lunedì 29 novembre 2010

STATO DI ALLERTA: Yara Gambirasio 13 anni


Yara Gambirasio 13 anni scomparsa da Bergamo nel

Pomeriggio di Venerdì 26/11/2010



il nostro blog seguirà la vicenda, cliccando sul link a fianco è possibile fare segnalazioni


sabato 27 novembre 2010

Genova/ Ritrovata Chiara, la 14enne scomparsa da mercoledì scorso


CHIARA CAVALERI TROVATA RAGAZZA 14 ANNI SCOMPARSA A GENOVA – E’ stata ritrovata dopo tre giorni di assenza Chiara Cavaleri, la 14enne scomparsa Mercoledì 14 Novembre.
Dopo l’appello televisivo a Quarto Grado della madre di Chiara Cavaleri, dopo la ricerca su Facebook, i carabinieri hanno trovato la ragazzina nell’abitazione di un amico maggiorenne di Chiara, nel quartiere Rivarolo.
L’abitazione è stata individuata dai carabinieri in seguito alle indagini.
L’agenzia Ansa che ha diffuso la notizia non specifica niente sulle eventuali responsabilità dell’amico maggiorenne di Chiara. Voci non confermate, parlano di un allontanamento volontario di Chiara, forse legata sentimentalmente al ragazzo.
Chiara Cavaleri è in buone condizioni di salute. Si risolve con un lieto fine una vicenda che in molti avevano subito accomunato a quella di Sarah Scazzi.

APPELLO PER CHIARA CAVALERI

Al disperato appello della mamma e della sorella di Chiara si aggiunge anche il nostro, se avete preso Chiara ridatela alla sua famiglia, e non fatele del male, ha solo 14 anni e una vita davanti. Chiara se ti sei allontanata da sola, dai notizie di te, ritorna a casa, fuggire, scappare non risolve i problemi. Se individuate Chiara o avete notizie mandateci subito una mail all'indirizzo
unavitasottile@alice.it oppure bambiniscomparsi@associazionemeter.org potete anche telefonare al numero verde 800/455270. Dal link qui a fianco è possibile segnalare avvistamenti.

venerdì 26 novembre 2010

STATO DI ALLERTA: CHIARA CAVALERI 14 anni


CHIARA CAVALERI 14 ANNI
scomparsa da Genova Mercoledì 24 Novembre alle 7:30

SE LA INDIVIDUATE CHIAMATE SUBITO
IL NUMERO VERDE 800/455270 ASS. NE METER ONLUS
O AVVISATE IL 113 POLIZIA DI STATO

Minore scompare da casa, carabinieri cercano contatti su Fb


Sul popolare network forse una traccia per capire dov'e' Chiara


GENOVA, 26 NOV - La stanno cercando tramite il social network Facebook. Contatti, post e messaggi che potrebbero dare ai carabinieri uno spunto investigativo per riuscire a capire dove si trovi Chiara Cavalleri, la quattordicenne genovese scomparsa da casa lo scorso mercoledi' mattina. Sul caso stanno indagando congiuntamente sia i carabinieri della compagnia di Arenzano che i colleghi del commissariato Sestri.
A presentare la denuncia di scomparsa e' stata la madre dopo che la minore non e' tornata a casa da scuola. Il cellulare di Chiara, attualmente spento, e' stato localizzato l'ultima volta nella zona di Sestri Ponente. (ANSA).

Genova/ 14enne scomparsa da due giorni, in corso le ricerche


Era uscita di casa per andare a scuola e da allora non si hanno più sue notizie


Genova, 26 nov. (Apcom) - Era uscita di casa come tutte le mattine per andare a scuola ma in classe non è mai arrivata e da mercoledì mattina non si hanno più sue notizie. A denunciare la scomparsa della 14enne Chiara Cavaleri, residente con la famiglia nel quartiere genovese di Voltri, è stata la madre che ieri ha anche lanciato un appello da una televisione locale per invitare la figlia a tornare a casa. Alle ricerche della 14enne partecipano anche gli amici e su Facebook è stata aperta una pagina dedicata alla sua scomparsa, nella speranza che qualcuno sappia dare informazioni utili al suo ritrovamento. Al momento della scomparsa, la ragazza, che ha occhi e capelli scuri ed è alta circa un metro e 55, indossava un piumino nero lungo, jeans e un paio di scarpe da ginnastica. Sul caso stanno indagando i carabinieri.

