venerdì 28 giugno 2013

Marianna Cendron 18anni

Ancora nessuna notizia sulla scomparsa di Marianna Cendron 18anni


chi avesse notizie utili al ritrovamento di Marianna contatti immediatamente le forze dell'ordine oppure invii una segnalazione a sosinfanzia@unavitasottile.org

Maria-Brigitte Henselmann 13anni

Ancora nessuna notizia di Maria-Brigitte Henselmann 13anni


chi avesse notizie utili può inviare una mail a sosinfanzia@unavitasotile.org

Prete accusa: "9 religiosi in un giro di pedofilia" E spunta un collegamento col mostro di Firenze


Incontri sessuali con ragazzi (minori e non), quasi sempre di nazionalità romena, che potevano avvenire anche nei locali di una chiesa. Incontri per i quali le giovani vittime, spesso in difficoltà economiche e senza il supporto della famiglia, ricevevano somme tra i 150 e i 500 euro.
Sulla denuncia choc presentata ai carabinieri l’8 marzo scorso da don Patrizio Poggi, sospeso ‘a divinis’ dopo la condanna definitiva a 5 anni per violenza sessuale (finita di scontare nel 2008), la procura di Roma sta lavorando per individuare riscontri e capire se i nove religiosi tirati in ballo abbiano effettivamente un ruolo in questo giro di pedofilia.
Don Poggi si sarebbe deciso a raccontare tutto all’autorità giudiziaria perché animato “dal dovere di tutelare la Santa Chiesa e la comunità cristiana essendo a conoscenza di gravi fatti che ne minano l’integrità e le normative canoniche e penali”. La sua collaborazione sarebbe maturata “dopo una lunga riflessione interiore e dopo un percorso doloroso di abusi e soprusi che ho superato grazie alla fede che mi guida e non sono mosso da rancori o rivalse nei confronti di alcuno in quanto sacerdote”.
Intanto, però, i religiosi chiamati in causa da don Poggi lavorano nelle parrocchie dei quartieri della Pisana, della Magliana, della Pineta Sacchetti, della Cassia, dell’Alessandrino, e di San Giovanni.
Due hanno attualmente incarichi importanti e uno fa l’insegnante di religione (e venne anche sfiorato da una vecchia indagine sulla pedofilia).
Don Patrizio ha puntato il dito contro ex carabiniere, che, coinvolto in un altro filone sulla prostituzione minorile, patteggiò la pena. Proprio l’ex militare è stato indicato nella denuncia come“l’oganizzatore e il promotore di incontri e attività legate alla prostituzione maschile, e in particolare minorile, attraverso la quale reperisce soggetti anche minori che introduce in Italia e che mette a disposizione di clienti tra i quali sacerdoti”.
L’ex carabiniere avrebbe incontrato e selezionato ragazzi dalle storie disperate all’interno di un locale vicino alla stazione Termini. Stesso ‘modus operandi’ sarebbe stato attribuito al gestore di un’agenzia di modelli e attori e all’amministratore contabile di una parrocchia che, invece, avrebbero reclutato i giovani in locali e discoteche frequentate da omosessuali, in saune e centri benessere.
Stando a don Poggi, l’ex carabiniere, poi, sarebbe coinvolto “nel commercio clandestino di ostie consacrate acquistate da aderenti a sette sataniche”. Il religioso ha persino raccontato di aver subito molestie negli anni Ottanta quando era seminarista a Firenze: l’autore degli abusi sarebbe “un prete che - si legge nella denuncia mostrata questa sera dal tg de La7 - aveva tra i suoi fedeli anche Pietro Pacciani e Mario Vanni”, i compagni di merende coinvolti nell’indagine sugli omicidi del mostro di Firenze.

Don Patrizio Poggi e la pedofilia nella Curia romana: “Carabiniere reclutava ragazzi"


Patrizio Poggi, ex parroco del San Filippo Neri di Roma, condannato a cinque anni di reclusione per violenza sessuale su minori, lo scorso 8 marzo, ha deciso di presentarsi in un ufficio dei carabinieri del Noe (Nucleo per la tutela dell’ambiente) e raccontare tutto. Assicura di aver sentito “il dovere di tutelare la Santa Chiesa e la comunità cristiana essendo a conoscenza di gravi fatti che ne minacciano l’integrità e le normative canoniche e penali.”
Don Patrizio, come racconta Il Fatto Quotidiano, è una persona che non ha molto da perdere. “Nel marzo del 1999 il Giudice Edoardo Landi lo ha spedito agli arresti domiciliari con l’accusa di avere abusato sessualmente di 5 ragazzini tra i 14 e i 15 anni che frequentavano la sua parrocchia, San Filippo Neri, al confine tra Boccea e Primavalle”.
Nella testimonianza, nel lungo racconto fatto in un ufficio dei carabinieri del Noe emergono nomi e cognomi (fonte Il Corriere della Sera) di prelati e un circuito di prostituzione giovanile/minorile a beneficio di monsignori e parroci romani. Spunta la figura di un ex carabiniere (di cui Patrizio Poggi fa il nome e che sarebbe iscritto sul registro degli indagati) promuove “incontri e attività legate alla prostituzione maschile e in particolare minorile.”
Poggi racconta anche come avviene il reclutamento: “L’ex carabiniere li incontra e li seleziona all’interno e nei pressi del “Twink” di via Giolitti, adiacente alla stazione Termini”. L’ex carabiniere si presenta seduto su un’auto con contrassegno “Emergenza sangue.” Oltre a lui, all’ex carabiniere, c’è anche il direttore di una piccola agenzia che recluta testimonial per spot, “attratti dalla falsa attività di modelli o attori formalmente proposta” e un altro personaggio “chiave che” svolge attività di contabile in nero per la parrocchia di San Filippo Neri.”
LA7 aggiunge dettagli sul reclutamento: “Quando i ragazzi romeni su Facebook si mettono a torso nudo o in costume è un segnale, un simbolo per attirare l’attenzione di età adulta a scopo prostitutivo”

