venerdì 3 febbraio 2012

"Continuate a cercare la mia Dayana, il mare non può essere la sua tomba"

La madre della bimba dispersa al Giglio chiama Gabrielli


Grosseto, 2 febbraio 2012 - La tomba di Dayana non può essere il mare. Se non ci sono più speranze di trovarla viva, almeno voglio una tomba su cui portare dei fiori». Con queste parole Susy Albertini, mamma di Dayana, la bimba di cinque anni dispersa sulla Concordia assieme al padre Williams Arlotti, ha chiesto al suo avvocato, Davide Veschi, di fissare un incontro urgente con Franco Gabrielli per chiedere chiarimenti sulla sospensione delle ricerche. «Ci siamo già messi in contatto con il capo della protezione civile — conferma il legale — mi è sembrato disponibile, stiamo definendo tempo e luogo dell’incontro. Oggi o domani al massimo Gabrielli dovrebbe vedere la mamma di Dayana, che vorrebbe maggiori chiarimenti sulla decisione di sospendere le ricerche. Non possiamo accettare che si dica “Basta non ci immergiamo più perché è pericoloso”.

Questo vorrebbe dire trovare la bambina tra più di sei mesi, quando sarà raddrizzata e portata via la nave. E allora cosa sarà rimasto della piccola Dayana? Temo niente. Per questo lo stop dei soccorsi ha allarmato molto Susy e ha aggravato ulteriormente il suo stato d’animo. Dopo la speranza in un miracolo, alla fine si stava abituando all’idea che le venisse restituito almeno il corpicino della sua bimba e ora sembra che nemmeno questo sia possibile. Mi sembra troppo da sopportare per una mamma. Per questo ha chiesto un incontro urgente con Gabrielli, e pretende dettagli da chi ha la responsabilità delle operazioni di ricerca e soccorso».
Lo stop ufficiale alle ricerche, sospese per il maltempo, non c’è ancora: dovrebbe essere comunicato oggi, in un vertice tra i soccorritori al Giglio. E mentre le ore passano senza che i sub si immergano, Susy non si dà pace. «Non sta bene, non può accettare che le ricerche siano sospese» spiega il suo comapgno Francesco, che risponde per lei al cellulare, per evitarle ogni ulteriore emozione. «Devono chiarire — precisa ancora il compagno, facendosi portavoce di Susy — perché alcune ricerche sono state sospese e altre invece no. Una madre ha diritto a sapere, ad avere delle spiegazioni». 
Più razionale Sabrina Ottaviani, cugina di Williams e Dayana: «Comprendo lo stop alle ricerche, non si può pensare che i sub rischino la vita per cercare un corpo che forse il mare non ci restituirà mai. Il dolore è immenso, ho lanciato tanti appelli su Facebook e sperato fino all’ultimo che la piccola Dayana potesse essere salva, magari portata via da altri naufraghi a cui non aveva saputo dire il proprio nome. Mentre per mio cugino Williams le speranze si sono spente prima, senza i suoi farmaci non ce l’avrebbe fatta comunque. Ora l’unica speranza per tutti noi sarebbe riavere una tomba su cui deporre un fiore, ma non a costo di altre vite».

Nessun commento:

Posta un commento