lunedì 28 marzo 2011

Gemelline, possibile stop alle indagini

Non smettiamo di cercare Alessia e Livia
Dai quotidiani on-line si evince che potrebbero fermarsi le indagini sul giallo delle due gemelline Alessia e Livia. Voglio pertanto fare un commento. Capisco che si brancola nel buio e non ci sono elementi che portano a pensare qualcosa, ma su un punto mi voglio soffermare, quella donna che si supponeva fosse assieme al padre L'ingegner Schepp, che fine a fatto? che indizi ci sono portano ad escluderla dalla cerchia dei sospettati per procedere con l'ipotesi di sequestro di persona? Adesso la parte alla quale non voglio nemmeno pensare; quali prove esistono per affermare che forse le bambine possano essere state uccise? A nessuna di queste domande purtroppo, gli inquirenti sanno rispondere, e quindi si limitano a dare risposte vaghe o addirittura tergiversare. Da qui lancio il mio accorato appello che si unisce a quello di Irina la mamma di Alessia e Livia: "Continuate a cercarle non ci si deve arrendere, dobbiamo riportare a casa dalla loro mamma queste bambine che hanno solo 6 anni e una intera vita davanti".

Pensando di fare cosa gradita vi posto il link per accedere al gruppo creato su Facebook per cercare le due sorelline:  http://www.facebook.com/pages/Missing-Alessia-Livia/169083213138407

Per segnalare possibili avvistamenti è possibile utilizzare il link qui a fianco oppure inviare una mail a: bambiniscomparsi@associazionemeter.org Numero verde nazionale 800-455270

Gemelline, possibile stop alle indagini

Questo è quanto si evince dai quotidiani sul web.


Potrebbero fermarsi le indagini sul giallo delle gemelline.
Il procuratore svizzero impegnato nelle indagini ha dichiarato che, allo stato attuale, non esistono elementi utili che possano far pensare che Alessia e Livia possano essere in mano ad una terza persona. Ciò implicando un possibile abbandono delle ricerche. 
Una notizia che giunge in seguito all’ennesimo appello della madre delle due bambine. In un video risalente a pochi giorni fa, la donna chiedeva di proseguire le ricerche.

Nel frattempo, si è appreso che i pezzi dell’apparecchio trovati due settimane fa sui binari della stazione di Cerignola non appartengono al registratore di Matthias Schepp.
La conferma è giunta agli investigatori dall’azienda coreana a cui erano stati inviati le cuffie ed il componente elettronico della memoria di un registratore a cassette trovato lungo i binari dove il 3 febbraio scorso il padre delle gemelline si suicidò. 
Ritrovare il registratore che l’uomo portava sempre con sé potrebbe dare una svolta alle indagini. Gli investigatori sperano che l'uomo abbia lasciato sul registratore qualche informazione per capire che fine abbiano fatto le sue figlie. 

La pedofilia nella Rete

Dal Giappone devastato dal terremoto arriva la conferma: i pedofili approfittano del caos per traffici criminali sul web, è quanto affermato dall'Associazione "Meter" sul fenomeno in Internet.

Abusa per tre anni della bimba della compagna, arrestato operaio

Ha abusato della figlia della propria convivente per tre anni consecutivi. Con questa accusa, gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Viterbo hanno arrestato un uomo di 40, italiano, operaio, con qualche precedente penale alle spalle.
Gli episodi di pedofilia sarebbero iniziati nel 2008, quando la bambina aveva solo sei anni, e sarebbero proseguiti fino a un mese fa. L'uomo è stato prelevato sul posto di lavoro in un paese della provincia. A smascherarlo ha contribuito in modo determinante la madre della vittima, una donna romena in Italia da qualche anno, e le volontarie di «Erinna», un'associazione contro la violenza sulle donne, alla quale si è rivolta l'immigrata dopo aver notato un crescente malessere nella figlia e averne raccolto sconvolgenti confidenze. Le volontarie di «Erinna» hanno informato gli agenti della sezione contro la violenza sui minori della Squadra Mobile di Viterbo e, circa un mese fa, è iniziata l'inchiesta. 
Raccolti sufficienti elementi di prova, costituiti soprattutto dai racconti della bambina, il Gip ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell'uomo, che è stata subito eseguita dagli uomini della Squadra Mobile guidati da Fabio Zampaglione. Dalle indagini è emerso che gli abusi sono avvenuti quasi tutti in casa, quando la madre della bambina era assente. E si trattava di episodi estremamente turpi. «È una storia terribile, che ha turbato profondamente anche noi» ha commentato il vice questore Zampaglione durante la conferenza stampa convocata per illustrare l'operazione.

domenica 27 marzo 2011

Abusi su una bimba di 9 anni arrestato un quarantenne


L'accusa: violenza sessuale aggravata e continuata

VITERBO - Un uomo di 40 anni è stato arrestato la scorsa notte dagli uomini della squadra mobile di Viterbo con l'accusa di violenza sessuale aggravata e continuata. Secondo quanto accertato dagli investigatori avrebbe abusato di una bimba di nove anni. Le violenze erano iniziate tre anni fa, quando la piccola aveva solo sei anni. Nei confronti dell'uomo, al termine delle indagini condotte dalla sezione contro i reati sui minori della questura di Viterbo, è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. (Fonte: Ansa)

Pedofilia online: perquisizioni anche a Firenze

Bambino_violenza
Indagine partita da una segnalazione dell'associazione METER

Uno scambio planetario, tramite il web, di immagini e video pedopornografici. E' quanto scoperto dalla polizia postale di Catania,  in collaborazione con i colleghi brasiliani e il coordinamento del Cncpo di Roma. A finire nel registro degli indagati 97 persone residenti in 28 nazioni. La polizia ha effettuato perquisizioni domiciliari a Firenze e in altre città italiane, come Catania,  Milano, Pesaro, Roma, Sondrio, Teramo, Treviso e Trieste.