Don Poggi continua il racconto e testimonia di “incontri sessuali nelle chiese alla periferia romana con giovani dell’est Europa ed è in grado di fare i nomi di parroci che pagano abitualmente per prestazioni dei minori, quantificandone perfino le cifre. Somme fra i 150 e i 500 euro” alla volta dice. Poggi non si ferma e racconta che l’ex carabiniere è “coinvolto nel commercio clandestino di ostie consacrate, acquistate da aderenti a sette sataniche.”
Il magistrato ha già iscritto tre persone sul registro degli indagati.  Don Poggi termina con una confidenza: “Essendo seminarista presso il seminario minore di Firenze ho subìto vari atti di molestie da parte dell’allora rettore. Quella parrocchia aveva tra i suoi fedeli anche i noti Pietro Pacciani e Mario Vanni.”

martedì 25 giugno 2013

Pedopornografia, l'idea di una tutela per i minori, incontro degli Stati generali sui nuovi mezzi di comunicazione

Al via mercoledì 26 giugno gli stati generali per la tutela dei minori online.Mercoledì 26 giugno è fissata la partenza degli Stati generali della tutela dei minori online, il progetto di Telecom messo in piedi per assicurare ai giovanissimi un futuro al riparo dai rischi connessi alle nuove tecnologie e al mondo dei social network in particolare.
L'iniziativa è l'occasione per discutere gli strumenti più adatti per tutelare gli utenti più giovani della Rete e per arginare fenomeni quali la pedopornografia attraverso il web.
IL PROGRAMMA. All'incontro partecipano tra gli altri Cino Tortorella, il conduttore e autore televisivo che ha inventato il mago Zurlì, e diversi esperti di associazioni, università, istituzioni e emittenti radio televisive. Ad aprire i lavori è l'ex ufficiale della guardia di finanza, Umberto Rapetto, ora responsabile delle iniziative e progetti speciali di Telecom, mentre il presidente di Telecom Franco Bernabè interviene con un videomessaggio.

Accusato di abusi sulla figlia e di pedopornografia minorile Padre condannato a sette anni


Condannato a sette anni di reclusione per abusi sulla figlia minorenne e per utilizzo di materiale pedopornografico. È la sentenza emessa ieri nei confronti di un 47enne, residente in un paese dell’hinterland di Lecco, dal giudice Ambrogio Ceron, a latere Salvatore Catalano e Gian Marco De Vincenzi. I fatti addebitategli risalgono al periodo tra il novembre 1997 e il dicembre 1998 e sono state ricostruite nell’aula del tribunale di Lecco dal pm Cristiano Barilli che ieri ha chiesto una condanna a 10 anni dell’imputato. Secondo quanto sostenuto dal pm della Procura distrettuale di Milano, che aveva indagato per primo sulla vicenda e assegnato per competenza il processo al tribunale di Lecco, la ricostruzione della figlia, che «è stata coerente», riferendo quando accaduto dietro le mura domestiche, in particolare le attenzioni morbose subite dalla ragazza da parte del padre.
Nell'udienza di ieri il legale di parte civile, l’avvocatessa Lucchelli, ha posto l’accento sui fatti accaduti, in particolare gli abusi sessuali subita dalla figlia, che all’epoca aveva 5-6 anni e da poco è diventata maggiorenne. Gli argomenti portati in aula dall’avvocato Lucchelli, titolare della parte civile hanno avuto un prospetto di alcuni anni e non solo ai 5 e 6 anni, mentre il difensore, l’avvocato Cristiano Viale ha chiesto l’assoluzione del suo assistito per tutti i capi d’imputazione a lui ascritti, smontando punto dopo punto le accuse. L’avvocato Viale ha chiesto ai giudici anche come poteva un caso, accaduto nel 1998, avere un seguito dodici anni dopo. «Sorgono più dubbi - ha detto l’avvocato Viale - e per questo chiedo l’assoluzione del mio assistito». Dopo quasi un’ora di camera di consiglio il collegio giudicante, presieduto da Ambrogio Ceron, ha accolto la tesi dell’accusa e condannato dunque l’imputato a 7 anni di reclusione. Il risarcimento spettante alla ragazzina sarà invece stabilito in sede civile. Secondo i giudici il cinquantenne è stato ritenuto colpevole degli abusi sessuali perpetrati nei confronti della figlioletta fin dalla tenera età. E colpevole anche della produzione di materiale pedopornografico. L’avvocato Viale attende il deposito della sentenza. «Dobbiamo capire quali sono i motivi che hanno spinto il collegio a condannare l’imputato - ha detto l’avvocato Viale - poi procederemo con il ricorso». In sede di udienza preliminare non era stata accolta la richiesta di rito abbreviato e nelle due udienze non sono stati sentiti i testi della difesa. Per ora rimane la condanna a sette anni e la provvisionale di 40mila per la figlia.

Messina, un arresto per pedofilia: palpeggiava la nipote di 13 anni


La polizia ha arrestato un uomo di 53 anni con l'accusa di pedofilia: marito della nonna della giovane, sposato in seconde nozze, avrebbe palpeggiato e baciato la nipote tredicenne della donna. Ad accorgersi dell'atteggiamento morboso del marito nei confronti della nipote era stata proprio la nonna della vittima, che aveva confidato i suoi sospetti alla figlia, la quale ne aveva parlato con la minore. La ragazzina ha così rivelato che l'uomo aveva abusato di lei.

Pedofilia: arrestato vicepreside, in chat si fingeva ragazzina

Custodiva nel suo computer più di centomila file, tra foto e video, pedopornografici. Per questo gli agenti della polizia postale di Cagliari hanno posto agli arresti domiciliari il vicepreside del liceo "Motzo" di Quartu Sant'Elena, Alessandro Dettin, 58 anni, originario di Schio nel Vicentino. A fare scattare le indagini sarebbe stata la denuncia di un utente di una chat frequentata dall'uomo, che su internet fingeva di essere una ragazzina.

