sabato 27 giugno 2015

28/06/1983 - Buon Compleanno Claudio


Domani 28 Giugno il nostro presidente Claudio Greggio compie 32 anni, a lui tanti auguri di buon compleanno e che la vita gli riservi sempre tanta gioia e felicità.
Da oltre 3 anni è fondatore e presidente dell'Associazione Una Vita Sottile - dalla parte dei bambini e attivo da oltre 10 per il contrasto alla pedofilia e dei maltrattamenti all'infanzia. Uno dei primi a contrastare le lobbies della pedofilia, organizzazioni criminali dedite alla produzione e divulgazione di materiale pedopornografico su internet. Con lui nasce il Gruppo ETAV Ente per la Tutela delle Vittime degli Abusi, una cooperativa sociale che in 6 mesi ha raggruppato il lavoro di 4 associazioni, tutte impegnate nel reinserimento sociale delle classi più deboli favorendo la tutela di donne e bambini vittime di violenze e abusi.

Da tutto il consiglio direttivo buon compleanno Claudio e buon lavoro, i bambini ti ringraziano!

mercoledì 17 giugno 2015

Abusi sessuali e maltrattamenti su minori: pioggia di condanne sul Forteto


Per le accuse di violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti degli ospiti della struttura 17 anni e mezzo a Rodolfo Fiesoli, fondatore de “Il Forteto”: questa la condanna inflitta dal tribunale di Firenze al termine di un processo iniziato a seguito di un’indagine che ebbe il suo culmine il 20 dicembre 2011 con l’arresto di Fiesoli e che è proseguita con il coinvolgimento di altri 22 imputati. Dei 23 a processo 16 sono stati condannati con pene che vanno da 1 ad 8 anni per il reato di maltrattamenti. Tra questi Luigi Goffredi, braccio destro di Fiesoli e “ideologo” della comunità, che ha avuto 8 anni.
La Comunità de “Il Forteto”, posta nel comune di Vicchio, nel Mugello, fu fondata nel 1977 sotto forma di cooperativa agricola da un gruppo di soci fondatori, giovani frequentatori di una parrocchia pratese. A capo di questo gruppo vi era Rodolfo Fiesoli, che col tempo per rimarcare la propria leadership indiscussa iniziò a farsi chiamare “il Profeta”. La cooperativa da un lato si è sviluppata come vera e propria impresa nel settore agricolo fino ad esercitare l’allevamento di bestiame bovino e la coltivazione di frutta biologica, inoltre nel tempo ha aperto un maneggio, un caseificio che esporta prodotti in numerose nazioni estere, un panificio, un supermarket ed un vivaio con vendita diretta al pubblico. Dall’altro lato la comunità di persone che gestiva la cooperativa si era proposta come luogo di accoglienza per minori con un passato di disagio sociale, di maltrattamento, abuso sessuale o handicap psicofisici. E proprio nei confronti dei questi minori , il Fiesoli ed altri membri della comunità hanno compiuto nel corso degli anni, ma sarebbe meglio dire nel corso dei decenni, i reati per i quali oggi sono stati condannati.