LE INDAGINI. L'operazione ha permesso di sgominare una rete mondiale di pedofili che tramite un software per lo scambio di file condividevano immagini e filmati di abusi su bambini. Un impiegato romano di 41 anni, che deteneva oltre 14 mila file contenenti scene di sesso esplicito tra adulti e minori tra i 5 ed i 6 anni, è stato arrestato in flagranza di reato.

TERREMOTO GIAPPONE, DON DI NOTO: OLTRE 1000 BAMBINI VIOLENTATI

Sono 166.423 i visitatori che dal 17 marzo stanno trafficando (detenzione, divulgazione e produzione) materiale pedopornografico su un server giapponese. 

Lo spazio è stato aperto subito dopo il terremoto e lo tsunami dell’11 marzo, sfruttando la disattenzione della polizia e, in generale, dell’opinione pubblica, a causa della tragedia che ha colpito il Sol Levante. Il portale coinvolge 1.003 bambini (contati uno per uno) da tutto il mondo (Francia, Russia, Giappone, Messico, Brasile, Colombia, Germania ed altri paesi) con un’età variabile dai 2 ai 12 anni. Indisturbati, i pedofili,  stanno approfittando della grande crisi che sta vivendo il Giappone con lo tsunami e il terremoto. Al momento il forum è ancora attivo.  Non si escludono italiani coinvolti.

La scoperta e la denuncia sono stati immediatamente inoltrati al Compartimento di polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania già il 17 marzo scorso da Meter (www.associazionemeter.org), l’associazione di don Fortunato Di Noto. Gli operatori Meter stanno monitorando attentamente per i continui aggiornamenti del forum, inoltrando come da Protocollo con la Polizia e il CNCPO tutti gli elementi del caso.
 
Per il sacerdote siciliano: “E’ drammatico come questi criminali approfittino dell’impossibilità di controllo da parte della polizia giapponese, dato che è ovviamente occupata su altri fronti. I bambini coinvolti, da tutto il mondo, confermano la complessità del fenomeno e rilancia ancora una volta l’impegno per poter sempre di più individuare il bambini”, continua, “come è già accaduto con l’Operazione Rescue dello scorso 16 marzo, che ha permesso di individuarne 230, di cui uno siciliano. L’impegno di Meter è quello di “salvare sempre più bambini” ma chiediamo anche che chi è stato abusato, con coraggio esca fuori e denunci l’accaduto. La denuncia è l’unica via privilegiato per individuare gli abusatori”, conclude.

Meter, mille bimbi violentati su portale giappone


Sito web aperto dopo terremoto


Sono 166.423 i visitatori che dal 17 marzo stanno trafficando (detenzione, divulgazione e produzione) materiale pedopornografico su un server giapponese.
Lo denuncia l'associaizone Meter secondo cui ''lo spazio e' stato aperto subito dopo il terremoto dell'11 marzo, sfruttando la disattenzione della polizia e, in generale, dell'opinione pubblica, a causa della tragedia che ha colpito il Sol Levante''. Il portale coinvolge 1.003 bambini di tutto il mondo con un'eta' variabile dai 2 ai 12 anni. La scoperta e' stata denunciata al compartimento di polizia Postale di Catania.(ANSA).

sabato 19 marzo 2011

Pedofilia: adescava bambini e si masturbava, arrestato


Trentenne della provincia di Udine sorpreso in flagrante


PORDENONE, 19 MAR - Adescava bambini nei pressi delle scuole e poi si masturbava davanti a loro: si tratta di un trentenne residente nella provincia di Udine che si e' reso protagonista di almeno quattro distinti episodi da gennaio ad oggi. L'uomo e' stato arrestato dal Carabinieri davanti alla casa dello studente di Spilimbergo (Pordenone) in flagranza di reato, dopo aver appena cercato di sbarrare il passo a due bimbe di 11 anni che tornavano a casa da scuola aprendo la portiera dell'auto a ridosso del marciapiede. Nell'abitacolo dell'auto il trentenne era nudo e si stava masturbando. (ANSA).

Livia e Alessia ancora nessuna traccia.


GEMELLINE SPARITE / Andato perso nastro registratore Matthias Schepp, padre suicida gemelle svizzere scomparse, ultime news
Un corteo fino a casa di Irina Lucidi, a cui è stato consegnato un mazzo di fiori. Continuano le ricerche di Alessia e Livia in Svizzera, Francia e Italia




Gemelline svizzere scomparse, ultime notizie - Nonostante le accurate ricerche, il nastro del registratore che Matthias Schepp portava sempre con sè pare essere introvabile. Le ricerche continueranno fino a domenica con orari e modalità diversi.

Gemelline svizzere scomparse, ultime notizie 15 marzo 2011 - 
Riprendono oggi, ma solo per un'ora, le ricerche del nastro del registratore che il padre delle gemelline aveva sempre con sè. Dopo il ritrovamento di vari pezzi del navigatore e del registratore si spera di recuperare il nastro che potrebbe avere inciso importanti indicazioni sulla misteriosa scomparsa di Livia e Alessia.

Gemelle scomparse, si cercano oggetti appartenuti a Matthias Schepp lungo i binari della ferrovia, ultime notizie Cerignola, Foggia - Ultime news 6 marzo 
Un nutrito gruppo di persone cercava da giorni il microchip del navigatore satellitare di Matthias Schepp, padre di Alessia e Livia, che aveva con sè nel momento in cui si è suicidato gettandosi sotto un treno nei pressi della stazione di Cerignola. Il microchip è stato finalmente ritrovato a circa 15 metri dal punto in cui l'uomo si è gettato sotto il treno. La scheda del navigatore sarà inviata negli Stati Uniti, presso la casa madre, al fine di poter ricostruire il folle viaggio del padre delle gemelline di cui si è persa ogni traccia. Adesso sono invece riprese le ricerche, sempre lungo la ferrovia di Cerignola, del registratore che l'ingegnere svizzero portava sempre con sè e che, presumibilmente avrebbe avuto addosso anche al momento del suicidio.