Scandalo pedofilia, altri quattro sacerdoti coinvolti


Trema Città del Vaticano. Ipocentro del sisma è la voce dell'ex sacerdote Patrizio Pozzi. L'ex parroco, che ha già scontato una pena di 5 anni per pedofilia, ha deciso di parlare, dopo che gli è stato impedito di tornare nei suoi "ranghi". Pozzi ha fatto dei nomi di persone coinvolte nello scandalo. Nel registro degli indagati sono stati iscritti quattro sacerdoti, tra cui un monsignore, segretario di un vescovo, e un militare che reclutava bimbi.
La procura di Roma sta verificando le accuse dell'ex parroco. L'inchiesta indaga su un giro di violenze sessuali da parte di prelati di alto livello e di sfruttamento della prostituzione minorile. A confermare la versione di Pozzi c'è anche un giovane, vittima di abusi, che qualche mese fa ha accompagnato in caserma l'ex prete confermando i fatti.

Come scrive Il Messaggero, Pozzi ha deciso di parlare una volta che, scontata la pena, ha chiesto di rientrare ad operare. Richiesta negata con conseguente denuncia. Secondo la versione del prete ad accompagnare i ragazzi sarebbe un carabiniere. E in effetti il militare in questione, durante i pedinamenti, avrebbe accompagnato un giovane in una chiesa romana. Anche se ancora non è stato verificato per quale motivo.

venerdì 21 giugno 2013

Campagna estiva contro la pedofilia

Riparte anche quest'anno la consueta campagna estiva contro la pedofilia

LA PEDOFILIA NON VA IN VACANZA,
LE VACANZE DEI NOSTRI OPERATORI... DIFENDERE I BAMBINI


Anche durante le vostre vacanze potete contare sul nostro supporto e aiuto in caso di necessità. Gli operatori rispondono al numero di rete mobile istituzionale 333-9079391 per fornire tutte le informazioni per prevenire adescamenti e dare suggerimenti e consigli. La nostra mail sosinfanzia@unavitasottile.org è sempre attiva per richiedere via internet il nostro supporto o per segnalare pedopornografia sulla rete internet. Dal nostro sito internet collettore www.unavitasottile.org è possibile scaricare il vademecum della campagna con i nostri suggerimenti per prevenire la pedofilia nei luoghi di vacanza.

giovedì 20 giugno 2013

Cosenza, due episodi preoccupanti di pedofilia in una giornata

Le Forze dell'ordine di Cosenza sono dovute intervenire per due atti a sfondo pedofilo. Il primo è accaduto a Rende dove, all'interno del parco Robinson, due persone sono state tratte in arresto poichè sorpresi a compiere atti osceni mentre, da un buco precedentemente praticato sulla parete di un bagno, spiavano un quindicenne. Il "Parco Robinson" oltre che molto frequentato ha al suo interno anche un asilo. Il secondo atto si è registrato a Cosenza dove l'autista di un autobus è stato denunciato per aver tentato di abusare di una sedicenne. Secondo le prime ricostruzioni l'uomo avrebbe dapprima fatto scendere tutti i passeggeri lamentando un'anomalia al proprio mezzo. Successivamente si sarebbe proposto di accompagnare, con il medesimo autobus, la minorenne a casa. Giunto in un luogo appartato ha tentato di abusare di lei che, per fortuna, è riuscita a divincolarsi.

Cina: stupro' 11 minori, fucilato pedofilo

Le autorita' cinesi hanno eseguito la condanna a morte per fucilazione di un ex funzionario governativo condannato per aver violentato undici minorenni. Lo scrive l'agenzia Nuova Cina. L'uomo, Li Xiongong, ex vice segretario generale del comitato cittadino del partito comunista di Yongcheng, nella provincia centrale dell'Henan, e' stato arrestato nel maggio dell'anno scorso per aver violentato le ragazzine dalla seconda meta' del 2011. Dopo la condanna, l'uomo fece appello ma fu rigettato.

Pedofilia: associazione vittime, Onu chiami a risponderne il Vaticano

Le Nazioni Unite dovrebbero chiamare il Vaticano a rispondere degli abusi commessi dai preti pedofili, avendo fatto ben poco per impedirli. A sostenerlo e' David Clohessy, direttore del Survivors Network of those Abused by Priests (SNAP), associazione di vittime della pedofilia, il quale ha detto di avere poche speranze che il nuovo papa Francesco possa invertire la rotta. ''Possono tirar fuori tutte le politiche, le procedure impressionanti e le promesse che vogliono'', ha detto Clohessy in vista dell'incontro con la Commissione per i diritti dei minori delle Nazioni Unite, che dovrebbe esaminare il caso nei mesi prossimi. ''Noi abbiamo a che fare con una monarchia globale e potente, ben radicata, il cui potere e' sottoposto a ben pochi controlli. Ecco perche' ci rivolgiamo sempre piu' spesso alle istituzioni internazionali che riteniamo abbiano il peso, la portata e il dovere di intervenire''. La SNAP sta anche facendo pressioni sul Tribunale Penale Internazionale, affinche' accolga il ricorso delle vittime di tutto il mondo emerse in questi anni, dall'Irlanda agli Stati Uniti, dall'Australia alla Germania. 

martedì 18 giugno 2013

Marianna Cendron biglietto misterioso ai genitori. Il mistero si infittisce

Marianna Cendron scomparsa da Paese, biglietto misterioso ai genitori
Marianna Cendron scomparsa da Paese, biglietto misterioso ai genitori
Marianna Cendron scomparsa da Paese, biglietto misterioso ai genitori