Meter scopre materiale agghiacciante on line

Guarda e Ascolta... Associazione Meter Onlus dalla parte dei bambini contro la pedofilia

Pedofilia: 6.990 immagini con bambini virtuali sul PC, arrestato


Le 6.990 immagini e 36 video trovati dai Carabinieri sul pc di un uomo di 47 anni di Milano raffiguravano atti sessuali tra adulti e bambini sviluppate con la tecnica del cartone animato, (quindi non rappresentavano persone vere, ma virtuali), ma l’arresto e la condanna nei confronti dell’uomo sono sopraggiunti ugualmente.
Come dichiarato in un ordinamento del 2006, infatti, la pornografia virtuale è un reato proprio come quella reale, anche se la pena prevista per la prima è diminuita di un terzo rispetto alla seconda.
È Milano dunque la città ad avere l’onere di registrare la prima condanna (2 anni e 2 mesi di reclusione e 6.ooo euro di multa) per questo reato.
Il computer era stato posto sotto sequestro durante una perquisizione, poiché risultava che l’uomo avesse scaricato e condiviso con altri utenti non solo le quasi 7 mila immagini e i video virtuali, ma anche 1.

635 files riguardanti persone reali, successivamente cancellati dal PC e recuperate da alcuniconsulenti informatici. Sempre tali consulenti avrebbero chiarito che l’uomo non avrebbe personalmente creato le immagini virtuali, ma le avrebbe scaricate dalla rete.
Da queste evidenze, la decisione del pubblico ministero Giancarla Serafini di formulare nei confronti del 47enne di Milano le accuse di pornografia minorile e pornografia virtuale, con l’aggravante della grande quantità di materiale trovato in suo possesso. Egli però, dopo il rinvio a giudizio, ha chiesto di poter avere uno sconto di pena attraverso il rito abbreviato, e difatti ha ottenuto uno sconto di un terzo della pena grazie alla celerità del procedimento in corso. A Gennaio verranno rese note lemotivazioni in merito a tale decisione presa dai giudici della nona sezione penale.

PEDOFILIA ON LINE: 2 ARRESTI E 7 DENUNCE IN 5 CITTA' DEL NORD

(ASCA) - Roma, 24 nov - Navigavano nella Rete alla ricerca di ''negozi'' dove comprare video e foto dal contenuto pedopornografico. E con il file-sharing diffondevano nel web, dal pc di casa, quanto avevano memorizzato e archiviato.

La Polizia Postale di Venezia dopo una serie di perquisizioni effettuate nelle provincie di Bolzano, Verona, Torino, Livorno e Milano, ha individuato e denunciato 7 sospetti pedofili online, 2 dei quali - peraltro anche con precedenti penali per violenze su minori - sono stati arrestati poiche' colti in flagrante detenzione.

Ulteriori dettagli saranno resi noti nel corso della conferenza stampa che si terra' alle ore 11.00 presso la sede della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Venezia (Mestre) in via Torino 88.

Pedofilia: soldi parrocchia per foto hard, indagato frate


Parroco a Sciacca, denunciato da alcuni suoi fedeli


(ANSA) - SCIACCA (AGRIGENTO), 25 NOV - Un sacerdote di 37 anni, dell'ordine dei Francescani, e' indagato dalla Procura di Palermo per pedopornografia e prostituzione minorile. L'uomo, parroco della basilica di San Calogero di Sciacca, e' stato gia' trasferito e sospeso dalla curia vescovile di Agrigento.

A denunciare il frate sarebbero stati alcuni giovani parrocchiani. Secondo l'accusa, inoltre, il francescano avrebbe pagato fotografie pedopornografiche e prestazioni sessuali con i soldi della parrocchia. (ANSA).

giovedì 25 novembre 2010

la bella notizia di oggi... BENVENUTO GIANLUCA!!!

