domenica 8 giugno 2014

Ragazzine su Facebook: Quel preside ha strappato il sipario

 

Susanna Tamaro ha lanciato un appello: «Salviamo la generazione del nulla». Cioè gli adolescenti di oggi ai quali, ha spiegato l’autrice di «Va’ dove ti porta il cuore», «occorre ricominciare a parlare della differenza che c’è fra il Bene e il Male». Scrivendo una lettera indirizzata ai genitori dei propri studenti ma che andrebbe girata a ogni padre e madre di famiglia di questo Paese, il preside della scuola media Fra Salimbene di Parma, Pier Paolo Eramo, ha compiuto un gesto altrettanto coraggioso e controcorrente. Ha strappato, cioè, il sipario ipocrita e conformista che anche da queste parti impedisce a noi adulti di prendere coscienza e soprattutto di farci carico della tragedia che si sta divorando, appunto, la «generazione del nulla». Come altro definire, infatti, delle ragazzine (e dei ragazzini) nemmeno tredicenni che trascorrono gran parte del tempo a pubblicare su Facebook valanghe di autoscatti in pose inequivocabilmente spinte? La moda - in inglese «sexting» - è talmente diffusa da essere praticata ormai da un adolescente italiano su quattro. Per i più organizzati è normale scambiarsi, oltre alle foto, anche dei filmati ancora più adatti a mettersi in tutti i sensi «a nudo». E’ anche grazie al «sexting» (praticato quasi sempre senza curarsi di mettere in rete nomi, numeri di telefono e perfino indirizzi di casa reali) che Internet si è trasformata in un immenso bordello nascosto, ma al tempo stesso alla portata di tutti. Territorio di caccia oggi prediletto dai pedofili, come da tanti bravi e insospettabili «paparini» pronti a sborsare qualsiasi cifra pur di portarsi a letto una bambina della stessa età della figlia. Naturalmente, gli studenti della Fra Salimbene (inutile rimarcare che il problema non riguarda certo solo quell’istituto) queste cose, il più delle volte, non le sanno. Oppure, ne hanno sentito parlare solo vagamente. Dunque, con la sua lettera quel coraggioso preside ha fatto centro pieno. Ed ora anche a Parma nessuno - genitori e insegnanti inclusi - potrà più affermare che «non è affar nostro». Se non che, prepariamoci alla solita reazione furibonda dei sacri custodi della rete (che nessuno sia chiaro intende criminalizzare). E di quanti sono sempre pronti a dare del conservatore e del fascista (la stessa Tamaro ne sa qualcosa) a chiunque si azzardi anche solo a nominare la separazione fra il Bene e il Male. Proprio in quanto totalmente incapaci di distinguere l’uno dall’altro, le prostitute minorenni dei Parioli hanno cominciato a vendersi via web. Servendosi delle stesse identiche tecniche adottate dalle loro coetanee della Fra Salimbene per mettersi in mostra, o magari per «giocare alla miss». Che poi il confine fra gioco e prostituzione possa rivelarsi ancora più sottile e rapido di un «clic» sono di nuovo le cronache quotidiane, piene zeppe di «baby-squillo» e pure di «mini gigolò», a dimostrarlo. Per non parlare del fenomeno anch’esso dilagante del cyber-bullismo, che non fa che mietere vittime anche in Italia. L’ultima in ordine di tempo è stata una 14enne di Padova suicidatasi lanciandosi dal tetto di un albergo nel febbraio scorso. Il suo errore? Avere messo una propria foto su Ask.fm. (un altro social network particolarmente in voga fra gli under 18). Spero che di lei e della sua fine tragica si parli presto sia nelle aule che nelle case degli studenti della Fra Salimbene. E non solo lì. Non sarà facile, considerato l’andazzo corrente. Ma se vogliamo salvare la generazione del nulla, qualcuno dovrà pure cominciare. Proprio come ha fatto quel preside. Sosteniamolo in ogni modo. Prendiamo esempio da lui. E qualcosa, stavolta di buono, nascerà.

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