sabato 30 giugno 2012

Adescava ragazzine su Facebook, poi le molestava e le faceva spogliare via webcam: condannato a 4 anni e 8 mesi


Genova. Condannato anche in secondo grado per sostituzione di persona, violenza sessuale e truffa: anche per la corte d’appello di Genova, il 32enne accusato di aver costretto ragazzine a spogliarsi via webcam, e una ad avere rapporti sessuali sotto minaccia, dopo averle adescate con una foto fasulla su Facebook, dovrà scontare in carcere 4 anni e 8 mesi.
L’uomo è accusato anche di divulgazione di video a contenuto pedo-pornografico di minori, detenzione di materiale pornografico e violenza privata.
Secondo l’accusa l’imputato aveva messo su Facebook la foto di un bel giovane con il nome e l’età (20 anni) non suoi. Era così riuscito a contattare diverse minorenni dalle quali si era fatto inviare anche foto e video dove apparivano nude o poco vestite. In qualche caso si sarebbe fatto consegnare del denaro sempre con la minaccia di raccontare tutto ai genitori.

Fu denunciato in seguito alla violenza sessuale su una ragazzina che, all’epoca, aveva 16 anni.

Giuseppe Forte e Antonio Spadaccini ricevono i bambini vittime di abusi


Sono stati ricevuti dal Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Forte, dal Vice Sindaco Antonio Spadaccini e da diversi consiglieri comunali i sei ragazzi del “Villaggio Sos” di Vicenza ospiti della nostra città per alcuni giorni.
Il Villaggio Sos ospita annualmente i bambini che, per decreto del tribunale dei minori, prescrive il loro allontanamento dal nucleo familiare d’origine per problemi di abusi, maltrattamento, droga. alcol e disturbi psichici.
“Il messaggio che si vuole far arrivare a questi bambini e ragazzi – ha dichiarato stamane la dottoressa Valentina Molino, Responsabile d’equipe del Villaggio Sos di Vicenza – è che se non c’è stata una famiglia “sufficientemente buona” che si è presa cura di loro, esistono altre famiglie allargate, a cominciare dagli educatori del Villaggio, alla scuola, allo sport che possono fungere da figure di attaccamento e da “contenitori” di esperienze positive.” “Entusiasti delle vacanze al mare – ha aggiunto – grazie alla collaborazione di alcune famiglie vastesi (De Antoni, Antinarelli e Ronzitti), hanno voluto dare un nome a questa esperienza e hanno pensato ad “un ponte d’amore tra Vicenza e Vasto”.
La Direzione Sos di Vicenza Onlus, nella persona della dottoressa Piera Maso, ha voluto ringraziare il Comune di Vasto per l’accoglienza riservata ai bambini.
“La preziosa considerazione – si legge in una nota ricevuta stamane dal Sindaco Luciano Lapenna dalla Direzione del Villaggio Sos di Vicenza – manifesta grande nobiltà d’animo e generosa condivisione del progetto di accoglienza di persone ferite negli affetti più cari, modello imperniato sulla centralità della famiglia”.
Nel corso del loro soggiorno a Vasto i bambini hanno visitato i Musei di Palazzo D’Avalos, la Riserva di Punta Aderci ed il Parco Aqualand.

venerdì 29 giugno 2012

Minori, attenzione agli squali del web

In Italia, 1 minorenne su 2 riceve proposte indecenti via web da sconosciuti. La maggior parte dei quali con un’età inferiore a 15 anni. Inoltre, al 30% di loro viene chiesto un appuntamento al buio. Sono alcuni dei dati di un’indagine Swg ricordati dal Moige in occasione del lancio di una nuova campagna nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere fondi che serviranno a finanziare un progetto di prevenzione e contrasto della pedofilia e della pedopornografia.

stupra le figliolette per fare film porno

Un incredibile caso di violenza domestica è stato fermato dalla polizia federale tedesca. Un padre di trentuno anni ha ripetutamente stuprato la sua bambina di quattro anni, e la figlia della sua compagna di sette, per realizzare filmati pedopornografici.
VIDEO PEDOFILI – Il caso è stato risolto grazie alle indagini che il Bundeskriminal Amt, Bka, conduce sulla pedofilia. Alcuni filmati che riprendevano rapporti sessuali tra un uomo e due bambine sono stati riconosciuti, e grazie ad esperti informatici il Bka è riuscito a risalire all’identità dell’autore. I poliziotti federali sono riusciti ad individuare l’uomo residente a Mönchengladbach, ed hanno scoperto che le bambine violentate nei filmati erano le sue figlie. Nei video la persona arrestata abusava sessualmente della sua bambina di quattro anni, e della figlia della sua compagna, che invece è di alcuni anni più anziana.
SORPRESA A CASA – Quando la polizia si è presentata per arrestare l’uomo non c’è stata alcuna resistenza, e la persona fermata ha subito confessato di essere lui l’autore dei filmati, circolati su internet nei forum legati alla pedofilia. I video pornografici erano infatti stati divulgati ad una rete pedofila, non si sa ancora se dietro pagamento, e così la polizia li ha potuti rintracciare. La moglie dell’uomo è rimasta completamente sconvolta dalle rivelazioni, affermando di non aver mai potuto anche solo immaginare che una simile violenza accadesse in casa sua. Le indagini proseguono per capire quali fossero gli appoggi del pedofilo, e chi abbia acquisito i filmati degli stupri delle figlie.