Ultime notizie febbraio
, circa 150 persone hanno preso parte a una marcia di solidarietà per la tragedia che ha coinvolto la famiglia di Alessia e Livia, di cui non si hanno più tracce da circa quattro settimane. Il corteo si è diretto prima davanti alla scuola delle due gemelline e si è concluso sotto l'abitazione della mamma Irina Lucidi, a cui è stato consegnato un mazzo di fiori. Apprendiamo l'iniziativa dal quotidiano Ticinonline.

Gemelle scomparse, la speranza della madre e le ricerche ancora senza esito, ultime notizie - 
Irina Lucidi, la mamma delle due gemelline scomparse non si da pace e pone come unico obiettivo nella sua attuale vita il ritrovamento di Alessia e Livia. Ma i giorni passano inesorabilmente e delle due bambine non c'è traccia, così che la speranza si alterna alla disperazione. Irina Lucidi ancora non si capacita della crudeltà del marito, che carico di odio e rancore, non ha esitato a strappare le figlie alla madre pur di colpirla e punirla. Ritrovare le due gemelle scomparse ormai da settimane, risula estremamente complicato, dati gli spostamenti e l'accurata pianificazione degli eventi da parte di Matthias Schepp.

Ricerche gemelle scomparse, ultime notizie 22 febbraio - 
Nuovi testimoni, fra cui una donna residente a Novaglie, nella zona del Salento, afferma di aver visto Alessia e Livia in un bar insieme a una coppia adulta, alla fine di gennaio. La testimone dice di non aver parlato prima per paura di non essetre creduta.

Ricerca gemelle scomparse, Irina Lucidi intervistata a Domenica Cinque, ultime notizie 20 febbraio 2011 - 
La mamma di Alessia e Livia, Irina Lucidi, è stata intervistata durante la trasmissione tv Domenica Cinque. Non vuole proprio dars per vinta la madre delle gemelle scomparse e non perde la speranza di poterle riabbaracciare. "Ci sono un sacco di elementi in questa storia che non hanno senso - afferma la donna  - intanto un paio di valigie sono sparite e nessuno sa dove sono. Poi non riesco a credere che un padre che amava le sue bambine possa aver compiuto una cosa cosi' brutta. La speranza e'  l'ultima a morire. Finché non le vedo non riusciro' mai a credere a una cosa cosi''. Lo ha detto Irina Lucidi, madre delle gemelline scomparse Livia e Alessia, intervistata da Domenica Cinque, dove ha lanciato un appello: 'aiutateci a trovarle'.

Intanto, a Roma, la polizia scientifica sta esaminando una penna-gadget trovata lungo i binari a Cerignola (Fg), dove si è suicidato Matthias Schepp. La penna in questione doveva appartenere al padre delle gemelline e porta impresso il logo "La Meridionale", l'azienda di trasporto marittimo che con i traghetti copre il tratto da Marsiglia alla Corsica.

Ricerca gemelle scomparse, ultime notizie Losanna -  
Un nuovo appello è stato fatto dalla polizia vodese alla ricerca di persone che possano aver visto un'auto, una station wagon scura targata Svizzera, simile all'Audi di Matthias Schepp. "Questo veicolo inquina l'inchiesta", ha riferito alla stampa  Jean-Christophe Sauterel, della polizia vodese, poichè esiste la probabilità che l'auto in questione non abbia nulla a che fare con il giallo delle gemelline, ma che sia di un turista elvetico. La polizia vodese ha inoltre chiesto di essere contattata dagli svizzeri che si erano recati in Corsica i primi giorni di febbraio. Per quel che riguarda il registratore dell'ingegnere suicida, al momento non è stato ancora ritrovato ed è probabile che Schepp non lo avesse con sè.

Ricerche gemelle svizzere, ultime notizie 17 febbraio - 
Durante l'incontro tra la polizia italiana, francese ed elvetica a Marsiglia è emersa una nuova ipotesi alquanto sorprendente. Gli investigatori suppongono infatti che le gemelle non abbiano mai lasciato la Svizzera. In una vicenda tanto misteriosa e complicata comunque è necessario prendere in considerazione ogni eventualità. Le ricerche continuano in ogni caso in tutti e tre i Paesi.
 
Spunta un nuovo testimone, ultime notizie Corsica e Francia, 16 febbraio 2011 -
Qualche novità è trapelata a riguardo della misteriosa scomparsa delle gemelle. Oggi gli investigatori di Francia, Italia e Svizzera si sono ritrovati per fare il punto di una situazione più ingarbugliata che mai. In attesa dei risultati delle analisi del sangue ritrovato in Corsica a Cap Corse, vengono perlustrati i pozzi nei dintorni di Tamarone. Un ripetitore nei pressi di Lione ha rilevato, il 31 gennaio scorso, la presenza del cellulare di Matthias Schepp. Questo "aggancio" ha portato a una serie di supposizioni circa la possibile esistenza di un complice del padre di Alessia e Livia. Supposizione appoggiata dalla madre delle gemelle che in un'intervista a un giornale elvetico online ha affermato: "Ci domandiamo se sia andato a prendere un complice all'aeroporto".

 Un uomo che abita a Propriano afferma di aver visto un Audi nera targata Svizzera con a bordo due bambine bionde. Non è stato però in grado di riconoscere anche l'uomo che si trovava con loro dentro l'auto parcheggiata.  Durante le ricerche delle gemelline scomparse, gli investigatori hanno trovato alcune tracce di sangue a Cap Corse. Solo le analisi potranno confermare se si tratta di sangue umano oppure no e oggi sono previste le analisi biologiche. Alcune persone dicono di aver visto l'auto di Matthias Schepp attraversare una zona interna dell'alta Corsica e ieri i testimoni sono interrogati dalla polizia locale.
Ricerche si estendono in Sardegna, ultime notizie 15 febbraio - Alfredo Fabbrocini, dirigente della Squadra mobile della questura di Foggia, ha rivelato che sono stati trovati, lungo i binari della stazione ferroviaria di Cerignola, le chiavi e pezzi del navigatore dell'auto di Matthias Schepp, padre delle gemelline Livia e Alessia, scomparse il 31 gennaio. In queste ore la polizia postale sta esaminando quel che rimane del navigatore satellitare che l'ingenere svizzero aveva in tasca quando si è suicidato, nella chiara intenzione di non lasciare alcuna traccia del suo viaggio infernale. Gli investigatori però sono scettici di poter trovare risposte dall'analisi dei pezzi in quanto la memoria è andata completamente in frantumi.