La ributtante realtà è venuta alla luce, oltre che dalla carte della Procura della Repubblica di Firenze anche dalla relazione della commissione di inchiesta del Consiglio Regionale della Toscana nella quale sono riportati lunghi stralci delle testimonianze delle vittime degli abusi. Una relazione dalla quale  emergono violenze  fisiche, sessuali e psicologiche aberranti nei confronti anche di bambini piccolissimi,  con il Fiesoli che mostrava particolare “interesse” soprattutto per i maschietti. E il resto della comunità non era da meno rispetto al proprio leader sottoponendo gli ospiti a veri e propri lavaggi del cervello e mantenendoli in una sorta di terrorismo psicologico che impediva loro di ribellarsi o fuggire.
Uno degli aspetti di tutta la vicenda che lascia più interdetti è che Fiesoli e Goffredi erano già stati condannati, nel lontano 1985, dalla Corte d’appello di Firenze per vari capi d’imputazione tra cui «corruzione di minorenne», «sottrazione consensuale di minorenne», «usurpazione di titolo», quest’ultimo reato poi amnistiato per entrambi. Ciò nonostante il Tribunale dei minori di Firenze aveva continuato ad affidare alla comunità decine di minori. La spiegazione di un comportamento tanto assurdo viene fornita dalla relazione della Commissione d’inchiesta regionale che mette in evidenza come Fiesoli  portasse avanti “unacontinua ricerca di relazioni con personalità della politica, della magistratura, della cultura e della comunità scientifica”. Insomma, un vero e proprio scambio di favori e un do ut des continuo che permettevano al Forteto di proseguire indisturbato e ben protetto.
Si pensi, addirittura, che appena un mese prima dell’arresto, a novembre 2011, lo stesso Fiesoli era in Palazzo Vecchio a Firenze per partecipare in qualità di relatore a un convegno relativo a TEDxFirenze, evento culturale “votato alla diffusione di idee di valore”. Ed una particolare attenzione i vertici della “comunità – cooperativa” la riservavano al mondo politico soprattutto locale tanto che venivano garantite al Partito Democratico locale decine di tessere ed il voto in massa su candidati indicati dal partito stesso. Insomma una rete di relazioni, conoscenze, favori ed amicizie sulle quali si dovrebbe fare chiarezza, ma soprattutto si dovrebbe fare chiarezza su eventuali profili penalmente rilevanti nei rapporti che Fiesoli e i componenti del suo gruppo hanno tenuto con giudici del Tribunale dei Minori di Firenze oltre che con dirigenti, medici e funzionari dei servizi sociali di molte province toscane. Speriamo che la magistratura non si fermi alla sola comunità e faccia luce anche su chi, irresponsabilmente, in tutti questi anni ha colpevolmente affidato nelle mani di persone con precedenti penali specifici decine, se non centinaia, di bambini ed adolescenti già duramente colpiti dalla vita e che, adesso, porteranno i segni di un’esperienza così traumatica per il resto della propria esistenza.

Trentino arrestato per pedopornografia: proiettava video erotici nelle webcam dei ragazzi

Trentino arrestato per pedopornografia: proiettava video erotici nelle webcam dei ragazzi
Trentino arrestato per pedopornografia: proiettava video erotici nelle webcam dei ragazzi
Trentino arrestato per pedopornografia: proiettava video erotici nelle webcam dei ragazzi

C'è voluto quasi un anno di lavoro da parte della polizia postale per scoprire un'orrenda verità riguardo ad un 41enne trentino, arrestato nei giorni scorsi con la pesante accusa di sfruttamento di minori a scopo sessuale. Si tratta di una vera e propria produzione di materiale pedopornografico: l'uomo riusciva a procurarsi immagini pornografiche con protagonisti minori di diciotto anni, registrando direttamente gli stessi in atti sessuali.
Per indurli a compiere tali atti riusciva, sfruttando appositi programmi, a proiettare un video erotico in modo tal che apparisse come una normale schermata presa da una webcam. In pratica l'uomo faceva credere agli ignari ragazzi di essere in contatto video con donne disinibite. Un metodo nuovo e complesso, come ha spiegato la PM Rosalia Affinito, che ha coordinato le indagini. Il lavoro svolto dalla polizia postale ha avuto il merito di dare un valore giuridico a questa "strategia".

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I video proiettati erano infatti del tutto legali, scaricati dalla rete e custoditi dall'uomo in alcune cartelle del computer. Si è quindi arrivati a stabilirne l'uso illecito, per i fini di cui sopra, analizzando i programmi informatici usati a tale scopo. Ad aggravare la già pesante situazione in cui si trova ora l'arrestato c'è il fatto che i filmati dei minorenni venivano poi divulgati in rete. 