A un'Ora e 28 minuti dopo la mezzanotte (01:28), è nato Gianluca. Le nostre felicitazioni ai genitori Cristina e Matteo. Al piccolo Gianluca possa il Signore illuminare per sempre i sui passi e riservargli tanta gioia e felicità. Claudio, i membri e volontari di "Una Vita Sottile fermiamo l'abuso"
Al piccolo Gianluca, agli amici Cristina e Matteo, dedico questo brano di Giosy Cento. 

mercoledì 24 novembre 2010


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SARAH: SEQUESTRO DOCUMENTI E FILE

Il giorno dopo scomparsa Sarah Cosima era vicino al pozzo

(ANSA) - TARANTO, 24 NOV - La procura della Repubblica di Taranto ha emesso un decreto di sequestro in tutta Italia dei documenti e i file audio e video inerenti all'omicidio di Sarah Scazzi. Il sequestro e' motivato con la pubblicazione e la messa in onda dei documenti dai mass media. Oggi intanto 'La Gazzetta del Mezzogiorno' scrive che il giorno dopo la scomparsa di Sarah, il 27 agosto, Cosima Serrano telefono' alla figlia Valentina e il suo cellulare aggancio' la cella telefonica che copre il pozzo e la campagna.

martedì 23 novembre 2010

quando un blog diventa saturo... nuovo intervento di manutenzione

Mi sto pian piano rendendo conto che la grafica di questo blog è un pochino satura e si sta purtroppo, vista la miriade di fatti, riempiendo sempre più. Prossimamente, il blog subirà un nuovo intervento di manutenzione e resterà inattivo per alcune ore. Tranquilli sarete avvisati per tempo.

Lo metto anche qua.

Violenze all’asilo: a Pinerolo una nuova Rignano Flaminio?

Ancora un caso di maltrattamenti ai danni di bambini da parte delle maestre. Ne parla il Tg La7: “La denuncia da parte di un genitore”.
rignano2 large Violenze allasilo: a Pinerolo una nuova Rignano Flaminio?Non c’ è solo la politica a tenere banco nei tg di stasera. L’ultima missione di Bertolaso è l’alluvione in Campania. Che segue quella del Veneto. L’economia non dà segnali rassicuranti. Poi il caso Scazzi, con Sabrina accusata dalle dichiarazioni di Michele Misseri. Apre così EnricoMentana: “Il governo vicino alla crisi. Fallita la mediazione di Bossi che aveva pensato ad un Berlusconi bis o ad una crisi pilotata. La risposta di Silvio Berlusconi ai finiani è arrivata: questo è il governo, questo è il presidente del Consiglio. Berlusconi ha fatto sapere dall’estero, da Seul, che Fini deve andare in Parlamento e votargli contro“. “Bossi Fini è fumata nera”, annuncia Chicco presentando i servizi. parla di “giornata covulsa“. Poi gli Stati con elevati debiti. Italia tra le prime: buoni del tesoro con il tasso più alto dal 1997. L’Europa torna inquieta: “Dopo la Grecia è l’Irlanda a rischio“. Poi si annuncia la cronaca: “A Pinerolo un asilo come Rignano“. Si è spento il tassista picchiato. C’è il Veneto al Tg1, già alle 20 e 3 minuti. Napolitano “Contenere spese ma non tagliare tutto”.
NUOVA RIGNANO FLAMINIo? – “Nuova Rignano Flaminio“, su La7. “Bisogna andarci coi piedi di piombo“, dice il direttore in studio. “Era il più bello di Pinerolo. Da fuori un castello ma dall’interno tutt’altro“, spiega il servizio. La procura di Pinerolo indaga contro le maestre per maltrattamenti sui bambini. Ci sarebbe stata una fuga dalla struttura. Gli iscritti sarebbero calati da 20 ad 8. C’era il sospetti dei genitori che non venissero seguiti a dovere. Poi l’inchiesta. Al vagliod egli inquirenti ci sono le immagini dei telefonini dei dipendenti dell’asilo. Secondo quanto fa sapere il Gip alcuni bambini sarebbero stati costretti perfino a mangiare il proprio vomito, o a restare al buio in completo isolamento. Mentana ribadisce la necessità di attendere gli sviluppi della vicenda: “Siccome qui ci sono testimonianze diverse, anche opposte rispetto alle piu’ catastrofiche bisogna andarci cauti“.
FACCI VS TRAVAGLIO – Intanto ci si occupa dell’editoriale col quale Marco Travaglio dalle colonne del Fatto Quotidiano attacca Roberto Saviano, che nel corso della trasmissione ha parlato di Falcone. Il giornalista ha accusato l’autore di Gomorra di aver riferito sul giudice cose “ampiamente risapute“.Filippo Facci di Libero non è assolutamente d’accordo: “Altro che cose ampiamente risapute. Saviano potrebbe raccontare dei politici che linciarono Falcone e sono amici di Travaglio, dei giornali che linciarono Falcone e che sono amici di Travaglio“. E ancora: “Mi chiedevo da tempo quanto tempo ci avesse messo Travaglio per prendersela con Saviano. Gli ha detto che dovrebbe far politica“.