Nonostante siano due i testimoni che affermano di aver visto in Corsica Matthias Schepp in compagnia di una donna bionda, gli investigatori credono che non sia questa la pista giusta da seguire. Forse questa donna è soltanto il frutto di una suggestione, forse è stata vista davvero (un testimone afferma di averla vista con le due gemelline, un altro invece dentro una macchina targata Ginevra accanto a un uomo biondo), ma rimane la speranza a cui si aggrappa Irina Lucidi, la mamma di Livia e Alessia.

Ricerche a tappeto in Corsica e Puglia delle gemelline scomparse, ultime notizie 14 febbraio - 
Ancora un'altra giornata di ricerche senza sosta in Corsica dove al momento si trova anche la mamma delle due gemelline scmparse. Irina Lucidi non si da per vinta e continua a dirsi fiduciosa di poterle ritrovare vive, nonostante Matthias Schepp abbai scritto di averle uccise. ''Vi prego, telefonate alla polizia anche se avete dubbi o gli indizi sembrano scarsi'', ha detto la madre di Livia e Alessia nel suo appello. Anche in Puglia, nei dintorni di Cerignola proseguono le ricerche sia delle bambine che del navigatore di Matthias Schepp, misteriosamente scomparso.

Irina Lucidi in Corsica, ultime notizie 13 febbraio - Gli investigatori sono ora alla ricerca della misteriosa donna vista dalla testimone 
Olga Orneck in compagnia di Matthias Schepp e le due gemelline. Intanto Irina Lucidi, madre delle due bambine, si è recata in Corsica e ha collaborato con la polizia sorvolando in elicottero i luoghi dove era stata gli anni passati in vacanza con l'ex marito e le figlie.


L'ottava lettera sconvolgente, ultime notizie 12 febbraio 2011 - 
"Ho ucciso Alessia e Livia e mi sto per suicidare. Le bambine riposano in pace, non hanno sofferto". E' questo il contenuto reso noto dalla polizia svizzera della drammatica ultima lettera del padre delle gemelle.

Non c'è molto spazio per la speranza di ritrovare le bambine in vita e le ricerche dei corpi sono ormai  concentrate in Corsica. 
Nell'isola francese il padre si sarebbe recato con le figlie per poi ritornare da solo, come attestato dai biglietti del traghetto acquistati. L'ingegnere svizzero potrebbe comunque averle gettate in mare dopo averle presumibilmente avvelenate: dall'esame dei dati del pc dell'uomo sono risultate delle ricerche riguardante i veleni.
Non c'è comunque nessuna certezza che le gemelline siano effettivamente arrivate in Corsica, sebbene una testimone, Olga Orneck, residente a Propriano, affermi di aver visto le due bambine passeggiare insieme al padre e a una donna bionda, intorno alle 9 e 30 di mattina del primo febbraio.

Ma le ricerche degli inquirirenti sono anche concentrate sulla ricerca di un registratore da cui Matthias Schepp non si separava mai, nella speranza di poterlo recuperare e trovare una risposta definitiva e chiarificatrice a riguardo della scomparsa di Livia e Alessia.

Recapitata un'altra lettera di Matthias Schepp, ultime notizie - 
Con l'arrivo dell'ultima lettera inviata da Matthias Schepp alla madre delle due gemelline l'inquietudine ha lasciato il posto a un vero e proprio incubo. "Le bambine riposano in pace. Non hanno sofferto." questo è l'agghiacciante contenuto della missiva dell'ingegnere svizzero, che a quanto pare aveva studiato nel minimo dettaglio il piano per uccidere le figlie e se stesso. Un viaggio verso la morte che nessuno poteva prevedere e che aveva come fine la punizione estrema della sua ex moglie attraverso la morte delle due bambine. Ma la vicenda non si conclude certo qua e ancora tanti misteri devono essere risolti. Probabilmente seguiranno altre lettere e altri diabolici indizi di Matthias Schepp, fino alla risoluzione finale del caso. Le speranze di ritrovare in vita le due gemelline si affievoliscono sempre di più.  

Si arricchisce di particolari inquietanti la vicenda delle gemelle scomparse, ultime notizie -
 Irina Lucidi, la mamma delle gemelline scomparse ha ricevuto, tramite posta i soldi che il marito suicida, Matthias Schepp, aveva ritirato presso il Bacomat di Cerignola poco prima della sua morte. Cade quindi la pista secondo la quale il padre delle gemelle avrebbe utilizzato i soldi ritirati al Bancomat per darli a qualcuno e provvedere alle due bambine. Ora ci si chiede se davvero l'uomo sia fuggito dalla Svizzera con le figlie oppure no, nonostante risultino acquistati tre biglietti del traghetto Marsiglia-Propriano, in Corsica. Ma non c'è alcuna certezza sul fatto che Schepp si sia realmente imbarcato e con chi; i biglietti comunque sono stati convalidati al porto di Marsiglia. Buio totale anche sugli ultimi movimente dello svizzero, che avrebbe tenuto il cellulare sempre spento, rendendo così impossibile il ritrovamento di eventuali tracce negli spostamenti e la ricostruzione dei fatti.