Si infittisce il mistero sulla scomparsa di Marianna Cendron.
La 18enne di Paese sembra essersi volatilizzata nel nulla, dalla sera del 27 febbraio scorso, quando dopo il lavoro a Salvarosa non aveva più fatto ritorno a casa. Svanita anche la sua bicicletta bianca, inseparabile, mai ritrovata.
Proprio per cercare quella bicicletta qualche giorno fa i genitori di Marianna, Pierfrancesco ed Emilia si erano recati a Este, dove una donna affermava di aver intravisto un ciclo gettato in un canale che assomigliava tanto a quello della ragazza.
La segnalazione è pervenuta alla trasmissione "Chi l'ha visto?" e i coniugi Cendron sono andati sul posto insieme a carabinieri, sommozzatori e volontari. La ricerca si è rivelata un buco nell'acqua, ma la giornata ha riservato ai Cendron nuove sorprese.
Ritornati all'auto - raccontano nella puntata di "Chi l'ha visto?" andata in onda il 12 giugno - hanno trovato sul parabrezza un foglio bianco, piegato in due, riportante alcune cifre scritte a mano: 27885 PD.
Inizialmente Pierfrancesco ed Emilia pensano al messaggio lasciato da qualcuno che avesse urtato la loro auto, ma così non era.
Cosa significano quelle cifre? La redazione della trasmissione televisiva di Rai Tre, svolgendo alcune ricerche, ha escluso che si tratti della targa di un'auto, pensando piuttosto alla numerazione del servizio pubblico urbano di Padova.
La stringa condurrebbe a due punti della città in particolare ma molto distanti tra loro, via Mafalda di Savoia e alla zona presso l'ospedale, vicino a una pizzeria. Nessuna delle persone interpellate dalla troupe e dal papà Pierfrancesco, però, sembra aver visto Marianna e inquietanti interrogativi affiorano.
Chi ha lasciato il biglietto ai Cendron? Come sapeva che si trovavano a Este e che quella era la loro auto? Si tratta di un tentativo di aiuto o di depistaggio?
Sono passati più di tre mesi da quando Marianna è scomparsa e la preoccupazione per la sua salute - come sottolineato dal prefetto Adinolfi nei giorni scorsi - aumenta sempre di più.


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La grande G contro gli "orchi del web". Una banca dati contro la pedopornografia

GoogleLa grande G scende in campo per combattaere una battaglia per la tutela dei minori e per un web migliore. Solo nel 2011, il Centro Nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati ha annunciato di aver ricevuto 17,3 milioni di immagini e video di sospetti abusi. Visto che il numero é il quadruplo rispetto a quello del 2007 e questo orribile fenomeno tende ad espandersi a macchia d'olio, l'azienda ha annunciato di voler contribuire a frenare questa proliferazione di pornografia infantile. In realtà, il gigante del web ha in programma di fare addirittura un passo ulteriore: vuole sradicare completamente la pedopornografia da Internet. Il progetto di Google consiste nel costruire una banca dati di immagini pedopornografiche che possano essere condivise con altre aziende di tecnologia, forze dell’ordine, e di beneficenza in tutto il mondo. La banca dati permetterà a questi gruppi di scambiarsi informazioni, collaborare e rimuovere le immagini dal web. Ma come funziona questo database? Una volta individuati, i contenuti pericolosi saranno omessi dai risultati delle ricerche e segnalati alle autorità. Queste decisioni sono frutto di una forte pressione politica per la soppressione di un fenomeno vergognoso e difficile da debellare. Fra i governi che sono attivamente scesi in campo c'è quello inglese. Claire Perry MP, consigliere del Primo Ministro David Cameron, ha spiegato che i filtri per la censura dei contenuti pedopornografici saranno preimpostati per default entro la fine del 2013. Gli ISP dovranno fornire i filtri sia ai nuovi clienti sia a quelli già acquisiti. Oltre al database, che rimane comunque l'obiettivo dell'azienda, Google ha anche annunciato sabato che donerà ulteriori 5 milioni di dollari per la lotta contro la pornografia infantile. Il denaro verrà diviso tra le organizzazioni di tutela dei minori a livello mondiale per garantire un futuro migliore ai più piccoli. E' inoltre importante ricordare che altre aziende di tecnologia si sono attivate nel combattere la pornografia infantile su Internet. Microsoft ha contribuito a sviluppare la tecnologia di hashing per il programma PhotoDNA per la National Center for Missing che si occupa dei bambini sfruttati; mentre Facebook utilizza la tecnologia della sua rete al fine di garantire che gli utenti non si scambino foto pornografiche.

"Da un punto di vista qualitativo, è molto più grave l’aborto dell’abuso su un bambino da parte di un sacerdote". Le parole choc di Monsignor Martinez Castilla pronunciate durante una messa in Messico.


SAN MARCOS - "Da un punto di vista qualitativo, è molto più grave l’aborto dell’abuso su un bambino da parte di un sacerdote". Sono queste le parole choc che, pronunciate da monsignor Fabio Martinez Castilla, dell’arcidiocesi di Tuxtla nella regione del Chiapas, durante una messa, hanno fatto saltare sulla sedia più di un fedele. Quando viene perpetrato un atto di pedofilia, è il "futuro del bambino a morire", mentre l’aborto è "un assassinio". E' secondo questa teoria che l'alto prelato avrebbe seguito per l'espressione pronunciata nel corso dell'omelia. Poi, noncurante di quanto detto, ha ribadito il concetto. "Anche se l’aborto è molto più grave, quantitativamente le due cose arrecano un danno enorme e meritano di essere punite". Secondo Monsignor Castilla i preti pedofili non devono essere coperti ma incarcerati e banditi dalla Chiesa. Però bisogna ricordare che anche "insegnanti, politici, dottori e chiunque agisca contro il bene e la libertà di un bambino dev’essere punito". 