“Siamo pedofili e ce ne vantiamo”

L’associazione che vuole l’accettazione sociale dei rapporti sessuali tra adulti e bambini è stata vietata da un tribunale olandese. Il gruppo filo pedofilia “Martijn” non potrà più riunirsi, anche se i suoi membri non sono disposti ad accettare questa decisione.
I PRO PEDOFILI -Un tribunale olandese ha vietato ieri un’associazione di pedofili. Il gruppo, molto controverso, si chiama Martijn, e conta una sessantina di associati, che si battono per far accettare il sesso tra adulti e bambini. I magistrati di Assen ne hanno ordinato l’immediata chiusura, perché minaccia l’ordine pubblico. Secondo il tribunale olandese la pedofilia rappresenta un comportamento orribile, né normale né accettabile. Martijn lede inoltre i diritti dei piccoli, perché i bambini non sono in grado di difendersi rispetto agli approcci erotici degli adulti. A novembre un tribunale penale aveva rifiutato di procedere contro l’associazione fondata nel 1982. La procura allora si è appellata alla magistratura civile, che ha accolto la sua richiesta di divieto. Martijn promuove un sito che offre secondo i giudici una rete di supporto digitale e sociale ai criminali che molestano i minorenni.
RIFIUTO DI SCIOGLIMENTO - Il presidente dell’associazione pro pedofilia Marthijn Uittenbogaard ha definito la sentenza un giorno nero per la libertà di espressione e per lo stato di diritto. Il suo avvocato ha confermato l’intenzione di appellarsi contro il divieto, già comunicata nei mesi scorsi, visto che l’associazione non compie alcun reato, ma promuove la causa di chi apprezza il sesso tra adulti e bambini. Il precedente presidente del gruppo Martijn, Ad van den Berg, era stato condannato a più anni di prigione a causa del possesso di materiale pedopornografico. Van den Berg si era difeso sostenendo che i filmati e le foto a luci rosse con protagonisti i bambini servivano a scopo di ricerca. Anche a causa di questo caso era partita una petizione firmata da 72 mila olandesi che chiedevano lo scioglimento di Martijn. L’anno scorso si era scoperto che c’era anche un prete cattolico all’interno del consiglio direttivo del gruppo.

TORTURA LA FIGLIA DI 10 MESI E MANDA I VIDEO DEGLI ABUSI AL PADRE

CONNECTICUT - Le torture e gli abusi sulla figlia di soli dieci mesi erano perpetrati per fare un dispetto al padre della piccola. Le sevizie, infatti, venivano filmate e i video inviati all'ex compagno. Così una madre di venti anni, Kellie Park, di West Heaven nel Connecticut (Usa), è stata arrestata ilo scorso 20 giugno.
Dopo aver ricevuto i video e 55 messaggi dalla donna, il padre della bambina ha chiamato la polizia per denunciarla. La ventenne è accusata di crudeltà su minore, rischio di lesioni e minacce. Una delle frasi che Kellie ha scritto all'uomo è stata: "Le rompo la faccia, adoro abusare di lei".

Dai rapporti della polizia si legge che in un video la Park getta del cibo contro la bambina gridandole "Tuo padre vuole che ti faccia mangiare sul pavimento". Poi si vede la donna mettere la figlia in una culla e scuoterla fino a farla cadere. In un altro filmato la donna prende a calci la bimba in lacrime dicendole: "Se tuo padre non si prende cura di te non lo faccio neanch'io".

La polizia di west Heaven, dopo l'arresto di Kellie, ha subito preso in custodia la bambina e l'ha portata in ospedale. Gli investigatori stanno cercando di capire le cause del gesto.

martedì 26 giugno 2012

Facebook covo di pedofili

Sarebbe ora che Mark Zuckerberg fondatore di facebook oltre a rivedere quelle ignobili regole sullo spamming e sulle amicizie, si facesse carico di controllare o immettere dei filtri che impedissero agli utenti di creare pagine con contenuti così oltraggiosi e offensivi. Sarebbe anche ora che il caro Zuckerberg iniziasse a collaborare con la nostra Polizia Postale e le le nostre autorità, invece questo non succede. Molte domande ancora sono prive di una risposta riguardate il social-network da lui fondato Facebook.


- Che fine fanno le foto caricate dagli utenti? 
- Perché ha sostituito le nostre caselle di posta elettronica con le sue, che procedura di mercato è questa? - Perché il pulsante contro la pedofilia il così detto "Panic Button" è visibile solo in Gran Bretagna e non negli altri stati? 
- Secondo quali criteri definisci spamming una richiesta di amicizia non confermata?


Molte domande che attendono ancora una risposta, e intanto i bambini e gli adolescenti su Facebook vengono adescati dai pedofili. 
Zuckerberg attendiamo tutti con ansia, una risposta che sappiamo non arriverà mai. 


Speriamo che le forze dell'ordine e lo stato italiano si rendano conto del reale pericolo chiamato Facebook e prendano finalmente le dovute misure per la tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti presenti sul social-network.

Bambini disabili insultati su Facebook


Su Facebook è attiva da tempo una pagina che ironizza sugli handicap dei bambini. All’ignobile pagina “Un sorriso per tutti i bambini disabili” sono iscritti oltre 1200 utenti.