Pedofilia Rignano, ripreso processo


Rignano, il racconto dei genitori
«Sentivo che qualcosa non andava»

In aula padri e madri dei bimbi della scuola Olga Rovere nel processo sui presunti abusi sessuali sui piccoli

ROMA - La «paura» che il proprio figlio fosse stato oggetto di giochi sessuali. Così l'orrore, il clima, i sentimenti, le parole di quei racconti sono tornati in aula a Tivoli, dove si celebra il processo sui presunti abusi avvenuti nell'asilo Olga Rovere di Rignano Flaminio e dove sotto accusa ci sono 3 maestre, il marito di una di loro e una ex bidella. Lunedì mattina sono stati ascoltati in aula i primi genitori.
L'ingresso della scuola Olga Rovere (Ansa)
L'ingresso della scuola Olga Rovere (Ansa)
IL RACCONTO -
 «Non appena mi resi conto che c'era qualcosa che non capivo ho iniziato a chiedere», ha spiegato una mamma affermando che la figlia avrebbe riconosciuto uno degli imputati, Giancarlo Scancarello, in un video di una prima comunione. «"È quello il signor Giovanni" mi detto mia figlia», ha riferito la donna al giudice. Le testimonianze hanno riguardato anche un incontro serale avvenuto con altri genitori durante il quale si parlò dei sospetti e di quelli che si ritenevano «fatti acquisiti, certi». «L'indomani comunque tutti sono andati dai carabinieri», ha spiegato l'avvocato Luca Milani, che assiste alcune delle parti civili. Il penalista Antonio Cardamone, che insieme con Franco Merlino, segue altri genitori riconosciuti parte lesa nel processo, ha spiegato: «Oggi è stato sgombrato il campo dalla contaminazione. È evidente che qualunque genitore ascoltando dal proprio figlio i giochi che facevano a scuola con altri compagni inevitabilmente ha cercato un riscontro e poi è andato dai carabinieri».
LA DIFESA - Di diverso avviso i difensori degli imputati che ribadiscono come «siano emerse in modo incontrovertibile le prove del fatto che i genitori si sono influenzati e suggestionati l'un altro», ha spiegato l'avvocato Ippolita Naso, che assiste una delle maestre. «Quando abbiamo chiesto se i pediatri, nell'immediatezza dei fatti, avessero riscontrato segni riconducibili a lesioni di qualche tipo la risposta è stata netta: nessuno ci ha detto nulla di tutto questo». L'avvocato Cardamone, sul punto, ha ribadito: «Che le testimonianze dei genitori siano de relato non si scopre oggi. Padri e madri hanno raccontato oggi e faranno poi quello che gli è stato riferito dai propri figli. I racconti di oggi sono stati ancora una volta veri e drammatici». La prossima udienza è stata fissata per il 20 dicembre.
SOTTO ACCUSA - Il processo è partito dopo le denunce presentate da alcuni genitori dei bambini che frequentavano la scuola Olga Rovere. Dopo l'inchiesta, è stato chiesto il rinvio a giudizio per le maestre Patrizia Del Meglio, Silvana Magalotti e Marisa Pucci, la bidella Cristina Lunerti e l'autore televisivo Gianfranco Scancarello che devono rispondere, a vario titolo e a seconda delle posizioni, delle accuse di violenza sessuale di gruppo, maltrattamenti, corruzione di minore, sequestro di persona, atti osceni, sottrazione di persona incapace, turpiloquio e atti contrari alla pubblica decenza.

Pedofilia Don Mauro Stefanoni. In Appello confermata condanna a 8 anni

Milano, appello conferma 8 anni a prete per abusi sessuali. Vittime alcuni ragazzini di un paese del comasco.