CONTRO PRESERVATIVI E SESSO ANALE

Le affermazioni dell'alto prelato non hanno bisogno di essere commentate. Purtroppo, però, l’arcivescovo non è nuovo a queste esternazioni. Tempo fa definì pazzo il vescovo di Alcalá de Henares, mons. Juan Antonio Reig Pla, che aveva consigliato alle coppie di praticare il sesso anale pur di evitare gravidanze indesiderate che portassero all’aborto. Più recentemente, invece, si è pronunciato contro l’utilizzo dei preservativi, definite delle toppe per evadere le proprie responsabilità. "È come affermare che l’unico di modo di fare pace sia quello di uccidere gli altri - ha detto Martinez -. La migliore soluzione al problema della responsabilità è che i genitori siano responsabili non solo nell’allevare ma anche nell’educare i figli". Mons. Fabio Martinez Castilla, 63 anni, è arcivescovo della più grande città del Chiapas da febbraio di quest’anno. Dal 2007 è stato vescovo di Ciudad Lázaro Cárdenas.

Abusi su bimba di 10 anni, arrestato a Brescia

Brescia, 18 giu. - La squadra mobile di Brescia ha arrestato un uomo di 47 anni di Collebeato per violenza sessuale nei confronti di una bimba di 10 anni che l'aprile scorso a Brescia sarebbe stata palpeggiata nelle parti intime all'interno di un negozio dove si era recata per comprare un pennarello. La bimba stando alla polizia era stata molestata anche nell'androne di casa. A carico dell'autotrasportatore ci sarebbero altri due episodi ai danni di bimbe 10 e 11 anni intercettate e seguite. L'uomo era gia' stato arrestato in passato per un fatto analogo e denunciato per molestie nei confronti di quattro bambini. In aprile inoltre si era reso autore di atti di esibizionismo davanti alla scuola media di Pompiano. Ora e' in cella dove e' stato accompagnato da una poliziotta del settore minori.

venerdì 14 giugno 2013

"Un pedofilo perseguita mio figlio" Sos di una madre che chiede aiuto dopo aver denunciato gli episodi in caserma


Rovigo - LUI GLI HA chiesto l’amicizia su Facebook, nonostante avesse 14 anni più di lui e nonostante non si fossero mai visti prima. Subito ha iniziato a mandargli messaggi, all’inizio innoqui, per conoscersi. Poi è arrivato dritto al sodo: gli ha chiesto di vedersi, nel bagno di un grande centro commerciale della provincia e di fare sesso. Lui, il ‘cacciatore’, ha 28 anni. L’altro, la ‘preda’, è un ragazzino di appena 14 anni e a denunciare quanto accaduto è stata proprio la mamma del giovane, terrorizzata da quello che poteva accadere. Della vicenda se ne occuperà presto anche un servizio del programma ‘Le Iene’, ma agli atti della questura la denuncia è datata addirittura 3 marzo.
«MIO FIGLIO è un ragazzino molto trasparente — racconta la madre —. Spesso lascia Facebook aperto, sul computer di famiglia e sa che io e mio marito possiamo controllarlo». Proprio quello che è successo un giorno di inizio marzo. Sulla pagina del ragazzino c’è una chat che lascia senza parole i suoi genitori. «Questo uomo, che sul profilo, probabilmente falso, si dà 30 anni, aveva chiesto l’amicizia a mio figlio a settembre — continua la madre —. Nella conversazione di febbraio però gli aveva chiesto un appuntamento dopo aver inviato a mio figlio foto porno, link a siti osceni e chiesto se sapeva fare sesso». Alle domande dell’uomo il ragazzino rispondeva in maniera innocente. «“Vuoi vedere dei film?” gli chiedeva l’uomo e mio figlio rispondeva “cartoni?” — va avanti —. A un certo punto ha inviato a mio figlio il suo numero di cellulare e gli ha chiesto di vedersi nei bagni del centro commerciale per fare sesso. A quel punto io e mio marito siamo corsi alla polizia a denunciare il fatto». Nel frattempo la madre del ragazzino ha digitato su un motore di ricerca il numero di cellulare di quell’uomo ed è riuscita a scoprire che si tratta di uno gigolò rodigino con tanto di annunci e fotografie hard. «Mio figlio ha detto che non si sono mai incontrati e che gli ha risposto senza capire cosa volesse davvero quell’uomo — aggiunge —. Non sa ancora nulla di sesso. E’ stato il 28enne a disdire l’incontro, parlando di impegni di lavoro».
POI però «mercoledì ha contattato di nuovo mio figlio e mi sono decisa a chiamare ‘Le Iene’ — conclude —. Lo hanno prima cercato su Facebook, ma non ha abboccato. Poi l’hanno chiamato al cellulare per concordare un appuntamento (mercoledì) vicino all’Aliper». Il servizio andrà in onda nei prossimi giorni, ma ora resta l’angoscia per quello che è successo fino a oggi. «So che una volta si sono visti con la webcam — aggiunge —. Dopo la trappola della trasamissione, quell’uomo si è cancellato da Facebook».

Assunta Basentini, psicologa del Tribunale dei minori, commenta “Buongiorno Luciano”. «Dietro quel video c’è un reato», dice, «si profila l’ipotesi della pedopornografia».

Noi di Una Vita Sottile abbiamo già segnalato il video alle forze di Polizia e rimaniamo in attesa di sviluppi che speriamo positivi. Come affermava la dott.ssa Basentini, dietro a quel video possiamo riconoscere una vera ipotesi di reato come l'istigazione alla pedopornografia. Confidiamo nelle forze dell'ordine e speriamo che si possa quanto prima chiudere questo video della vergogna. Un grade lavoro si prospetta per la scuola elementare dove il video ha fatto il giro, un lavoro in quanto si dovrà rompere degli schemi prefissati e dover spiegare la sessualità a dei bambini di pochi anni che sicuramente faranno delle domande. Una plauso alla dott.ssa Assuanta Basentini per aver segnalato agli organi di stampa il video e a lei va il nostro aiuto se lo dovesse richiedere.

Assunta Basentini, psicologa del Tribunale dei minori, commenta “Buongiorno Luciano”. «Dietro quel video c’è un reato», dice, «si profila l’ipotesi della pedopornografia».