GEMELLINE SCOMPARSE, le ultime testimonianze lo vogliono sul traghetto verso la Corsica.  Servizio video youtube e ultime notizie gemelline scomparse
 - Roma - Ancora una tragedia dettata dalla follìa. Ancora un giallo da risolvere. Ancora una storia terribile ad arricchire la cronaca italiana degli ultimi mesi.
Questa è la storia di due gemelline di appena 6 anni scomparse misteriosamente lo scorso 30 gennaio mentre erano in viaggio col padre.
La bambine che vivevano in Svizzera sono figlie di un matrimonio fallito, nel quale una delle due parti non si è mai rassegnata.Il padre, infatti, tale Matthias Schepp di 43 anni, non ha mai accettato la fine del rapporto e prelevate le ragazzine dalla scuola le ha imbarcate con sè su un traghetto diretto in Corsica.Poi di loro più niente. Notizie del padre invece se ne hanno in un secondo momento, quindi giunto in Puglia, nella stazione di Cerignola-Campagna si getta sotto un eurostar.
Ma che fine hanno fatto le due gemelline?Gli ultimi testimoni la vedono sul famoso traghetto. Di loro, da lì, più nessuna traccia.La terribile verità qual è?Gli investigatori temono che il padre, fuori di sè, possa aver gettato le piccole in mare aperto, poi una volta tornato in Italia, si sia diretto in Puglia e lì abbia deciso di farla finita suicidandosi.Il tutto presumibilmente per punire, a modo suo, la ex moglie, o più semplicemente perchè impazzito a seguito di una fortissima depressione che lo aveva colpito a seguito della separazione.

Ancora una denuncia del Gruppo Chierichetti Solesino (Pd)

Una nuova denuncia ci arriva dal gruppo chierichetti della parrocchia di Solesino (Pd), il gruppo si lamenta di non avere un posto pulito per la gestione delle loro tuniche, sono costretti ad indossare la tunica in un luogo fatiscente e sporco, di certo non consono come stanza ad accogliere classi di catechismo, bambini di prima comunione e alla domenica il gruppo dei chierichetti con la propria tunica in quella stanza detenuta. Il gruppo ci ha inviato anche delle fotografie poiché potessimo renderci conto personalmente del degrado, preferiamo momentaneamente però non pubblicarle, in quanto questo post esce proprio nella vigilia di un loro incontro in parrocchia e potrebbe causare qualche dissenso. Noi come blog che principalmente si occupa di pedofilia non possiamo fare nulla, se non invitare il parroco ad intervenire affinché questa situazione di disagio possa finire, ci rendiamo comunque disponibili ad accettare e a pubblicare qualsiasi denuncia fatta dal gruppo riguardante anche questo sconvolgente fatto, e ad accettare qualsiasi iniziativa si voglia intraprendere per la risoluzione di questo caso.

Con la stima che sapete e che meritate.
Claudio e Una Vita Sottile.

Torniamo a parlare di Fiorella Tersilla Tanghetti, la santona di Brescia, si spacciava per la reincarnazione della Madonna.

A processo la santona di Prevalle: Fiorella Tersilla Tanghetti

satana2.jpgFiorella Tersilla Tanghetti, conosciuta da molti come la santona di Prevallefondatrice dell'associazione Sergio Minelli, verrà processata per associazione a delinquere finalizzata al maltrattamento di minori, riduzione e mantenimento in schiavitù. Lo ha deciso il gup Roberto Gurini, che ha scelto di iniziare il processo il prossimo 27 giugno presso la corte d'Assise del tribunale di Brescia.
Con Tersilla Tanghetti verranno processate altre 16 persone, membri dell'associazione che avrebbero, in qualche modo, agevolato l'attività illecita della presunta setta. Il giudice ha anche prosciolto due persone, ritenute estranee ai fatti. 
La vicenda arriva dunque al suo epilogo. L'Associazione Sergio Minelli” aveva l’intento di guarire le persone possedute dal demonio ed era la stessa “santona” che provvedeva, con metodi piuttosto brutali, alle cure e dalla riabilitazione.Secondo l'accusa lo scopo sarebbe stato quello di arricchirsi alle spalle delle persone 'curate'.
 

Maestre violente, chiude l’asilo

Ancora una volta delle maestre di un asilo nido  soto accusa, questa volta è successo a Casarile un piccolo comune in provincia di Milano . Due maestre la direttrice dell’asilo e una sua collaboratrice sono state arrestate con l’accusa di gravi maltrattamenti ai danni di una quindicina di bambini. Una delle due maestre sabato ha tentato il sucidio , ma non sarebbe in pericolo di vita. Le indagini sull’asilo “Primi Passi” sono partite dopo la segnalazione di una ex insegnate che aveva lasciato il suo incarico dopo aver assistito alle violenze su bambini tra 1 e i 3 anni. La maestra ha confidato il tutto a una coppia di genitori che hanno sporto denuncia.I carabinieri dopo aver raccolto testimonianze hanno fatto istallare delle microspie all’interno dell’asilo dopo i quali hanno deciso di chiudere la struttura aperta 4 anni fa grazie alle convenzioni del Comune di Rognano

Maltrattamenti a bimbi nel Milanese

Arrestate due maestre di asilo


MILANO  - Due maestre di asilo nido sono state arrestate ieri a Casarile, piccolo comune del milanese, con l'accusa di gravi maltrattamenti ai danni della quindicina di bambini affidati alle loro cure. Ne danno notizia oggi alcuni quotidiani. Le arrestate sono la direttrice e titolare del nido privato 'Primi passi', 33 anni, e una sua collaboratrice di 34. Una delle due maestre ha tentato il suicidio in casa, dove si trova agli arresti domiciliari. La donna non sarebbe in pericolo di vita, è stata salvata dall'intervento dei familiari.
A dare il via alle indagini, secondo la ricostruzione giornalistica, le segnalazioni di una loro ex collega, che avrebbe lasciato l'incarico dopo aver visto schiaffi, urla e parolacce indirizzate a bimbi di età compresa tra 1 e 3 anni. La maestra ne avrebbe parlato a una coppia di genitori, che a loro volta avrebbe sporto denuncia ai carabinieri di Binasco, i quali hanno fatto dei sopralluoghi in borghese, hanno provveduto a raccogliere altre testimonianze e hanno infine fatto installare delle microspie all'interno della struttura. Il nido - aperto quattro anni fa e convenzionato con il Comune di Rognano - è stato posto sotto sequestro e chiuso, le maestre arrestate e messe ai domiciliari, mentre i bambini verranno visitati da psicologi per verificare se abbiano subito traumi.

giovedì 17 marzo 2011

Meter: Al via l'operazione internazionale contro la "pedofilia culturale"


da una segnalazione dell'associazione antipedofilia METER, maxi operazione: 670 indagati e 

184 arresti in 14 paesi

‎ 

Oltre 230 bambini vittime di abusi, almeno 670 indagati. Sono i numeri, agghiaccianti, emersi da un'indagine coordinata da Europol contro la più grande rete internazionale di pedofili con collegamenti in diversi Paesi del mondo. L'operazione, denominata 'Rescue', è partita da Catania, e ha portato all'arresto di 184 persone, di cui solo una italiana. La polizia postale di Catania, coordinata dalla Procura distrettuale e in particolare dai procuratori aggiunti Michelangelo Patanè e Marisa Scavo, ha intercettato almeno 70mila iscritti in tutto il mondo ai siti pedopornografici. 


