mercoledì 25 febbraio 2015

Botte e torture sulla figlia di 4 anni, operaio padovano arrestato

Schiaffi e minacce continue: “Se ti muovi ti rompo un piatto in testa”

Un bambino vittima di violenze, botte e insulti. Un fatto grave, reso ancor più odioso dal fatto che è stato commesso, secondo la tesi accusatoria, dal padre. Un episodio terribile, sul quale indaga la procura di Rovigo. E avvenuto a pochi chilometri dal Polesine, in una zona vicino a Merlara. Episodi di botte, schiaffi, calci e pugni, addirittura bastonate con il manico di una scopa. Violenze che sono venute alla luce quando il pediatra ha visitato la bambina per quello che doveva essere un controllo di routine. Il corpicino di quella bambina di appena quattro anni era segnato da numerose ecchimosi. Segni di botte e lesioni, ripetute e violente. Ed è stato proprio quel medico a spezzare la catena del silenzio che, probabilmente da mesi, vedeva una bambina di quattro anni vittima di percosse, violenze, minacce e terrore psicologico. Fatti che la scorsa settimana hanno portato i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Este ad arrestare il padre della piccola, un trentenne di nazionalità italiana, operaio, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia nei confronti della figlioletta. Il tutto dopo una complessa attività di indagine condotta dai militari, coordinata dal sostituto procuratore della repubblica di Rovigo Davide Nalin. Che nei giorni scorsi ha chiesto e ottenuto dal gip del tribunale di Rovigo Carlo Negri l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il papà orco. A dare il via alle indagini è stata una segnalazione arrivata ai carabinieri di Casale di Scodosia. Una segnalazione partita dall’ospedale in cui la piccola era stata condotta per un controllo generale. Nel corso della visita pediatrica, che si è svolta lo scorso gennaio, il medico aveva riscontrato ecchimosi su tutto il corpo. Segnali che hanno fatto scattare subito il campanello d’allarme. Il primo passo poi è stato di chiedere conto ai genitori. Ma le loro spiegazioni su come la piccola si fosse fatta così male non hanno convinto. Anzi, gli accertamenti medici hanno ben permesso di constatare che i traumi riportati dalla bambina non erano compatibili con le ragioni dichiarate dai genitori. È scattata quindi la segnalazione ai carabinieri e sono partite le indagini. Una situazione difficile da accertare, in assenza di collaborazione. I carabinieri hanno impiegato anche intercettazioni ambientali, comprese alcune microtelecamere. Le scene riprese sono state agghiaccianti. Nessuna finalità educativa in quelle che erano semplicemente botte. La bambina veniva colpita con schiaffi e calci. In un caso addirittura il padre l’ha bastonata con il manico in ferro di una scopa. Le violenze verbali e le minacce del genitore non erano da meno. Per esempio, le ordinava di rimanere immobile, seduta in silenzio a guardare la televisione, altrimenti le avrebbe rotto un piatto in testa. Comportamenti minacciosi e violenti che nella piccola hanno creato uno stato di terrore psicologico. Nessun segno sul viso, niente tracce troppo evidenti, tali da attirare l’attenzione di esterni. Una famiglia apparentemente normale. Il padre ora è in carcere a Rovigo.

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