martedì 11 marzo 2014

Pedopornografia: video e abusi sui bambini scambiati su Darknet, 10 arresti L'operazione 'Sleeping Dogs' messa a segno in tutta Italia dagli uomini della Polizia Postale con il supporto del FBI. Accertate violenze su tre vittime di 5, 8 e 10 anni

Pedopornografia: arresti operazione Sleeping Dogs
Pedopornografia: arresti operazione Sleeping Dogs
Pedopornografia: arresti operazione Sleeping Dogs
Pedopornografia: arresti operazione Sleeping Dogs
Pedopornografia: arresti operazione Sleeping Dogs

"Trasformare l'anonimato in una traccia processabile". Questo l'obiettivo ed il risultato messo a segno nell'ambito della 'Operazione Sleeping Dogs' che ha portato ad arrestare 10 persone in tutta Italia, Lazio compreso, giudicati responsanbili di divulgazione e produzione di materiale pedopornografico. Gli arresti dopo un'indagine che ha preso il via nel 2010 quando dalle attività investigative sotto copertura è emerso un giro di pedofili italiani che utilizzavano il darknet con l'intento di garantirsi la non rintracciabilità sul web e la conseguente incriminazione.
10 ARRESTI - Gli abusatori di minori emigrati progressivamente sulle piattaforme parallele del web non sono sfuggiti agli inquirenti che hanno individuato 15 soggetti, arrestandone dieci, di età compresa tra i 24 ed i 63 anni, tra di loro impiegati di banca, libero professionsiti e operai specializzati. Tra di loro, in parte celibi, quattro uomini coniugati con due separati con figli. Due tra gli arrestati erano stati accusati in passato di abuso e maltrattamento in famiglia e detenzione di materiale pedopornografico. Per gli accusati sono state comminate già tre condanne definitive a 5 anni e 7 mesi, 5 anni e 9 mesi e 7 anni. Due dei condannati si stanno già sottoponendo a psicoterapia.
SLEEPING DOGS - I risultati dell'Operazione Sleeping Dogs sono stati illustrati la mattina di oggi 14 febbraio presso l’Ufficio Relazioni Esterne e Cerimoniale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza in piazza del Viminale 7 a Roma. A spiegare nel dettaglio le indagini il direttore della Polizia Postala Antonio Apruzzese, il comandante della Postale Carlo Solimene, la dottoressa Elvira D'Amato, sempre della Polizia Postale, il responsabile del FBI a Roma Jason Fickett ed il Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica Maria Monteleone. Titolare dell'inchiesta il Sostituto Procuratore Eugenio Albamonte.
DEEP WEB - Le indagini sono state attivate attraverso la cooperazione internazionale tra la polizia postale italiana, l'Fbi americana e l'Europol. I 10 arrestati, residenti nelle regioni del nord e del centro Italia navigavano su reti sommerse del deep web, con la certezza di rimanere anonimi ed invisibili. Uno stratagemma che non è servito e che ha portato gli inquirenti a dare il via all'operazione Sleeping Dogs che non si fermerà a questi primi 10 arresti.
RETE TOR - L'operazione Sleeping Dogs ha dimostrato come il mito dell'anonimato in rete sia il miraggio a cui nemmeno la Rete Tor, nata col presupposto di irrintracciabilità, riescono a dare concretezza, soprattutto quando in ballo ci sono vittime innocenti. "E' la prima volta che in Italia è stato acceso un faro sulle reti alternative che ti rendono anonimo -   le parole di Carlo Solimene, responsabile della divisione investigativa della PS Postale -. Grazie alla collaborazione con l'Fbi, abbiamo aperto uno squarcio su una community di pedofili che dal Web in chiaro si era spostata al Web in scuro. Credevano di essere anonimi nella rete, ma così non é stato. Negli ultimi due anni abbiamo affinato le tecniche che ci hanno permesso di identificare questi personaggi che navigano in maniera anonima".
LE VITTIME - Duecento mila i file sequestrati dagli inquirenti con immagini di torture e abusi su bambini, requisiti anche dieci terabyte di materiale. Le vittime degli abusi accertati sono tre bambini, tutti italiani, di 5, 8 e 10 anni. Le immagini dei loro abusi sono state condivise su Tor con le vittime localizzate e poste in salvo. Attualmente sono al sicuro presso le loro famiglie, uno degli arrestati era un parente di una delle vittime. I bambini sono stati identificati a partire dall'analisi tecnica dei dettagli delle immagini di abuso, attraverso l'incrocio ed i dati con le tracce informatiche presenti nei computer e negli smartphone degli indagati.
IL NOME DELL'OPERAZIONE - Il nome dell'Operazione Sleeping Dogs nasce da un primo soggetto che venne agganciato dagli investigatori in una chat. Il pedofilo aveva una passione per il videogames 'The Sleeping Dogs', passione condivida da uno degli agenti sotto copertura che ha potuto, con la scusa di farsi passare i 'trucchi' per procedere nei vari livelli, aprirsi una strada elettiva di comunicazione col soggetto. Il gioco racconta la storia di un detective che si infiltra nella mafia cinese allo scopo di distruggerla dall'interno e rappresenta in qualche modo una allegoria dell'attività investigativa e l'incipit dell'indagine stessa.   


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