PERQUISIZIONI IN 14 CITTA' ITALIANE - I Paesi coinvolti sono Australia, Belgio, Canada, Grecia, Islanda, Italia, Olanda, Nuova Zelanda, Polonia, Romania, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Perquisizioni a carico di persone ritenute responsabili di divulgazione di materiale pedopornografico e di apologia di delitto sono in corso in 14 città italiane. Bari, Bergamo, Como, Cuneo, l’Aquila, Milano, Monza, Napoli, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Torino, Varese, Venezia e Udine.


TRA GLI INDAGATI, UN SEMINARISTA - Gli indagati, che hanno un'età media di 30 anni, hanno quasi tutti confermato di essere iscritti ai siti. Tra questi, ci sono impiegati, professionisti, studenti, un pensionato, un seminarista e un allenatore di basket per bambini.


FONDAMENTALE L'AZIONE DI DON DI NOTO - L'indagine è partita in seguito all'identificazione di un bambino siciliano coinvolto in alcune immagini inequivocabili. Don Fortunato Di Noto, parroco di Avola (Siracusa) e fondatore dell'associazione antipedofilia Meter, ha segnalato le generalità del piccolo alla polizia postale, avviando dunque un'inchiesta che ha scoperchiato l'orribile enorme rete di pedofili.

ABUSAVA DELLE TRE NIPOTINE, FERMATO NEL SIRACUSANO

Siracusa, 17 mar. - Un uomo di 31 anni e' stato fermato dai carabinieri di Melilli (Siracusa) con l'accusa di aver violentato le nipotine di 13, 9 e 7 anni. A carico dell'indagato, la cui identita' non e' stata resa nota per tutelare le vittime, ha emesso un provvedimento restrittivo d'urgenza la Procura di Siracusa. Secondo gli investigatori, l'indagato, originario di Catania ma residente a Melilli e incensurato, avrebbe compiuto gli abusi sessuali sulle bambine dal giugno dell'anno scorso fino a oggi. Le violenze avvenivano nella casa familiare, dove anche lo zio abitava.

mercoledì 16 marzo 2011

PEDOFILIA: METER, DENUNCIATI OLTRE 13.000 SITI, GIRO D'AFFARI DA 14 MLD

E' l'infantofilia l'ultima frontiera del mondo pedofilo che ha visto, nel 2010, quasi raddoppiare il numero dei propri siti. E' quanto emerge dal rapporto 2010 dell'associazione Meter, da oltre 20 anni attiva a difesa dell'infanzia, presentato questa mattina presso la sede della Radio Vaticana, alla presenza del suo direttore, padre Federico Lombardi.

''La questione degli abusi sessuali - ha detto padre Lombardi - e' stata dibattuta in questi anni in quanto anche la Chiesa e' stata coinvolta per i motivi che conosciamo.

L'attivita' di Meter e' in concreto la dimostrazione che la Chiesa e' coinvolta per lottare contro gli abusi sessuali su minori a tutto campo anche nelle forme nuove che questo terribile dramma prende nella nostra societa'. Questi fatti sono immensamente piu' ampi di quello che di solito viene trattato nei media. Bisogna unire le forze, anche con le istituzioni, ed essere solidali a livello sociale per combattere questi problemi''.

I siti con contenuto pedofilo denunciati da Meter nel 2010 sono stati 13766, con un aumento di quasi il 100% rispetto al 2009 quando le segnalazioni erano state 7240. Nell'opera di monitoraggio Meter ha contato 69850 bambini abusati, da neonati di pochi giorni fino a quelli di 11-12 anni, l'eta' preferita dagli ''infantofili' e dai ''pedofili'. Nell'80% dei casi i pedofili si annidano su Internet. Il 57% dei siti si trova in Europa, il 38% in America, il 4% in Asia e lo 0,40% in Africa.

Singolare il fatto che per l'Africa il 100% dei domini segnalati e' in Libia, definita uno dei nuovi ''paradisi pedofili''.

Per quanto riguarda i social network, nel suo rapporto Meter segnala ''con soddisfazione una diminuzione della presenza di pedofili, questo probabilmente a causa dei maggiori controlli attuati. Nel 2009 le segnalazioni alla Polizia Postale sono state 851, nel 2010 solo 315. Tra i network piu' gettonati: Grou.ps (143 segnalazioni), Ning (88), Facebook (42) e Socialgo (20). Scendono anche foto e video: nel 2009 i pedofili si sono serviti dei social network per caricare 29.250 foto, nel 2010 sono scese ad appena 9.750, ossia un decremento del 66% circa. Crollo dei video, passati da 2.607 a soli 896.

Dal rapporto emerge che sono altre le strade telematiche battute dagli orchi. Una di queste e' rappresentata dai siti di file sharing 'peer to peer': 209 file segnalati contenenti 111.692 tra immagini e video di bambini abusati. Il 99% sono foto, l'1% video. ''Prodotti veloci da commercializzare. Il peer to peer - ha spiegato don Di Noto - e' comodo per i pedofili e redditizio: il 70% delle indagini effettuate riguarda la detenzione, produzione e divulgazione di materiale pedopornografico''. Il volume annuo d'affari legato alla pedofilia e' di 14 miliardi di euro.

LA SPERANZA E' SALVARLI: Report annuale 2010 dell'associazione METER

Ecco i numeri dell'impegno dell'associazione METER ed il suo incessante impegno, con oltre 21.000 chiamate al numero verde, 862 casi seguiti, 32 pedofili segnalati.