Milano, 23 nov. (Apcom) – La corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna a 8 anni di reclusione a un prete ritenuto responsabile di violenza sessuale ai danni di alcuni ragazzini di un paese del comasco. Il sacedote si era difeso sostenendo di essere impossibilitato a commettere gli abusi per motivi fisici. I giudici avevano ordinato una perizia suppletiva che ha escluso l’esistenza dei problemi indicati dall’imputato. Il pg aveva chiesto la conferma della condanna e la corte ha accolto la tesi dell’accusa condannando il prete a pagare le spese processuali nel frattempo aumentate e il risarcimento alle vittime.

allarme pedofili su facebook

Della notizia con cui abbiamo aperto ieri non sappiamo molto, soltanto che sono ancora in corso indagini. L'invito fatto ovviamente rimane ancora valido.

lunedì 22 novembre 2010

allarme pedofili su facebook

Abbiamo ricevuto segnalazione che su Facebook sta girando questa frase: 


Ragazzi togliete le foto dei cartoni, un gruppo di pedofili ha organizzato tutto questo per ingannare i ragazzi e i bambini.UN GRUPPO DI PEDOFILI HA MESSO SU QUESTA KOSA PER KONFONDERSI KON I RAGAZZINI E GLI ADOLESCENTI ISCRITTI SU FB...PER MASKERARSI MEGLIO.. togliete le immagini senò si partecipa alla pedofilia... passatevi la parola con gli amici del vostro contatto... mandatelo a tutti quelli che avete in linea.


Effettivamente abbiamo controllato e la frase è stata inserita nella pagina "Le Migliori Citazioni Famose". La segnalazione è stata inoltrata all'associazione Meter e ne sarà controllata l'attendibilità. Gli sviluppi della vicenda li troverete pubblicati su questo blog se ce ne saranno.

domenica 21 novembre 2010

Sarah Scazzi: caos e rissa tra i legali di Sabrina Misseri

Il caso Avetrana diventa rissa. E la cosa più sorprendente è che gli «avversari» — gli avvocati Vito Russo ed Emilia Velletri da una parte e l’avvocatessa Francesca Conte dall’altra — dovrebbero stare almeno in teoria sullo stesso fronte, cioè con Sabrina Misseri che tutti e tre assieme si sono impegnati a difendere. Invece no: ieri l’argomento Sabrina è passato in secondo piano e la guerra fra i legali ha preso il sopravvento. Comincia tutto alle nove e mezza quando arriva alla cancelleria del giudice delle indagini preliminari un fax dal carcere di Taranto. È Sabrina Misseri che in due righe scrive di voler revocare il mandato a Francesca Conte, entrata sulla scena del caso Avetrana pochi giorni prima, e di voler ripristinare l’incarico all’avvocato Vito Russo, revocato nei giorni precedenti proprio per far posto a lei in vista dell’incidente probatorio di venerdì scorso. A questo punto le versioni su quel che è successo diventano due. Francesca Conte, a capo di uno degli studi legali più noti della Puglia, va su tutte le furie perché «l’avvocato Russo, mentre io ero con sua moglie in carcere per l’incidente probatorio dichiarava alla stampa, senza accorgersi che due miei avvocati lo hanno registrato, ha detto che avrebbe fatto in modo di far revocare il mio mandato». Tempo un paio d’ore e il file-audio di cui parla l’avvocatessa è nelle mani di stampa e tivù. Si sente la voce dell’avvocato Russo che commenta un domanda sul perché non stesse assistendo all’incidente probatorio. «Per questa c…. di Conte che per fortuna domani se ne va» dice lui. «Io non ho mai detto una cosa del genere, casco proprio dalle nuvole» si difende Vito Russo. E sua moglie, Emilia Velletri: «Siamo sgomenti per quello che sentiamo. C’era un patto con la famiglia e Sabrina si è attenuta alla naturale alternanza dei componenti del collegio difensivo che comunque sarebbe stato formato da noi e dalla collega Conte». In sostanza secondo Russo e Velletri era già previsto che lui rientrasse in scena subito dopo l’incidente probatorio. «Io sono andato in carcere a trovare Sabrina, è vero — ammette l’avvocato — ma era negli accordi che avrebbe spedito quel fax. La Conte non può dire di non saperne nulla e io con Sabrina non ne ho nemmeno parlato». Risultato dello scontro: la rissa finirà al Consiglio dell’Ordine di Taranto assieme al file-audio di Francesca Conte e ai «messaggi minatori» che Russo e Velletri dicono di aver ricevuto da lei ieri. Il 13 gennaio l’Ordine è già convocato sul caso Avetrana: per decidere eventuali provvedimenti disciplinari contro Russo, Velletri e Daniele Galoppa, l’avvocato di Michele Misseri. Si discuterà della presunta violazione del codice deontologico: sovraesposizione mediatica e accaparramento di clienti. E sarà un altro giorno che farà ombra sulla verità. Su Sabrina, che rischia il carcere a vita. Su Michele Misseri, che non ha ancora raccontato tutta la verità. Ma soprattutto su Sarah, morta a 15 anni e buttata in un pozzo.