La fotocopertina della bacheca raffigura un ragazzino affetto dalla sindrome di Down che sorride ma una scritta sull’immagine recita: “Mi faccio schifo eh!!!”. Ma purtroppo questo è solo l’inizio di una serie di insulti e frasi di macabro sarcasmo rivolte ai piccoli disabili. Sono decine le foto postate in bacheca e ricoperte di insulti crudeli.
Negli scorsi giorni si sono moltiplicate le segnalazioni degli utenti che chiedono la chiusura immediata del gruppo e l’Associazione nazionale disabili italiani ha sollecitato il pronto intervento della polizia postale che ha avviato un’inchiesta per individuare gli ideatori e i frequentatori della pagina del social network che ovviamente si nascondono dietro nomi di fantasia. Ci auguriamo che presto siano identificati i responsabili.

Facebook ha cambiato le email di tutti


Negli ultimi giorni, Facebook ha cambiato tutti gli indirizzi di posta elettronica mostrati nella sezione “Informazioni” del Diario (Timeline) dei suoi iscritti. Al posto degli indirizzi personali, per esempio @gmail.com o @yahoo.com, la società ha inserito quelli forniti dal social network di tipo @facebook.com nel tentativo di rilanciare il proprio servizio di posta elettronica, fino a ora usato molto di rado dagli utenti. Facebook lanciò i nuovi indirizzi email a metà novembre 2010 per raccogliere in un’unica sezione del social network tutte le proprie conversazioni effettuate tramite chat, email o SMS. Nelle intenzioni dei responsabili della società, il servizio avrebbe dovuto sostituire progressivamente quelli della concorrenza, ma in oltre un anno e mezzo questo non è successo.
La modifica effettuata su tutti i Diari non è piaciuta a molti iscritti, che si sono lamentati per la scarsa trasparenza con cui Facebook ha deciso la sostituzione degli indirizzi email. In realtà, la società aveva anticipato il cambiamento nelle proprie regole sulla privacy, anche se l’annuncio era vago e non era stato particolarmente pubblicizzato:
Oltre a dare a tutti un indirizzo di posta elettronica – una iniziativa che Facebook ha avviato nel 2010 – stiamo anche portando avanti una nuova impostazione che dà agli iscritti la possibilità di decidere quali indirizzi mostrare sui loro Diari.
La possibilità di scegliere è stata intesa, evidentemente, con il poter cambiare l’impostazione predefinita per gli indirizzi @facebook.com decisa nel fine settimana dal social network.
Per inserire nuovamente il proprio vecchio indirizzo di posta elettronica personale, nel caso in cui sia stato sostituito automaticamente nel Diario, bisogna andare nella sezione “Informazioni”, cliccando sul link nella pagina principale del proprio profilo. Nella pagina che compare è sufficiente cercare l’area “Informazioni di contatto” e fare clic su “Modifica”. Si apre una scheda dove compaiono gli indirizzi email collegati al proprio profilo e da lì si può scegliere di rendere nuovamente visibile la propria classica email e di nascondere (se lo si desidera) quella @facebook.com. Infine basta cliccare su “Salva” alla fine della scheda e la sostituzione è fatta.
A seconda delle proprie impostazioni per la privacy, la sostituzione ha consentito a Facebook di rendere di colpo visibili a milioni di persone gli indirizzi di posta elettronica del social network degli altri iscritti. L’obiettivo dell’operazione è chiaramente quello di rilanciare il sistema email che fino a ora hanno usato in pochi, e per farlo i responsabili di Facebook hanno scelto un sistema un po’ invasivo, adottato già in passato: il cambiamento è predefinito e non ha richiesto una tua autorizzazione preventiva, in compenso nessuno ti vieta di sistemare le opzioni per rimettere le cose come stavano prima.

Lanciano: pedofilo violentò bambina, madre condannata per favoreggiamento


"Fallo fare". Cosi' aveva risposto alla richiesta di aiuto della figlia, di eta' inferiore ai 10 anni, violentata ripetutamente da un anziano. Con l'accusa di favoreggiamento la mamma della bimba e' stata condannata questa mattina a 10 mesi di reclusione nel rito abbreviato tenutosi davanti il giudice del tribunale di Lanciano, Francesca Del Villano Aceto. L'accusa, sostenuta dalla pmRosaria Vecchi, aveva chiesto 2 anni di reclusione. La pena e' stata sospesa.
Francesco Paolo Pasquini, 75 anni di Lanciano, che all'epoca dei fatti abitava con la donna e la bambina, era stato condannato lo scorso 30 maggio a 10 anni di reclusione per il reato di violenza sessuale ai danni della minore.
I due erano stati arrestati il 7 dicembre scorso a conclusione delle indagini della Procura di Lanciano diretta da Francesco Menditto. "In pochi mesi abbiamo ottenuto due condanne per dei reati particolarmente odiosi - ha detto il procuratore Menditto a margine della conclusione del primo grado - una volta che leggeremo la sentenza decideremo se ricorrere in appello". La sentenza verra' depositata entro 30 giorni. La madre e' stata allontanata dalla bimba all'indomani della misura cautelare: da allora la minore e' stata affidata a una struttura specializzata.