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La Polizia Postale arresta 44enne trentino per pedofilia


Aveva messo in rete una grande quantità di film hard con minorenni

Nell’estate dello scorso anno la Polizia ha avviato una lunga e laboriosa indagine tecnico - informatica, realizzata mediante accertamenti telematici e proseguita tramite verifiche informatiche che ha portato, nei giorni scorsi, all’esecuzione di una custodia cautelare in carcere di un trentino, S.S., 44 anni, con la pesante accusa di detenzione di ingente quantità di materiale pornografico realizzato mediante lo sfruttamento sessuale di minorenni, ma soprattutto per aver divulgato una enorme quantità della medesima tipologia di filmati.
L’indagine in questione, di tipologia sostanzialmente informatica, è stata coordinata dal Pm Rosalia Affinito, che ha messo in luce un nuovo comportamento delittuoso nel campo della pedo-pornografia in rete: il soggetto arrestato si serviva di programmi informatici che hanno la capacità di proiettare video, erotici-pedofili, facendoli apparire a ignari navigatori come comuni collegamenti webcam.
Quest’ultimi, spinti da quelle immagini, si spogliavano in rete e venivano successivamente ripresi ed immortalati in veri e propri filmati hard.
Numerosissimi sono i video utilizzati per tale finalità e il valore aggiunto di questa indagine tecnica è stato quello di dare valore giuridico a elementi, memorizzati in secondarie e poco visitate cartelle informatiche del computer, che hanno consentito di scoprire il reale utilizzo, da parte dell’indagato, di determinati programmi informatici e, di conseguenza, hanno permesso di reggere tutto l’impianto accusatorio.

Allarme pedofilia, 85 abusi registrati ogni giorno

Nuovo allarme pedofilia in Gran Bretagna. Sono stati denunciati 31mila abusi sessuali ai danni di minori in Inghilterra e Galles, in media 85 ogni giorno, nell'anno che si è chiuso ad aprile 2014.È quanto emerge dai dati diffusi dalla Nspcc, associazione di volontariato che contrasta gli abusi ai minori. I casi sono stati 8500 in più rispetto all'anno precedente.Jon Brown, uno dei responsabili di Nspcc, ha affermato che l'aumento è dovuto soprattutto ai grandi scandali che sono emersi negli ultimi tempi in particolare quelli che hanno riguardato intere città - incluse le autorità comunali e la polizia accusate di non aver agito per fermare gang criminali che organizzavano giri di prostituzione minorile - come Rotherham, Rochdale e Oxford.

sabato 6 giugno 2015

Pedofilia: 6 sacerdoti arrestati in 5 mesi

Sei sacerdoti in meno di 5 mesi. Un numero sconvolgente di preti sono finiti in carcere con l’accusa di pedofilia o di omicidio. Un numero impressionante, come impressionante è quello degli abusi che hanno commesso su decine di minorenni, bambini e adolescenti, che frequentavano l’oratorio o la parrocchia per la Prima Comunione e per la Cresima. Sacerdoti pedofili che si sono “spacciati” come esperti di massaggi sportivi per abusare di ingenui ragazzini in cambio di ricariche telefoniche oppure che hanno abusato di adolescenti 'comprandoseli' direttamente com’è accaduto alla stazione centrale della Capitale: sesso per 10 euro nei treni della stazione.

Abusi atroci su minori di 10 anni nei video che venivano scambiati a livello internazionale. Arrestato un prete


Don Dino, prete accusato di pedofilia, e la "porno Bibbia con 12 bimbi apostoli"Pedofilia, il sacerdote arrestato: «Erano provini per film a luci rosse. E c'era anche la Bibbia in chiave erotica»




