martedì 5 ottobre 2010

Sarah Scazzi, il giallo del cellulare. Prende corpo l'ipotesi depistaggio

AVETRANA (Taranto) - I primi riscontri scientifici sul cellulare di Sarah Scazzi, la 15enne scomparsa il 26 agosto scorso da Avetrana (Taranto), hanno certificato la mancanza di macchie di terra e di ammaccature. Il telefonino era stato rinvenuto mezzo bruciato mercoledì scorso in un podere di campagna dallo zio di Sarah,Michele Misseri, al confine dalle province di Taranto e Lecce, in agro di Porto Cesareo, lungo la strada che collega Avetrana con Nardò.
Prende così sempre più corpo l'idea che qualcuno l'abbia appoggiato con l'intenzione di farlo trovare e depistare così le indagini. Trascorrono i giorni, ma non si riesce a fare chiarezza sul giallo che sta sconvolgendo Avetrana. Sotto osservazione, amici, parenti, conoscenti della giovane. Inizialmente si era pensato ad un allontanamento volontario della ragazza. Ma più passano le settimane e più si teme il peggio.


Sarah Scazzi: il cellulare era lì solo da qualche ora

Sarah Scazzi: il cellulare era lì solo da qualche ora

Il cellulare ritrovato di Sarah Scazzi era in quel campo da poche ore. Qualcuno l’ha lanciato tra le stoppe intenzionalmente, allo scopo di depistare le indagini? È quanto si evince da una nuova indagine effettuata proprio sull’unico indizio che gli inquirenti avevano a disposizione della ragazza scomparsa da un mese e mezzo da Avetrana.

Già il primo esame del telefonino ritrovato tra stoppie bruciate e incenerite ha consentito di accertare che non era stato lasciato lì il giorno della scomparsa di Sarah, ovvero il 26 agosto. Nella zona in cui è stato ritrovato il dispositivo, sono avvenuti due nubifragi e i circuiti non sono né ossidati né deteriorati al punto da risultare reduci dalle intemperie. Gli effetti di quei temporali non ci sono stati su quel cellulare, quindi è stato posto lì solo qualche ora prima che lo zio dichiarasse la notizia.

Gli esperti del Ris hanno riscontrato diverse stranezze in merito alle bruciature riportate: non sembrano essere compatibili con quelle che potrebbero provenire da un rogo di stoppie.

Già dal giorno in cui Michele Messeri, zio di Sarah Scazzi e padre della tanto nominata cugina Sabrina, aveva ritrovato il cellulare, in molti si posero diversi quesiti. Perché proprio lui ritrova l’unico indizio, finora, che riporti alla ragazza, che dimostri che la quindicenne non sia stata letteralmente inghiottita dalla terra? Poi le dichiarazioni di Concetta, madre della ragazza, che dal primo giorno aveva avvertito “che le indagini si soffermino sulle conoscenze di Sarah”, fino ad arrivare all’improvviso silenzio della cugina Sabrina, che dopo un periodo di estrema visibilità in Tv e sui giornali, decide di chiudere ogni comunicazione sulla scomparsa della ragazza.

Il mistero si infittisce e non si riesce davvero a capire quando finisca il dubbio e quando inizi la certezza che la pista giusta su cui bisogna lavorare sia il nucleo familiare e affettivo della ragazza. Scomparsa, ormai, da quarantuno giorni.

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