lunedì 25 giugno 2012

Insulti ai bambini disabili su facebook, inchiesta della polizia postale

Oltre 1200 utenti iscritti per una pagina che ironizza sugli handicap dei ragazzini. A nulla servono le proteste di altri frequentatori del social network. L'Associazione disabili italiani: "Mortificante". La polizia postale: "Domani informativa in Procura"


facebook interna nuova
Il nome del gruppo sembra innocuo: “Un sorriso per tutti i bambini disabili”. In realtà dietro si nasconde una pagina facebook è zeppa di insulti e sarcasmo macabro nei confronti di bambinicon disabilità o con la sindrome di Down. Oltre 1200 membri iscritti anche se numerosi account sembrano fasulli a giudicare dai nomi evidentemente di fantasia. Ma molti, in ogni caso, si iscrivono anche per rispondere e ricondurre alla ragione i frequentatori della pagina. Così ora è partita la protesta ufficiale dell’Associazione nazionale disabili italiani. La polizia postale ha avviato un’inchiesta per individuare chi “anima” (si fa per dire) la pagina del social network.
La fotocopertina della bacheca raffigura un ragazzino affetto dalla sindrome di Down che sorride. Una scritta sull’immagine recita: “Mi faccio schifo eh!!!”. E’ solo l’inizio. Scorrendo la pagina i commenti sono dei più crudeli. Aurora invita a festeggiare per il successo dell’Italia: “Carrozzine attaccate al gancio traino della macchina, con i m… (la censura è nostra, ndr) ben legati con festoni tricolore, e tutti in strada a festeggiare”. Colleziona 8 “mi piace” in pochi minuti. Alfredo si chiede: “Ma scusate i disabili a cosa servono? Non lavorano, puzzano e sono parassiti della società, una puntura e via, dai, ammazziamoli tutti”. Le reazioni indignate del popolo di facebook sono numerose e frequenti, spesso sovrastano i post ed i commenti dei membri della pagina. Ma non basta. Anzi, chi si indigna viene a sua volta ricoperto di improperi.La cernita dei commenti è necessaria, ma non esiste davvero confine. Si arriva ad augurare la morte.
E’ inevitabile, alla fine, che si arrivi a citare i crimini nazisti: “Ho acceso il forno – interviene Pamela – mettetevi in fila bambini disabili!”. Bernie Maddof III, che sembra uno degli animatori più assidui, se la prende con due gemelle siamesi, delle quali posta una foto con questa didascalia: “Come si fa a dire che sono esseri umani?”. Decine e decine di persone contribuiscono, postando e commentando le foto a riempire una vera e propria bacheca degli orrori. Si moltiplicano, di contro, le segnalazioni degli utenti che chiedono la chiusura immediata del gruppo.
Tra coloro che cercano di placare gli iscritti al gruppo anche la madre di un bambino disabile, Anna, che prova la strada della pacatezza: “E’ un angioletto stupendo che noi amiamo tantissimo e ringraziamo ogni giorno Dio per avercelo donato – scrive illudendosi di provocare un barlume almeno di senso di colpa – e ringraziamo tutte quelle persone che lo amano per quello che è (e ce ne sono davvero tante). Per fortuna quelli come voi che disprezzano i disabili sono una minoranza: chi non accetta la diversità in realtà non accetta se stesso ed in realtà vi dico che avete ribrezzo di voi stessi e lo esternate rivolgendolo ai disabili perché più deboli e indifesi”. Non serve a niente.
Mariella posta il sito di un’associazione che assiste i bambini malati di tumore. Inutile. Chi scrive ha disprezzo anche delle possibili conseguenze: “Ip sotto, ip sopra – sbotta Eleonora a chi paventa denunce – Vorrei chiedere a questi geni informatici cosa se ne fanno degli ip una volta identificati, forse li collezzionate?? Dai, fatemi sentire, sono curiosa”. La “curiosa” ha scritto proprio così, collezzionate, con la doppia zeta. Qualcuno dei più attivi ha tra le pagine che segue assiduamente quella di CasaPound, tra le altre. Il presidente dell’Andi Alfredo Bonino resta quasi senza parole: gli insulti hanno raggiunto anche la sua bacheca personale: “Non ho voluto neanche leggerli con attenzione. Ho eliminato, disgustato, ho eliminato il mio account, non ne sapevo niente, è una vicenda veramente mortificante”.
Ora sul caso indaga la polizia postale: “Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni da parte dei cittadini – spiega il vicequestore aggiunto Bernardino Ponzo, responsabile della polizia giudiziaria della polizia postale del Lazio – Stiamo monitorando costantemente la pagina facebook e domani avviseremo l’autorità giudiziaria, ci stiamo già muovendo per trovare i responsabili”.