Per leggere i testi integrali collegatevi al sito
www.associazionemeter.org

Pedofilia sul web, oltre 100 arresti in più di 13 Paesi

L’indagine era partita dalla polizia postale di Catania, che grazie alle sue ricerche è riuscita a smantellare quello che è stato definito “settore ideologico della pedofilia”, arrestando più di 100 persone raggiunte in 13 diversi paesi in Europa e negli Stati Uniti. Si conclude oggi, mercoledì 16 marzo, l’operazione partita diversi anni fa grazie ad una denuncia sporta da don Fortunato Di Noto, il fondatore dell’associazione Meter, che si occupa della lotta alla pedofilia e della tutela dell’infanzia. Grazie alla sua segnalazione, le autorità hanno iniziato a seguire le tracce dei colpevoli, anche tramite internet, riuscendo a coinvolgere non solo l’Italia, ma anche altri paesi europei arrivando fin oltre oceano.
È proprio per questo, infatti, che alla polizia postale catanese si sono affiancati anche gli uomini dell’Europol, che sono intervenuti in tutte le altre zone interessate all’indagine. Secondo gli inquirenti questa è una delle più grandi operazioni mai compiute, in questo ambito, e al termine della stessa una magra consolazione viene data dal fatto che, in Italia, l’unica città in cui le indagini hanno portato gli investigatori, è stata la stessa Catania.

Yara/ In lettera anonima alcuni investigatori lanciano una dura critica alle indagini

Se le indagini sull'omicidio di Yara Gambirasio non hanno ancora portato a risultati, e' per l'assenza di coordinazione tra polizia e carabinieri e la poca competenza della magistratura. E' la dura accusa lanciata da due membri delle forze dell'ordine che hanno partecipato alle indagini, che hanno scritto una lettera anonima all'Eco di Bergamo. I due investigatori dicono di essere stati toccati dalla vicenda "prima dal punto di vista umano ma poi anche da quello professionale", vivendo "una surreale atmosfera di asfissiante smarrimento" e un "senso diffuso di impotenza e pessimismo sull'esito delle indagini". "Abbiamo assistito ad una gestione delle indagini da parte degli inquirenti perlomeno discutibile e oggettivamente farraginosa", attaccano, "Forse la chiave di questo insuccesso investigativo e' da ricercarsi nella cronica assenza (storica) di sinergia tra carabinieri e polizia", che "si ripropone in maniera antipatica e puntuale", tanto che "le due forze dell'ordine invece di condividere mezzi, uomini e risorse, finiscono per nascondere alla controparte informazioni ed indizi, con l'unico risultato di non raggiungere mai il traguardo consolandosi che nemmeno i cugini sono riusciti a raggiungerlo". Viene poi definito "sconcertante", il coordinamento delle indagini da parte della magistratura, che "si e' dimostrata impreparata o per lo meno avventata". E si cita come esempi l'"eclatante" arresto del cittadino marocchino, poi rilasciato, e il secondo sequestro dell'area del ritrovamento del corpo di Yara dopo che, in seguito a un primo dissequestro, per giorni ci era andato chiunque. I due investigatori concludono dicendo che la loro lettera e' "un'ammissione pubblica che se le cose a volte non vanno come dovrebbero, le responsabilita' non si possono sempre camuffare", e chiedono rispetto per i volontari, "preziosi per l'opera prestata sacrificando tempo e risorse personali in nome di un ideale sempre piu' sbiadito nei cieli della nostra societa': la solidarieta'". "E scusaci Yara, a nome di tutti noi, se sei finita per diventare motivo di un assurdo contendere investigativo".

martedì 15 marzo 2011

Jonathan Lana e Maria Pariota ritrovati a Boltiere


E’ finita la fuga d’amore, durata cinque giorni, di Jonathan Lana e Maria Pariota, i due ragazzini di appena quattordici anni, che sono scappati di casa per incontrarsi a Milano, dopo essersi conosciuti su Facebook. Lui di Boltiere, in provincia di Bergamo, lei di Montecatini Terme, in provincia di Pistoia. In tasca 100 euro e senza documenti, durante il week-end Jonathan e Maria pare abbiano dormito all’aperto sulle panchine di Piazza Sempione a Milano. Lunedì pomeriggio hanno preso il treno in direzione di Boltiere, il piccolo comune bergamasco dove vive Jonathan. E proprio qui, nella zona industriale, c’è stato l’importante  avvistamento: lunedì 14 marzo, intorno alle 20, un passante li ha notati ed ha subito contattato le forze dell’ordine.
All’arrivo dei carabinieri, i due ragazzini hanno cercato di nascondersi dietro ad un cespuglio, ma a niente è valso il loro tentativo e così sono stati condotti nella caserma di Treviglio, dove hanno atteso i rispettivi genitori.

L’amore nato su Facebook e poi la fuga: Jonathan e Maria erano stanchi di vivere virtualmente la loro cotta e così hanno deciso di incontrarsi a Milano, giovedì scorso. Jonathan era uscito di mattina per andare a scuola, l’Itis di Dalmine, invece si è diretto a Milano dove ha incontrato Maria. Gli amici sapevano di questo appuntamento. Cinque giorni vissuti chissà dove e chissà come, mentre i loro genitori lanciavano appelli disperati affinché si facessero vivi seppur con una semplice telefonata. Il cellulare spento e solo 100 euro in tasca. Alla fine hanno deciso di prendere un treno per Boltiere e, proprio qui, sono stati avvistati da un passante, che li ha subito riconosciuti.
Una fuga d’amore” ha commentato il sindaco di Boltiere, Osvaldo Palazzini. La fuga è finita fortunatamente, ma non è detto che lo sarà anche il loro amore.

