sabato 19 ottobre 2013

Adescata su facebook e rapita Il sequestratore è recidivo Sua moglie era scappata con lui


«Voglio andarmene da casa». Il caso della dodicenne di Isorella (Brescia) adescata via Facebook da un uomo con il doppio dei suoi anni e condotta in auto, mercoledì, in un ostello di Lugano sarebbe stato originato da questa frase postata sul social network cinque mesi fa dalla studentessa bresciana. Un appello lanciato in rete da un’adolescente e raccolto on line da una 23enne luganese che vive a 200 chilometri da Brescia. Una donna al settimo mese di gravidanza, la stessa finita in manette con l’accusa di sequestro e di rapimento in concorso, che avrebbe raccontato dei disagi della ragazzina a una sua amica stretta – la moglie del 26enne del Canton Ticino arrestato il 9 ottobre - e al consorte.
È questa, stando al giornale Ticinonews, la chiave di volta della vicenda, al vaglio della magistratura elvetica e del procuratore aggiunto di Brescia Sandro Raimondi. Marito e moglie si sarebbero invaghiti a tal punto dell’idea di «salvare» la giovanissima dal suo destino di guai adolescenziali che avrebbero architettato un piano per portarla in Ticino. Agli amici avrebbero raccontato di essersi messi in testa di adottarla, e per questo si sarebbero recati più volte insieme a Isorella, senza riuscire a combinare granché. Il proposito sarebbe andato a buon fine il 9 ottobre, quando il 26enne ha prelevato la studentessa prima che entrasse in classe.
L’inverosimile vicenda è al vaglio degli inquirenti, che non escludono alcuna ipotesi – a cominciare dalla pedofilia – anche se in base agli ultimi sviluppi sfumerebbe la pista di un network internazionale. I sospetti si concentrano sul nucleo familiare del 26enne arrestato. La 23enne fermata lunedì – oggi il giudice dei provvedimenti coercitivi deciderà se confermare l’arresto – è un’amica intima dei coniugi.
Stando a Ticinonews, la coppia ha alle spalle una coincidenza significativa: avrebbe convolato a nozze dopo un presunto rapimento nel 2008 da parte dell’impiegato di colei che in seguito è diventata sua moglie, ma che all’epoca aveva solo 16 anni. I genitori denunciarono la scomparsa della figlia ma lei negò: «Non mi ha rapita, io volevo fuggire con lui». A offrire conferme o smentite saranno anche il computer e lo smartphone sotto sequestro, un regalo, quest’ultimo, del 26enne elvetico all’amica virtuale per agevolare i contatti. La Procura di Brescia ha chiesto a un tecnico di ricostruire le comunicazioni tra la ragazzina di Isorella e i presunti sequestratori.

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