Testimoni di Geova e pedofilia

CAMPAGNE. Moige: un sms contro la pedofilia


"Ogni genitore dovrebbe sapere che..." il titolo della campagna di prevenzione e contrasto agli abusi via internet
Un minore su 2 è stato contattato via web più volte con proposte indecenti da sconosciuti. A 3 minori su 10 è stato chiesto un appuntamento al buio. Il 30% di chi ha subito un tentativo di adescamento ha meno di 15 anni e più di 200mila minori hanno accettato proposte oscene in cambio di una ricarica telefonica.
A ricordare i dati allarmanti emersi da una recente indagine Swg, è il Movimento Italiano Genitori (Moige) che ha avviato una nuova campagna nazionale per prevenire e contrastare pedofilia e pedopornografia: è possibile donare 2 euro inviando fino al 3 luglio un sms al 45509 (o 2 o 5 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa). Madrina della campagna, battezzata Ogni genitore dovrebbe sapere che... è Milly Carlucci, da sempre vicina al Moige
«Come mamma - dichiara - so quanto sia importante e allo stesso tempo difficile proteggere i nostri figli dai pericoli del web . L'adescamento pedofilo è un'emergenza sociale che dobbiamo combattere e sconfiggere: internet non deve fare paura, ma va utilizzato in modo responsabile. La prevenzione è lo strumento più efficace per aiutare i nostri ragazzi a conoscerne a fondo rischi e opportunità»
Da anni il Moige è in prima fila nella lotta contro la pedofilia con campagne nazionali di sensibilizzazione, tour educativi e informativi itineranti mettendo a disposizione psicologi, avvocati, educatori, il numero verde 800.937070 e il sito internetwww.prevenzionepedofilia.it, con l’obiettivo di combattere la pedofilia anche nei nuovi ambiti in cui si sta presentando: in particolare attraverso il web, per un corretto e responsabile uso della rete.

“Io pedofilo, vi racconto come adescavo le mie prede”


Uno svizzero con la passione per le bambine e i maschietti annotava minuziosamente tutte le sue conquiste


"Io pedofilo, vi racconto come adescavo le mie prede"


Cosa c’è nella mente di un pedofilo? Il diario di un anziano assassinato per la sua passione con i bambini fornisce uno sguardo unico su questa personalità disturbata, che compiono uno dei crimini più odiosi che ci sia.
PEDOFILO BENEFATTORE -Hans G. era uno svizzero emigrato in Brasile a inizio degli anni novanta. Dopo poche settimane dal suo arrivo l’elvetico, all’epoca cinquantenne, iniziò a scrivere un suo diario. I suoi ricordi scritti sono stati fondamentali per capire chi fosse Hans G. . L’uomo era un pedofilo seriale, che molestava le giovani ragazze sotto mentite spoglie. Ricco manager dell’industria farmaceutica, lo svizzero pedofilo si faceva chiamare Jean Pierre nel paesino brasiliano dove aveva messo radici. Nel nuovo contesto dava libero sfogo alla sua sfrenata passione per le giovani adolescenti, quasi tutte minorenni, la cui conquista veniva annotata sul suo diario. L’aver rotto il tabù della giovane età ha portato poi il pedofilo a concentrarsi anche sui giovani ragazzi. Hans G. è stato ucciso a coltellate, e il suo delitto non è stato risolto, ma la causa dell’omicidio risiede nella sua sfrenata attività pedofila. Quando la polizia ritrovò il corpo, dopo alcuni giorni dalla sua morte, la televisione era sintonizzata su un canale pornografico, e la scena del delitto appariva essere stata teatro di un precedente rapporto sessuale.
ANNOTAZIONI PERVERSE - Il diario di Hans G. è pieno di resoconti delle sue prede, conquistate sostanzialmente grazie al denaro. Molti rapporti appaiono comprati, nel vero senso della parola, anche se il pedofilo non andava tra le prostitute. I suoi scritti sono finiti in mano alla polizia brasiliana dopo la scoperta dell’omicidio, e chi li ha tradotti dice a 20 Minuten che Hans G. ha meritato la morte. Si passa dall’esaltazione per la bella sveltina con la tredicenne Fernanda, ai 10 real consegnati ai piccoli Naldo e Paulo, che sono venuti per la prima volta con il pedofilo. “Non male per la loro giovane età”, annota con soddisfazione Hans G.
MOSTRO DELLA SOCIETA’ - Gli sconvolgenti diari del pedofilo svizzero sono stati ripresi dal sito elvetico 20 Minuten, che ha chiesto ad uno psichiatria, Lorenz Richner, di motivare le sconvolgenti azioni di Hans G. Secondo Richner la causa principale di questi comportamenti – criminali, come rimarca lo psichiatra svizzero – sono da attribuire da una parte alla profonda immaturità del soggetto, incapace di affrontare una relazione adulta. Dall’altra anche la tollerenza della società nei suoi confronti è stata decisiva, perchè nel povero villaggio brasiliano i soldi di Jean Pierre Hans G. erano molto ambiti, e gli abitanti si voltavano dall’altra parte piuttosto che affrontare la tragica realtà della pedofilia. Le vittime di Hans G. non dovrebbero aver subito violenza, anche perché l’uomo ha sempre rimarcato la loro “compravendita.” Alla fine, però, il prezzo non era più quello giusto, e il pedofilo ha trovato la morte.

Pedofilia: via web faceva spogliare minori, condannato


Su facebook falso profilo,4 anni e 8 mesi per violenza 

sessuale


(ANSA) - GENOVA, 19 GIU - Un uomo di 32 anni mise su facebook un falso profilo con la foto di un ragazzo di bell'aspetto per convincere una serie di minorenni a chattare con lui e, in alcuni casi, le convinse a spogliarsi via webcam. Con una di esse ebbe rapporti sessuali, minacciandola di raccontare tutto ai genitori. La Corte d'Appello di Genova ha confermato la condanna nei suoi confronti a 4 anni e 8 mesi inflittagli in primo grado per sostituzione di persona, violenza sessuale e truffa.