Assunta Basentini, psicologa del Tribunale dei minori di Potenza, è incredula. Quel video - Buongiorno Luciano - «è davvero brutto, volgare». Non solo: «Io credo che in questo caso si possa addirittura parlare di abuso sessuale on line, di istigazione alla pedo-pornografia». E della canzoncina di due minuti e mezzo che i bambini di 9-10 anni, in una festa di fine anno scolastico, cantavano a squarciagola. La canzone e il relativo video raccontano di un bambino di 9 anni, Luciano, alla scoperta della sessualità. Solo che le protagoniste di questa scoperta sono la maestra, la bidella e un’infermiera. E, attraverso vari frutti, Luciano scopre così cos’è il sesso. 
«Mi auguro dice Basentini - che qualcuno segnali questo video alla polizia postale. Genitori, associazioni, per esempio. Perché adesso su questi temi non si scherza, ci sono delle significative novità introdotte con l’adozione della Convenzione di Lanzarote». La Convenzione è il primo strumento giuridico internazionale a imporre agli Stati di prevenire e criminalizzare ogni forma di abuso e sfruttamento sessuale sui bambini. E, in particolare, Basentini sottolinea un passaggio: «per pornografia minorile si intende ogni rappresentazione, con qualunque mezzo, di un minore degli anni diciotto coinvolto in attività sessuali esplicite, reali o simulate, o qualunque rappresentazione degli organi sessuali di un minore di anni diciotto per scopi sessuali». 
Può trattarsi di un gioco, magari il gruppo (che “produce” musica demenziale) si è così voluto divertire, «ma adesso, con l’introduzione delle nuove regole, ci sono dei precisi paletti. Perché, tra l’altro, quel video colpisce per la normalizzazione delle immagini, mentre il testo è sin dall’inizio molto forte. Quelle immagini semplificate, che sembrano innocenti cartoni animati, arrivano facilmente ai bambini. E’ la formula più vicina alla fantasia e alla mente del bambino». Si sceglie quindi un bambino come protagonista, si scelgono figure ben precise nella vita del bambino e si sceglie di usare anche un linguaggio che ai bambini arriva ancora più facilmente. «Non è un gioco - continua Basentini - tutto ciò che arriva ai bambini con contenuti subdoli deve essere attentamente studiato. E con l’avvento della rete questo controllo diventa ogni giorno più complesso. Ma in questo caso a me sembra piuttosto evidente il profilarsi di un reato: abbiamo un minore coinvolto in atti sessuali. E che l’atto sia reale o simulato poco importa: le nuove norme parlano piuttosto chiaramente». 
Quel contenuto «molto forte sulle dinamiche della sessualità, non è adatto ai bambini. E’ pesante e troppo forte rispetto al percorso di crescita di un bambino che normalmente è incuriosito dall’argomento. E l’effetto è destabilizzante dal punto di vista dell’informazione. Ci sta che il bambino prenda contatto con alcune parti del proprio corpo, ma in questo caso il bambino è coinvolto in atti sessuali che prevedono un adulto dall’altra parte. Ed è grave. I personaggi con cui il piccolo interagisce sono adulti e questo, a mio modo di vedere, la dice lunga sull’origine della cosa». Il video, a quanto sembra, dopo la segnalazione del Quotidiano sarebbe stato visto anche dal personale della Polizia postale che, ora, dovrà verificare e fare indagini. Perché bisogna capire se dietro quelle immagini c’è solo uno stupido gioco o c’è dell’altro. 
«Quella dai 3 ai 10 anni - dice ancora Basentini - è la fascia d’età prediletta dai pedofili. E’ nella loro cultura arrivare proprio ai bambini di quell’età. Per questo dico che anche se quel video è nato da un gioco bisogna capire le dinamiche che ci sono dietro. E comunque ci sono degli argini che vanno rispettati. E un adulto che fa sesso - anche simulato - con un bambino è qualcosa che va oltre il gioco. Anche perché di solito dietro queste iniziative non c’è un singolo soggetto, ma un’organizzazione. Ed è questo che spaventa di più della rete. Perché anche il giochino che sembra più innocente può mandare al bambino altri messaggi, molto più subdoli. Ed è responsabilità di genitori ed educatori capire quei messaggi e intervenire prontamente».

“O ti spogli o pubblico la tua foto nuda”, pedo-pornografia a Foggia

“O ti spogli davanti alle webcam o pubblico la foto che ti ritrae nuda”. Con minacce simili, Marmorino Aldo, 28enne incensurato di Foggia, costringeva una 14enne a spogliarsi davanti alla telecamera del pc.
Era settembre dello scorso anno, quando una mamma denunciava ai Carabinieri di aver trovato messaggi di natura sessuale sul profilo di un social network della figlia. Dalle indagini avviate subito dai militari emerse che la minore era stata già contattata dal suo molestatore nel mese di agosto. Prima i complimenti per adescarla, poi la richiesta incessante di una fotografia che la ritraesse nuda.
Al diniego della ragazzina Marmorino aveva insistito, riuscendo ad ottenere la tanto desiderata foto con la promessa che non l’avrebbe più infastidita. Invece, alle richieste si sono aggiunte le minacce: il 28, infatti, chiedeva ripetutamente alla 14enne atti di autoerotismo dinanzi alla web cam, minacciandola di pubblicare la fotografia in suo passesso, se non avesse acconsentito alle sue richieste.
L’uomo è finito in manette con l’accusa di violenza sessuale aggravata, pornografia minorile e divulgazione di materiale peda-pornografico e con il suo arresto è finito anche l’incubo della 14enne.

