicologici e hanno portato al rifiuto di andare a scuola, di parlare alla cattedra e addirittura all'anoressia, alla bulimia e ai tentativi di suicidio».

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