COSENZA, LEI PICCHIA IL FIGLIO DI 7 ANNI E LUI LO VIOLENTA: GENITORI IN MANETTE

COSENZA - Due coniugi, lui di 40 anni e lei di 38, sono stati arrestati per lesioni e violenzasessuale nei confronti del figlio di sette anni. Ai due è stata notificata una ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cosenza. Un insegnante del ragazzo ha notato che il minore era aggressivo ed ha chiesto l'intervento dei servizi sociali. Dal racconto del ragazzo sono emerse le violenze e gli abusi sessuali subiti dal padre e dalla madre. I due arrestati vivono in un paesino della media valle crati nel cosentino. Gli abusi iniziati dalla primissima infanzia sono proseguiti ininterrottamente fino a qualche mese fa, quando dopo la denuncia degli assistenti sociali il procuratore di Cosenza Dario Granieri il sostituto Paola Izzo, hanno avviato le prime indagini al termine delle quali hanno ottenuto l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice di Cosenza. La storia è venuta alla luce grazie all'attenzione di un insegnante che notando il comportamento del bambino ha chiesto l'intervento dei servizi sociali. Il ragazzino ha quindi raccontato delle violenze quotidiane, delle botte con la cinghia, dei calci, dei pugni che riceveva dal padre e dalla madre. Il bambino ha poi raccontato di aver subito dal padre numerose violenze sessuali oltre ad essere costretto ad assistere ai rapporti sessuali tra i genitori. Dopo l'arresto dei due coniugi il bambino è stato affidato dal Tribunale dei Minori ad una casa d'accoglienza.

venerdì 22 giugno 2012

Campagna estiva contro la pedofilia

"LA PEDOFILIA NON VA IN VACANZA,
LE VACANZE DEI NOSTRI OPERATORI PROTEGGERE I BAMBINI"





alla sezione "Pages menù" del blog, pubblichiamo i siti e gli enti locali aderenti all'iniziativa e che sostengono la campagna in difesa dei bambini.
  

Padova, abusi in casa di accoglienza: 11 anni di carcere a Giovanni Piovan


GIOVANNI PIOVAN PEDOFILO!!!
Ha abusato di loro chi avrebbe dovuto proteggerli. Un educatore pedofilo è stato condannato a undici anni e sei mesi di reclusione, con interdizione perpetua dai pubblici uffici e divieto di frequentare i luoghi dove ci sono ragazzi. L’uomo abusava dei ragazzi che aveva in comunità e li maltrattava. La sentenza è stata letta ieri pomeriggio dal giudice di Padova Alessandro Apostoli Cappello. Il pedofilo è il 47enne Giovanni Piovan, originario di Sant’Urbano, responsabile della casa di accoglienza che aveva sede prima a Schiavonia di Este e poi a Rivadolmo di Baone. Piovan era difeso dall’avvocato Pietramala. Tre dei suoi ex allievi, come racconta Il Gazzettino, si sono costituiti parte civile con l’avvocato Pietro Someda. Il pubblico ministero Benedetto Roberti, che ha annunciato di aver aperto una nuova inchiesta sull’educatore, aveva chiesto una condanna a sedici anni di reclusione.

E’ stata emessa ieri la sentenza di condanna per il 47enne Giovanni Piovan, responsabile di una casa d’accoglienza a Schiavonia di Este, in provincia di Padova, successivamente spostata a Rivadolmo di Baone.
Piovan, è emerso nel corso del processo, costringeva i ragazzini che ospitava a lavorare - in un autolavaggio e in campagna - e durante la notte li obbligava ad avere rapporti sessuali con lui.
Ad incastrare l’uomo, oltre alle testimonianze delle vittime, ci hanno pensato le cimici e le micro telecamere installate dalle autorità all’interno della struttura.
Ieri il giudice Alessandro Apostoli Cappello del Tribunale di Padova ha condannato Piovan a undici anni e sei mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e divieto di frequentare i luoghi dove ci sono ragazzi.

Consigliamo di leggere

Invito tutti i nostri lettori e visitatori di leggere l'articolo a questo link:


http://www.donnamoderna.com/attualita/News/pedofilia


Contro la pedofilia dobbiamo alzare la voce. Tutti, di più

Moige: a 1 minore su 2 proposte indecenti tramite internet


Chat e social network, problema in espansione
Pedofilia in rete (Businesspress)