giovedì 13 giugno 2013

Sale preoccupazione per Marianna Cendron: non sta bene

Marianna Cendron scomparsa da Paese, il nuovo identikit
Visibilmente smagrita e con i lunghi capelli tagliati cortissimi. Sarebbe questo l'aspetto di Marianna Cendron a tre mesi e mezzo dalla scomparsa.
L'identikit è stato diramato dalla prefettura dopo un vertice tenutosi martedì, per fare il punto della situazione.
A preoccupare è lo stato di salute della giovane di origini bulgare, che da quando ha 4 anni soffre di disturbi alimentari, per curare i quali era stata a lungo seguita da una clinica specializzata.
Il prefetto Aldo Adinolfi teme che proprio a causa dei suoi problemi Marianna possa trovarsi in difficoltà e invita a cercare ancora.
Dopo l'ultima segnalazione, risalente a una decina di giorni fa che la voleva nel Bellunese, è tornato il silenzio sulla ragazza, scomparsa nel nulla la sera del 27 febbraio dopo una giornata di lavoro al ristorante "Teatro Al Golf" di Salvarosa.
Nelle prime settimane dopo la scomparsa erano pervenute diverse segnalazioni che parlavano di Marianna nel Veneziano e nella Marca, poi il silenzio per un mese.
In una recente conferenza stampa i genitori di Marianna Pierfrancesco ed Emilia, avevano esortato tutti a collaborare e lanciato un appello alla figlia: "Speriamo che stia bene e che si metta in contatto con noi o con il fratello e che non sia tenuta prigioniera da qualche parte".



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In Polonia maxi operazione contro la pedopornografia: arrestate 21 persone

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Per il possesso e la diffusione di materiale pedopornografico in Polonia sono state arrestate oggi ventuno persone, riferisce l'ufficio stampa della polizia polacca.
Gli agenti polacchi con l'aiuto dei colleghi tedeschi sono riusciti a trovare una rete informatica attraverso la quale i pedofili condividevano foto e video.
Gli investigatori polacchi sono riusciti a risalire agli indirizzi IP di ventisei persone residenti nelle undici province del Paese. Diverse persone si sono già dichiarate colpevoli di possesso di materiale pedopornografico. Gli arrestati rischiano una condanna fino ad otto anni di reclusione. Uno dei fermati è stato anche accusato di corruzione di minori e arrestato. Alcuni sono stati liberati su cauzione.

Pedopornografia, 18mila file di bimbi nudi: arrestato


Pedopornografia, 18mila file di bimbi nudi: arrestato
Piacenza - Detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Questa l'accusa con cui la Polizia di Piacenza ha arrestato un uomo di 40 anni nella cui abitazione sono stati trovati 18mila file, tra video e foto, con bambini tra i 5 e i 13 anni nudi o coinvolti in atti erotici o in rapporti sessuali completi. 

Secondo quanto si apprende, l'uomo - piacentino - ha scaricat il materiale da Internet con l'utilizzo di file sharing e utilizzando abusivamente la connessione Wi Fi del vicino di casa, all'oscuro di tutto.

abusa di un bimbo per 7 anni, arrestato a Lucca

Per sette anni avrebbe abusato fisicamente e psicologicamente del figlio di una coppia della quale si era conquistato la fiducia. E' finito in manette un uomo di 63 anni, operaio di Capannori in provincia di Lucca.
L'uomo, a seguito di alcuni lavori di ristrutturazione della casa della coppia, si e' lentamente guadagnato la fiducia dei due, tanto da diventare una sorta di 'zio' acquisito per il bambino, che all'epoca di questi primi contatti, aveva sei anni. Conquistato la fiducia dei genitori, e' stata la volta del piccolo, 'conquistato' con regali e con gite. Ma dopo questo, sarebbero arrivati gli abusi, ripetuti nel tempo.
Poi il piccolo e' cresciuto e ha iniziato ad avere interesse per le coetanee: un qualcosa che l'uomo non ha sopportato, tanto da divenire geloso e chiedere consiglio a dei ragazzi di poco piu' grandi di quel bimbo, adesso adolescente.
Ha cosi' fatto leggere i messaggi che gli arrivavano dal ragazzino a un sedicenne e, poco tempo dopo, a un altro ragazzo di poco piu' grande. I due hanno subito compreso che c'era qualcosa di 'distorto' in questo rapporto tra l'operaio e l'adolescente e cosi' hanno raccontato quello che sapevano della vicenda ai carabinieri di Capannori. E' quindi iniziata un'indagine che ha coinvolto tutta l'organizzazione del Codice Rosa di Lucca e che e' durata tre mesi esatti, al termine della quale l'uomo - che si e' ripetutamente dichiarato 'innamorato' del ragazzino, nei confronti del quale aveva comportamenti quasi adolescenziali - e' finito in manette. L'operaio che si e' avvalso della facolta'' di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia, adesso si trova detenuto nel carcere di Lucca.

artigiano in manette: atti sessuali ripetuti su un ragazzino


Una squallida vicenda dai contorni ancora in fase di definizione che ha portato all’arresto - da parte dei carabinieri di Capannori guidati dal maresciallo Antonio Fasiello - di un artigiano di 63 anni accusato di pedofilia. Per oltre cinque anni avrebbe abusato di un ragazzino, oggi tredicenne, approfittando dell’amicizia con la madre di lui che lo lasciava in custodia all’anziano quando andava a lavoro. Le violenze sarebbero avvenute nell’abitazione dell’uomo.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, dopo aver fatto lavori artigianali a casa della famiglia, Leone si era guadagnato la fiducia dei genitori e del ragazzo. E loro glielo affidavano. L’artigiano andava a prendere il ragazzo a scuola, lo portava al mare, anche a fare viaggi in città d’arte.
Per sette anni ha avuto rapporti di natura sessuale con il bambino. Al piccolo faceva continui regali e gli diceva che se avesse raccontato cosa succedeva tra loro, lui se ne sarebbe andato, che sarebbe scomparso dalla sua vita e non gli avrebbe fatto più regali.
A un certo punto il ragazzo, cresciuto, avrebbe manifestato all’uomo diverse  inclinazioni sessuali e lui ha temuto di perderlo. Così l’artigiano  sessantreenne si è confidato con un ragazzo di sedici anni e con un adulto chiedendo loro consiglio su come poteva tenerlo legato a sé. Da lì sono partite le indagini che hanno fatto emergere la vicenda in tutti i suoi orribili contorni.