Fotografava adolescenti senza veli per avviarli al cinema hard. Si era improvvisato agente cinematografico a luci rosse, don Dino, al secolo Placido Greco, il prete di Fiumicino finito in carcere per pedopornografia e prostituzione minorile, nell'inchiesta su un giro di baby gigolò con base a Termini che ha portato all'esecuzione di una decina di misure cautelari. «Si era sparsa la voce che ero bravo a scattare foto di nudi - avrebbe ammesso il sacerdote durante l'interrogatorio di garanzia - Così diversi ragazzini mi hanno chiesto di realizzare dei book per sfondare nel cinema erotico. Mi sono prestato, credendo di aiutarli. Ma non mi sono mai spinto oltre, non ho mai sfiorato un bambino. Mai pagato nessuno, neanche per le foto».
Gli agenti della Polfer di Roma Termini, diretti da Emanuele Fattori, che hanno arrestato il sacerdote in flagranza di reato proprio per quella mole di foto illegali custodite in un archivio del computer, hanno contato almeno 1.700 scatti compromettenti. In alcuni casi le vittime sono state riprese ad età diverse, dai 15 anni fino alla maggiore età, mentre compivano atti sessuali. L'avvocato che assiste don Dino, Sergio Ruperto, a breve presenterà istanza al Riesame puntando alla scarcerazione. Il parroco, infatti, è molto provato, ed è preoccupato per le condizioni di salute dell'anziana madre. L'inchiesta, però, è ancora ai primi passi. In casa di padre Greco sono stati trovati circa 40mila file, che sono ora al vaglio della Polizia Postale, su delega del pm Cristiana Macchiusi e dell'aggiunto Maria Monteleone.
LA BIBBIA
Intanto, sta emergendo la doppia personalità del prete. Alle messe dietro all’altare fanno da contrappeso i dossier di foto pedopornografiche. Dopo le omelie don Dino incontrava di nascosto baby gigolò minorenni, ragazzini rom squattrinati pronti a vendersi per pochi euro. L'indagato aveva anche velleità artistiche: scriveva libri a luci rosse sotto pseudonimo. Aveva addirittura ripensato la Bibbia in chiave erotica: al posto dei 12 apostoli, comparivano altrettanti ragazzini deviati. La sua posizione giudiziaria nel frattempo si è aggravata: inizialmente, gli inquirenti lo accusavano di essersi intrattenuto solo con due minori, ma dagli accertamenti è emerso che avrebbe avvicinato almeno una decina di giovanissimi. D'altronde, l'inchiesta va avanti da quasi 2 anni. Gli indagati sono 17, in 9 sono stati sottoposti a misura. Il decimo, un ottantenne, è morto qualche giorno prima della notifica dell’ordine d’arresto.

LA DIFESA
«Padre Placido andava alla stazione per fare beneficenza, non è un pedofilo. Le foto? Non sapeva fossero minorenni». A Radio Cusano Campus parla Sergio Ruperto, legale di Placido Greco, alias don Dino, prete accusato di prostituzione minorile e pedopornografia, arrestato nell'inchiesta sui minorenni che si vendevano alla stazione Termini di Roma.

«Ci andava a cogliere il suo sacerdozio, per fare beneficenza e aiutare i barboni - ha detto l'avvocato di don Dino -. Per quanto riguarda le foto, ha sostenuto che la prima volta era andato da lui un ragazzino a pregarlo di fargli delle foto che gli servivano per partecipare a un film porno. Il ragazzo era minorenne, ma lui non lo sapeva. Ha detto che a quell'età, 17-18 anni, è complicato capire se uno è minorenne. Dopo è partito un passaparola tra i ragazzi e in tanti sono andati da lui a farsi fare queste foto». A proposito della Bibbia a luci rosse che il sacerdote avrebbe scritto, l'avvocato ha risposto: «Non ha mai scritto una Bibbia, ha scritto alcune pagine a forma di romanzo. A luci rosse? Non lo so, scrivere era una sua passione. Ma il mio assistito nega fermamente di essere un pedofilo e sostiene di non aver mai avuto rapporti con minorenni dietro compenso».

«Penso che gli arresti domiciliari possano essere sufficienti, non capisco l'applicazione di una misura così grave come la detenzione in carcere - ha detto ancora il legale -. Hanno trovato delle foto fatte con macchina digitale e altre immagini in una chiavetta usb. Immagini pedopornografiche va bene, ma questo non giustifica una misura così grave».

«Se ha intenzione di scusarsi con la chiesa e con i cattolici visto il suo ruolo di sacerdote? - conclude Ruperto -. Per il momento non ne abbiamo parlato, magari poi approfondiremo anche questo».

Blitz anti-pedofili, arrestati due livornesi: uno produceva video con bambini piccoli