Un minore su 2 è stato contattato via web più volte con proposte indecenti da sconosciuti. A 3 minori su 10 è stato chiesto un appuntamento al buio. Il 30% di chi ha subito un tentativo di adescamento ha meno di 15 anni.
Più di 200.000 minori hanno accettato proposte oscene in cambio di una ricarica telefonica. Sono alcuni dei dati emersi da un’indagine condotta in aprile dall’Istituto demoscopico SWG ed elaborati dal Moige - Movimento Italiano Genitori, che avvia una campagna di sensibilizzazione attraverso il numero solidale 45509, che serve anche a raccogliere fondi per un progetto di contrasto alla pedofilia e alla pedopornografia.
Per sostenere questa iniziativa, è possibile donare 2 euro inviando fino al 3 luglio un SMS al 45509 (oppure donare 2 o 5 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa). Madrina dell’iniziativa, da sempre vicina al Moige, è Milly Carlucci, che dichiara: “Come mamma so quanto sia importante e allo stesso tempo difficile proteggere i nostri figli dai pericoli del web. L’adescamento pedofilo è un’emergenza sociale che dobbiamo combattere e sconfiggere: internet non deve fare paura, ma va utilizzato in modo responsabile. La prevenzione e’ lo strumento piu’ efficace per aiutare i nostri ragazzi a conoscerne a fondo rischi e opportunita’”.
La campagna ha per titolo “Ogni genitore dovrebbe sapere che”, e nasce dai preoccupanti risultati della ricerca condotta su un campione di 600 ragazzi utilizzatori di internet, di età compresa tra i 16 e i 21 anni, di entrambi i sessi e di tutte le regioni italiane. Dai risultati emerge che il tempo di navigazione medio si attesta tra le 3 e le 4 ore giornaliere. Ma osservando i dati nel dettaglio si rileva che, a fronte dei due terzi dei ragazzi che naviga sul web non piu’ di 3 ore al giorno, ne troviamo piu’ di un terzo (soprattutto maschi) che lo fa per oltre 5 ore.
Sul fronte dei limiti e delle preoccupazioni dei genitori, il dato per nulla rassicurante evidenzia comesiano meno del 20% i padri e le madri che pongono dei limiti ai propri figli sul tempo di navigazione, mentre la maggioranza assoluta (79%) si fida di loro e non fissa alcuna restrizione. E tra le cose da non fare navigando, i genitori consigliano in particolare i figli di non accettare incontri con sconosciuti e di non fornire dati personali.
Preoccupa su questo fronte - dice il Moige - quel 17% di genitori che non dà nessun consiglio ai figli su come muoversi e cosa non fare. Social network, informazione e posta elettronica sono le opportunita’ offerte dalla rete maggiormente utilizzate, cui seguono il download di musica e film; meno gettonati la chat e il gioco. L’utilizzo di programmi d’incontro tramite chat riguarda circa un terzo dei ragazzi, soprattutto i più piccoli; oltre la metà dichiara di non aver mai utilizzato questo strumento. Ben 6 ragazzi su 10 non hanno computer dotati di sistemi di sicurezza e filtri per il controllo di accesso a siti dai contenuti pedopornografici e violenti. Quattro ragazzi su 10 vengono approcciati in Internet da sconosciuti per chiedere dati personali o fare proposte indecenti (40% del campione, percentuale che sale a 52% per le femmine, cioe’ 1 ragazza su 2) e per la maggior parte si tratta di minorenni.
La reazione della maggioranza è di interrompere subito la connessione, ma un terzo di coloro che hanno vissuto questa esperienza ha continuato a ‘chattare’ seppur senza rivelare i propri dati. Ciò che colpisce è soprattutto che la metà di coloro che hanno avuto questo genere di esperienze non ne abbia fatto parola con nessuno, e che solo una piccola parte ne abbia parlato con i genitori, e ancor peggio che un 4% abbia accettato di corrispondere alle proposte ricevute.
La pedofilia è una piaga che affligge ogni anno migliaia di bambini che subiscono abusi sessualie i numerosi fatti di cronaca confermano che siamo in presenza di un’emergenza reale da affrontare subito e con ogni arma. I casi di adescamento, ad oggi, sono anche molto frequenti sul web, soprattutto a causa dei social network che consentono ai pedofili un contatto diretto con le piccole vittime. C’e’ da aggiungere, inoltre, che i casi denunciati sono solo la punta di un iceberg che rimane spesso celato dalla vergogna e dalla paura; dopo il dramma questi minori spesso restano soli, umiliati e non capiti.
Il Moige è in prima linea da anni nella lotta contro la pedofilia con campagne nazionali di sensibilizzazione, con tour educativi e informativi itineranti mettendo a disposizione psicologi, avvocati, educatori, il numero verde 800 93 70 70 e il sito internet www.prevenzionepedofilia.it,con l’obiettivo di combattere la pedofilia anche nei nuovi ambiti in cui si sta presentando - in particolare attraverso il web, per un corretto e responsabile uso della rete.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.moige.it Per rendere l’azione ancor piu’ completa ed efficace, il Moige ha intenzione di organizzare nelle scuole e nelle piazze attività di prevenzione e formazione per spiegare ai minori come riconoscere e sapersi difendere dai pedofili. I destinatari principali del progetto saranno gli alunni, i genitori ed i docenti delle scuole, che avranno la possibilità di essere coinvolti, formati e informati da operatori qualificati e preparati su tali tematiche, attraverso iniziative specifiche sul tema della prevenzione all’adescamento pedofilo e dell’abuso. Sarà distribuito materiale informativo a supporto della campagna e sarà inoltre sviluppata un’intensa attività sul web per favorire una maggiore informazione sull’argomento.
tratto da: quotidiano.net

lunedì 18 giugno 2012

in vista degli esami di maturità, pubblichiamo i consigli della Polizia Postale e delle Comunicazioni

Esami di maturità - La Polizia Postale contro le 'bufale'






Anche noi di "Una Vita Sottile - dalla parte dei bambini" quest'anno vogliamo aiutare i giovani che si stanno preparando alla maturità o che stanno affrontando gli esami di qualsiasi ordine e grado. La mail sosinfanzia@unavitasottile.org è a vostra disposizione per segnalare irregolarità o richiedere consigli su come affrontare al meglio gli esami di stato.

Grooming, il lato oscuro del web


Gli adolescenti e gli incontri al buio.