Insegnante cacciato per pedofilia


ZURIGO - Un insegnante della scuola secondaria di Nänikon-Greifensee (ZH) è stato licenziato lo scorso mese perché giudicato colpevole nel 2011 di pornografia infantile e atti sessuali con fanciulli. Le competenti autorità comunali e cantonali non erano al corrente della sentenza.
Il 51.enne era stato condannato dal Tribunale distrettuale di Zurigo a 15 mesi di prigione con la condizionale e a una multa di 1000 franchi, ha reso noto mercoledì la trasmissione "Schweiz Aktuell" della televisione svizzero tedesca SRF. L'uomo era stato già condannato anche in Thailandia per abusi sessuali su minori, ma era stato liberato dopo il pagamento di una cauzione.
Hansruedi Ammann, presidente della commissione scolastica di Nänikon-Greifensee, ha confermato i fatti all'ats. L'istituto ha scoperto le sentenze solo il 27 maggio, grazie a informazioni fornite da un altro insegnante. Il giorno stesso è stato deciso il licenziamento con effetto immediato. Un'inchiesta amministrativa è stata avviata, ha indicato il presidente in una lettera indirizzata ai genitori, in possesso dell'ats.
L'uomo è stato ascoltato. Ha confermato le condanne, ma ha negato di essere realmente colpevole. La commissione ha dichiarato di rispettare la presunzione d'innocenza, ma ha anche aggiunto che le accuse sono troppo gravi perché il 51.enne possa continuare a insegnare.

mercoledì 12 giugno 2013

Un nuovo Concilio vaticano per sradicare la pedofilia dalla Chiesa


Il cardinale australiano George Pell
Non sono nuovi a prese di posizione forti, e fuori dal coro, i tre vescovi australiani che il 4 giugno scorso hanno lanciato una petizione per un Concilio Vaticano III che affronti di petto lo scandalo degli abusi sessuali da parte del clero. Ma stavolta mons. Geoffrey Robinson, mons. Pat Power e mons. William Morris - tutti e tre in pensione - puntano dritto al cuore della Chiesa indirizzando il loro accorato appello, che in pochi giorni ha raggiunto più di 20mila firme, direttamente a papa Francesco.Tre sono, secondo Robinson e compagni, gli strumenti principali per sradicare la piaga degli abusi dalla Chiesa: identificare e rimuovere i colpevoli; assistere tutte le vittime; individuare e risolvere le cause all'origine sia degli abusi che dell'inadeguata risposta al problema da parte della Chiesa. Un compito che, secondo i tre, solo un nuovo Concilio, con una massiccia partecipazione di laici, può assolvere. «La situazione è così grave - si legge nel testo della petizione, cui si può dare la propria adesione sul sito change.org - da indurci a invocare un Concilio ecumenico per cercare di fare tutto ciò che è possibile per sradicare dalla Chiesa tali abusi e per dare una risposta adeguata alle vittime. Fondamentale in questo senso - prosegue l'appello - è che i laici abbiano un peso maggiore all'interno del Concilio e che si discuta di alcune questioni». 
Quali? «La persistente influenza dell'idea di un Dio arrabbiato; l'immaturità che nasce dall'obbedienza passiva negli adulti; gli insegnamenti della Chiesa in materia di morale sessuale; il ruolo giocato nella questione abusi dal celibato, in particolare dal celibato obbligatorio; la mancanza di una influenza femminile forte in ogni aspetto della Chiesa; l'idea che, attraverso l'ordinazione, il sacerdote assurga a un rango superiore rispetto alle altre persone; la mancanza di professionalità nella vita di preti e religiosi; le situazioni malsane in cui molti preti e religiosi sono costretti a vivere; la passione, nella Chiesa e specialmente in Vaticano, per la segretezza e per l'occultamento dei difetti; il modo in cui la protezione dell'autorità papale è stata anteposta allo sradicamento degli abusi».

Questa petizione, spiegano i tre, «darà ai cattolici una voce collettiva»: mostrerà al nuovo papa che «l'intera Chiesa vuole aiutarlo, lavorare con lui su una questione così importante. Vogliamo che il nuovo papa guidi la Chiesa nel futuro che lui e tutti i cattolici desiderano e di cui il mondo ha bisogno». «Firmando questa petizione - è l'invito di mons. Robinson, mons. Morris e mons. Power - rafforzerai ogni gruppo cattolico che invoca il cambiamento. Darai il tuo contributo nella creazione di qualcosa di speciale: la voce dei fedeli. Aiuterai a creare una Chiesa per il futuro, libera dagli abusi sessuali, aperta alla partecipazione e inclusiva».
«Questa è la voce che vogliamo il Vaticano ascolti».Come sarà accolto questo appello ancora non si sa. Fino ad oggi i tre più che ascoltati sono stati osteggiati. Mons. Robinson, vescovo ausiliare di Sydney dal 1984 al 2004, è incorso in dure contestazioni a seguito della pubblicazione del libro Confronting Power and Sex in the Catholic Church: Reclaiming the Spirit of Jesus ("Potere e sesso nella Chiesa cattolica: ritrovare lo Spirito di Gesù"): un'analisi rigorosa e severa dell'organizzazione della Chiesa e della sua grave crisi interna, a cominciare, appunto, da quella legata allo scandalo degli abusi sessuali. E probabilmente non andrà meglio al libro che ha appena dato alle stampe, dal titolo For Christ's Sake: End Sexual Abuse in the Catholic Church. for Good ("Per amore di Gesù: fermiamo gli abusi sessuali nella Chiesa cattolica. in nome di Dio").
Mons. Morris, ex vescovo della diocesi di Toowoomba, è stato costretto alle dimissioni per aver ipotizzato la ripresa della discussione sul sacerdozio femminile e per aver concesso la celebrazione di confessioni comunitarie. Quanto a mons. Power, questi ha rassegnato le sue dimissioni da vescovo della diocesi di Canberra nel giugno del 2012, con un lustro di anticipo rispetto ai canonici 75 anni. Dimissioni che Benedetto XVI ha prontamente accolto.