Meter presenta il rapporto 2010


Il 16 marzo alle ore 11.30, presso la Sala Marconi di Radio Vaticana, sarà presentato il Report 2010 sulla pedofilia e pedopornografia online realizzato dall’Associazione Meter di Don Fortunato Di Noto.
Saranno presenti don Fortunato, il Direttore della Sala Stampa Vaticana Padre Federico Lombardi e il Direttore Nazionale Antonio Apruzzese, del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni in Italia.
“Siamo onorati di presentare il nostro Report in Vaticano –dice don Di Noto–. Questo sottolinea come una realtà ecclesiale e sociale come Meter non possa che sentire cum ecclesia e rendere visibile il  servizio di aiuto e di contrasto contro la pedofilia e gli abusi sessuali in Italia e nel mondo. Ecco i numeri del dolore e l’aiuto concreto ai piccoli, alle loro famiglie, alla società e alla Chiesa.
Lo faremo per spronare tutti, noi per primi, a fare sempre più e sempre meglio per l’infanzia”.

lunedì 14 marzo 2011

Parliamo di Yara Gambirasio e commentiamo la raccolta firme promossa dal parroco Don Corinno

A Brembate Sopra il parroco Don Corinno Scotti, ha raccolto delle firme per fermare il come lo definisce lui "Bombardamento Mediatico", teme una strumentalizzazione su quanto accaduto. Io voglio quindi su questo fare un commento, abbiamo già assistito ad un silenzio stampa che non ha portato a nulla e forse ha lascito campo libero a chi ha ucciso la povera Yara, pertanto visto il precedente risultato io lascerei pure che si continui a parlarne, in quanto non si va affatto a strumentalizzare l'accaduto ma si cerca di andare a fondo con tutti i mezzi quelli dei media compresi per dare giustizia alla povera Yara. Non è che forse il primo silenzio stampa sia stata una manovra degli investigatori per nascondere degli errori nelle ricerche? e non è che ora questa raccolta di firme per fermare l'assedio mediatico serva a nascondere delle verità che forse proprio Don Corinno conosce?  Le mie non sono accuse dirette ma soltanto semplici domande che ognuno potrebbe porsi alla luce dei fatti. Rispetteremo se su questo punto accadrà qualcosa la volontà dei cittadini di Brembate Sopra.

STATO DI ALLERTA: Maria Pariota 14anni



Maria Pariota 14anni
La ragazza è la coetanea di Jonathan Lana. E' scomparsa con lui il 10/03/2011, Maria Pariota vive a Montecatini Terme (Pistoia) mentre Jonathan vive a Dalmine (Bergamo). I due ragazzi come dicevamo ieri si sono conosciuti tramite il noto social-network Facebook, da qui poi hanno anche chattato su skype e si sono scambiati i numeri di telefono e nei giorni precedenti la scomparsa si sono sentiti spesso. Maria non dà più notizie di se dal 10 Marzo proprio come Jonathan. Il telefonino della ragazza il giorno della scomparsa pare abbia agganciato una cella della città di Milano. Chi avesse informazioni utili al ritrovamento contatti immediatamente le forze dell'ordine oppure lo segnali all'indirizzo bambiniscomparsi@associazionemeter.org è inoltre possibile utilizzare il link a fianco cliccando sulla foto di Jonathan.

domenica 13 marzo 2011

STATO DI ALLERTA: Jonathan Lana 14anni



                        Jonathan Lana 14 anni


Scomparso da Dalmine (Bergamo) il 10/03/2011, dai primi accertamenti sembra abbia conosciuto tramite il social-network Facebook una sua coetanea (Maria) che risiede a Montecatini Terme (Pistoia) e che con lei si siano concordati per un appuntamento a Milano. Da una testimonianza sembra che il giovane effettivamente fosse a Piazza Duomo Milano verso le 16:30 ma da quel momento si sono perse le tracce e il suo telefonino risulta spento proprio da quell'ora. Non abbiamo dati certi inerenti la ragazza. Chi avesse informazioni utili al ritrovamento di Jonathan e pregato di contattare immediatamente le forze dell'ordine oppure è possibile inviare una mail a bambiniscomparsi@associazionemeter.org . Dal Link a fianco è possibile segnalare un avvistamento.

venerdì 11 marzo 2011

Abusi su una bambina


Roccalumera. Abusi sessuali su una minore, 26enne in manette. A Gaggi un arresto per droga

MESSINA - I carabinieri della Compagnia di Messina Sud hanno arrestato un 26enne, sorvegliato speciale con l'obbligo di residenza a Roccalumera, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Messina. E' accusato di violenza sessuale su una minorenne e furto. Secondo i carabinieri, nello scorso febbraio l'uomo avrebbe palpeggiato la ragazzina e le avrebbe rubato un telefonino. A Gaggi, invece, sempre i carabinieri, hanno arrestato per detenzione di droga un 28enne, M.C. Al giovane sono state sequestrate 50 grammi di marijuana.  L'arrestato è stato sorpreso da una pattuglia della stazione dei carabinieri mentre si aggirava in piena notte nel centro abitaato di Gaggi. A seguito di una perquisizione personale, i carabinieri hanno trovato negli slippini del giovane 10 grammi di “marijuana”. I carabinieri hanno poi proceduto anche alla perquisizione dell'abitazione di M.C. dove hanno rinvenuto altri 50 grammi di marijuana.

abusi sul vicino di casa undicenne

L'uomo, 56 anni, avrebbe approfittato della fiducia del ragazzo con la scusa di accompagnarlo a casa, a bordo della propria autovettura in una zona di campagna piuttosto isolata
Perugia, 11 marzo 2011 - La polizia ha sottoposto a fermo un uomo di 56 anni, incensurato, di Umbertide, per violenza sessuale su un bambino di 11 anni, figlio di suoi amici e vicini di casa. Il provvedimento è stato eseguito ieri dal commissariato di Città di Castello, dopo un'indagine durata 48 ore. L'uomo, secondo la ricostruzione dei fatti da parte della polizia, avrebbe approfittato della fiducia del ragazzo, per farlo salire senza difficoltà, con la scusa di accompagnarlo a casa, a bordo della propria autovettura in una zona di campagna piuttosto isolata. L'undicenne, sconvolto da quanto accaduto, avrebbe successivamente riferito ai propri genitori ogni particolare. L'uomo è stato rinchiuso nel carcere di Perugia.