LIVORNO. Sono due i livornesi arrestati dalla polizia postale nell'ambito della mega inchiesta antipedofilia. La posizione più grave, in base a quanto emerso dalle indagini, sarebbe quella di Alfredo Winter, 57 anni, insegnante di disegno in una scuola media del Pisano. Martedì, nel corso della perquisizione nella sua abitazione in zona Accademia, gli investigatori nel pc hanno trovato migliaia di file: foto e video alcuni dei quali sarebbero autoprodotti. Nelle immagini infatti appare anche l'uomo in atti sessuali con bambini sotto i dieci anni.  Su questo aspetto sono in corso indagini. In un primo momento nei confronti del professore c'era solo una denuncia con la richiesta di perquisizione. Ma poi durante gli accertamenti, dalla analisi dei file, la sua posizione si è aggravata. Per lui sono scattate le manette e il giudice ha disposto ai domiciliari. Si trova invece in carcere alle Sughere l'altro arrestato livornese, Sergio Cecchini, 58 anni, al momento senza lavoro. Si tratta di un nome già noto alle forze dell'ordine nell'ambito delle indagini sulla pedopornografia. La postale gli ha trovato numerosi file scambiati nella rete.Il suo arresto rientra nelle misure cautelari già predisposte dalla Procura di Milano.
I due arrestati rientrano in una vasta indagine in cui sarebbero coinvolti bambini che in alcuni casi non arrivavano neanche ai 10 anni di età: nelle immagini che la rete di pedofili smantellata dalla polizia postale erano costretti a subire abusi, a fare sesso fra loro e con gli animali. In tutto sono 5 le persone finite in manette per l’operazione con cui gli 007 anti-pedofili hanno messo ko un giro internazionale, al termine di due anni di indagini da parte del compartimento milanese della polizia postale coordinate dalla Procura della metropoli lombarda (pm Giovanni Polizzi). Alle operazioni hanno preso parte anche gli investigatori della polizia postale livornese guidata dall'ispettore capo Massimo Montuori.
Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Milano Paolo Guidi, compaiono altri quattro arresti compiuti a Livorno, Roma, Torrecuso (Benevento)  e Alassio (Savona). In quest’ultimo caso si tratta di un sacerdote di 49 anni che per lungo tempo ha vissuto in Val di Susa (Torino) e di recente era stato spostato nella città ligure. I poliziotti hanno accertato che, così come gran parte delle altre persone finite nel mirino dell’indagine, il religioso si era creato una falsa identità facendosi passare per un manager americano che era spesso in Italia per lavoro (e perciò aveva un indirizzo mail italiano)
Ma il blitz ha messo in luce che il circuito pedo-pornografico non riguarda solo i quattro arrestati:  sono stati individuati oltre 230 utenti web in 35 Paesi del mondo: 29 quelli in Italia, per i quali sono state compiute perquisizioni personali, locali e informatiche. Risulta che in Toscana le indagini abbiano interessato non solo Livorno ma anche Pistoia e Castelfiorentino. Gli altri territori interessati da quest’operazione anti-pedofilia, oltre a quelli già citati,  sono Alessandria, Besana Brianza (Monza), Bordighera (Imperia), Busnago (Monza), Cava Manara (Pavia), Città Ducale (Rieti), Genova, Gussago (Brescia), Lariano (Roma), Loale (Venezia), Locorotondo (Bari), Massa Martana (Perugia), Nettuno (Roma), Noto (Siracusa), Novellara (Reggio Emilia), Pomezia (Roma), Portomaggiore (Ferrara), Selva di Val Gardena (Bolzano), Ravenna, Roma, Taormina (Messina),
Per gli oltre duecento utenti stranieri sorpresi a scambiarsi materiale pedopornografico è stata attivata l’Interpol.
Gli agenti della polizia postale ce l’hanno fatta a infiltrarsi, sotto copertura, nel gruppo dei pedofili fingendosi interessati ad acquisire e scambiare immagini di ragazzini: sembra che la rete utilizzasse un social network russo per entrare in contatto. A destare i sospetti negli agenti erano i continui riferimenti apparentemente innocenti a immagini di minori del tutto normali: l’aggancio avveniva su circuiti di foto lecite e attraverso parole in codice i pedofili si spostavano poi in forma meno visibile o via mail o tramite altre piattaforme web più “riservate”. Riuscendo a decifrare il “codice” dei segnali i poliziotti hanno avuto accesso a questo secondo livello e questo ha consentito di allargare l’indagine.

Gli investigatori stanno cercando di risalire all’identità dei piccoli per riuscire a liberarli dalla schiavitù del sesso. Risulta però che buona parte delle piccole vittime abbia sembianze dell’Estremo Oriente e questo rende assai complessa la possibilità di rintracciare i produttori di video e immagini pedopornografiche.