lunedì 3 agosto 2015

Armi, droga, pedofilia: scoperto un mercato nel “Deep Web”


Un mercato fantasma nascosto nelle pieghe oscure di internet, il regno dell’illegalità dove oltre 14mila persone hanno cercato e ottenuto armi, droga, documenti falsi, migliaia di file pedopornografici: l’ha trovato la Polizia al termine di un’indagine durata 2 anni e che ha consentito, per la prima volta in Italia e la seconda al mondo, di sequestrare migliaia di wallet, vale a dire portafogli, di moneta virtuale. E l’indagine è tutt’altro che conclusa: ci sono oltre 170mila transazioni economiche che vanno analizzate, per individuare chi in quel mercato è entrato e ha fatto acquisti. 

L’operazione che ha portato alla scoperta del “market place” è stata svolta in collaborazione con Europol nasce due anni fa quando gli investigatori della Polizia Postale erano alla ricerca di una “porta” per entrare in una comunità di pedofili che si scambiava file su internet. Quella porta, alla fine, l’hanno trovata in un sito che si chiamava “Free net service” e sul quale venivano organizzati viaggi per i turisti del sesso con i bambini. Una volta dentro, però, gli investigatori sono arrivati fino ad un vero e proprio “market place”, una piazza del mercato in cui si vendeva e si acquistava di tutto. 

«Da tempo cercavano un sito di e-commerce illegale dove si vendeva di tutto, droga, armi, kit di hackeraggio, codici per la clonazione delle carte di credito, passaporti e documenti falsi e, ovviamente, si scambiavano migliaia di file pedopornografici - ha spiegato il capo della polizia postale, Roberto Di Legami - e alla fine abbiamo trovato questo mercato fantasma nel deep web. Un vero e proprio punto d’incontro tra domanda e offerta dove ogni cosa veniva venduta e comprata in maniera del tutto anonima». Per arrivarci, i poliziotti hanno lavorato «al 100% sotto copertura»: significa che si sono spacciati per finti acquirenti o venditori, conquistando la fiducia degli altri utenti che frequentavano il mercato e riuscendo così ad individuare ogni sorta di illegalità che si svolgeva in quel luogo virtuale. 

Ma non solo: gli uomini della polizia postale hanno anche individuato e denunciato il gestore del mercato, un italiano che in casa aveva ben 12 hidden server, ognuno dei quali garantiva il completo anonimato agli utenti e serviva per uno specifico ambito: passaporti, truffe documenti falsi. Nel corso della perquisizione, inoltre, sono stati sequestrati 11 mila portafogli di cryptomoneta o bitcoin, ognuno dei quali vale circa 253 euro: era il denaro con cui sono state effettuate le oltre 170mila transazioni scoperte nel mercato. È la seconda volta che accade nel mondo: la prima era stata un anno fa nel corso di un’operazione del Fbi negli Stati Uniti. 

«Questa è un’indagine modello - ha sottolineato il procuratore aggiunto della Dda di Roma, Michele Prestipino - che segna da un lato l’impegno della Dda su nuove frontiere investigative fino ad oggi inesplorate e dall’altro un eccezionale livello di professionalità raggiunto dagli investigatori. per la prima volta in Italia è stata svelata una di quelle cose di cui tanti parlano ma pochissimi hanno visto. E quasi nessuno ne conosceva la dimensione. Un mondo parallelo ad internet dove le reti darknet rappresentano una vera e propria comunità criminale, con gerarchie e regole chiare». Entrare in questa comunità che aveva 14mila iscritti, aggiunge il procuratore, «è stato il primo grande risultato investigativo. e una volta penetrati è stato possibile ricostruire regole e scambi che avvengono in questo mondo». Che andrà ancora esplorato. «Per noi - ha confermato Prestipino - questo è un punto di partenza e non certo di arrivo. In un terreno di sabbie mobili rappresenta un punto dove abbiamo potuto poggiare un piede e muovere dei passi». «Abbiamo scoperchiato un vaso di pandora - sottolineano gli investigatori - ed ora dovremmo proseguire le indagini per bloccare ulteriori illeciti. 

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