La Rete, croce e delizia dei tempi moderni. La Rete, che rende il mondo così piccolo da stare in un pugno. Anzi, spalmato su una tastiera. Muovi le dita e arrivi ovunque: portentoso. Il mondo, però, è pieno di pericoli. E, anche se in tanti non ne hanno ancora coscienza, questi pericoli si trasferiscono alla sfera virtuale e appaiono moltiplicati, perché privi di controllo.
All’inizio si cerca l’amicizia del bambino. Si conquista la sua fiducia e parallelamente si indaga in modo velato sulla sua vita e sulle sue abitudini.
All’inizio si cerca l’amicizia del bambino. Si conquista la sua fiducia e parallelamente si indaga in modo velato sulla sua vita e sulle sue abitudini
GLI ORCHI: DALLE SCUOLE ALLA RETE. Prendiamo gli orchi. Quelle persone malate che hanno l’ossessione per i bambini. Una volta si aggiravano intorno alle scuole o nei luoghi frequentati dalle possibili “prede”, magari tenendo in tasca quelle famose caramelle che non si devono accettare. Sono ancora lì, purtroppo. Ma hanno trovato anche una seconda, e più spaventosa, collocazione: dietro lo schermo di un computer.
UNA TRAPPOLA COSTRUITA SU MISURA. Stiamo parlando del child grooming, e già la definizione è inquietante perché riporta al concetto di “preparazione”, “avviamento”. Preparazione di cosa? Della trappola. «Il fenomeno dell’adescamento online di minori», spiega la psicologa Laura Michelotto di Telefono Azzurro, «si basa sulla gradualità. All’inizio si cerca l’amicizia del bambino. Si conquista la sua fiducia e parallelamente si indaga in modo velato sulla sua vita e sulle sue abitudini: a quale scuola è iscritto, quali sono i suoi orari e le abitudini, com’è composta la famiglia».
CONOSCERE PRIMA TUTTI I RISCHI. Un aspetto, quest’ultimo, fondamentale. Perché l’orco vuole avere chiari i rischi che corre e capire come muoversi. Per esempio, continua Michelotto, «per lui è importante sapere in quale punto della casa si trovi il computer, cioè se il bambino stia vicino ai genitori o da solo in camera».
Una volta costruito un legame con la vittima, l’adescatore cerca di coinvolgerla in attività a sfondo sessuale, che quasi sempre consistono nell’invio di immagini pedopornografiche. Purtroppo «gran parte dei bambini che usano internet non ha la percezione del pericolo. Non pensa che dall’altra parte ci possa essere una persona che mente sulla propria identità. Il malintenzionato spesso dice di essere un coetaneo. E loro ci credono. Magari chiedono una foto come verifica, escludendo l’ipotesi che sia falsa anche quella», dice la psicologa.
LA POSSIBILITÀ DI ARRIVARE A UN INCONTRO. L’abuso può fermarsi alle immagini oppure sfociare in un incontro: rischio, questo, a cui sono più esposti i teenager. Secondo dati recenti diffusi da Save the children, il 10,5% dei ragazzi tra i 12 e i 13 anni si dà appuntamento con una persona sconosciuta e incontrata in Rete. la percentuale sale fino al 31% tra i 16 e i 17 anni.

La ratifica della Convenzione di Lanzarote

Da un punto di vista legislativo, in Italia ancora non esistono strumenti definiti per contrastare il child grooming: il 16 maggio il Senato ha approvato la ratifica dellaConvenzione di Lanzarote per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, che introduce il reato di adescamento online e la parola “pedofilia” nel codice penale.
Il provvedimento, in quarta lettura, ha però subìto ulteriori modifiche e dunque è tornato alla Camera, prolungando un iter che ha preso il via nel 2009: quanto tempo dovrà ancora trascorrere?
L'ALLARME DELLA POLIZIA POSTALE. Intanto, la polizia postale ha lanciato un doppio allarme: per la crescita del fenomeno e per il comportamento dei minori in età preadolescenziale. Sempre più spesso, tramite i social network danno di sé un’immagine provocante e allusiva, lasciando intendere, come spiega la polizia postale, una «disponibilità sentimentale ed erotica a coetanei e adulti».
E proprio questo modo di porsi spinge gli adescatori, che spesso sono «soggetti pedofili ancora indecisi nel mettere in atto comportamenti di molestia online», a cercare un contatto reale.
IL COMPITO DI TUTELA DEI GENITORI. In che modo i genitori possono tutelare i propri figli? «Di certo non con la proibizione», spiega Michelotto, «perché l’alfabetizzazione informatica è fondamentale e perché si potrebbero ottenere reazioni negative».
Meglio ricorrere ad alcuni stratagemmi/accorgimenti: «Un buon metodo consiste nel compilare una carta delle regole, riguardante internet, a cui si attengano sia i piccoli sia i grandi: la condivisione funziona molto meglio dei divieti».
IL PC IN UN'AREA COMUNE DELLA CASA. Inoltre la psicologa consiglia di «mettere il pc in un luogo comune della casa» e affrontare direttamente l’argomento con i figli, informandoli su ciò che può accadere e rassicurandoli, «in modo che riferiscano subito se qualcosa li turba». Infine, due avvertimenti fondamentali: «Non bisogna mai fornire i dati personali e condividere le password con gli amici: quest’ultima, purtroppo, è una moda sempre più diffusa fra i giovanissimi».