sabato 20 novembre 2010

Giornata dei diritti dell'infanzia: piccolissimi in corteo tra giochi e musica

UNICEF Italia: poca attenzione ai diritti dei bambini nel nostro paese

Bambini violentati, sono 500 milioni nel mondo. "Mai più"

UNICEF Italia: poca attenzione ai diritti dei bambini nel nostro paese

Bambini violentati, sono 500 milioni nel mondo. "Mai più"

giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Aderisce anche google

Giornata mondiale dei diritti dei bambini

Sabato 20.11.2010 08:52

bambini
Logo di google per la giornata dedicata all'infanzia
Oggi le Nazioni Unite celebrano la Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia. L'Italia ha fatto propria la convenzione con la legge 176 del 27 maggio 1991, e con una legge del dicembre 1997 ha istituito la Commissione parlamentare e l'Osservatorio nazionale per l'infanzia
. La madre di Denise Pipitone e' oggi testimonial di un evento internazionale organizzato dalla Fondazione Mediaterraneo, costituitasi per volonta' della Provincia di Genova e del Comune di Sestri Levante, che hanno voluto premiare gli sforzi di una madre alla ricerca della propria figlia.
La richiesta di partecipazione per Piera Maggio e' dovuta ad una risoluzione del Consiglio provinciale di Genova, che ha incaricato l'ente di Sestri Levante di presentare proposte a favore dell'infanzia, estendendone il campo di applicazione anche ai casi dei minori scomparsi.

"Il nostro intento e' sviluppare iniziative di studio per i minori - dice Angiolino Barreca, rappresentante della fondazione - e ci proponiamo di appoggiare le ricerche dei bambini scomparsi fornendo la nostra esperienza per scoprire le dinamiche sottese a tali gravi atti contro la persona, con lo scopo primario di prevenire piuttosto che intervenire dopo che il minore » stato portato via". "Prenderemo in considerazione molto seriamente la proposta della fondazione Mediaterraneo - ha detto Piera Maggio - in ogni caso estendiamo a tutte le universita' italiane la richiesta di stabilire un gruppo di lavoro per la realizzazione di uno studio accurato sui minori scomparsi".

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SARAH: MICHELE, DOVEVO PRENDERMI COLPA

Ho confessato stupro per essere credibile. Scontro tra legali

(ANSA) - TARANTO, 20 NOV - 'Ho detto di aver violentato Sarah perche' mi dovevo caricare tutta la colpa e far sembrare la cosa piu' credibile'. Cosi' Michele Misseri avrebbe spiegato nell'incidente probatorio nel carcere di Taranto perche' ha sostenuto di aver violentato la nipote, decidendo poi di cambiare versione. E' scontro intanto tra i difensori di Sabrina. 'C'e' stata piena collaborazione', dice Vito Russo replicando a Francesca Conte che ha rinunciato all'incarico accusando i colleghi di slealta'.

venerdì 19 novembre 2010

Pedofilia, don Di Noto: "Dl Senato mette a rischio le inchieste"

Le inchieste sulla pedofilia saranno tolte alle Procure distrettuali e questo porterà "alla distruzione totale di tutti gli sforzi fatti negli anni per coordinare a livello nazionale gli sforzi investigativi nella lotta alla pedopornografia". Lo afferma don Fortunato Di Noto, fondatore dell'associazione Meter, commentando la modifica della ratifica della convenzione di Lanzarote, documento del Consiglio d'Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, in discussione al Senato, e già approvato alla Camera. L'emendamento, secondo il sacerdote, sopprime la competenza delle Procure Distrettuali per i reati di pedofilia e pedopornografia online, che era stata introdotta nel 2008 in sede di ratifica della convenzione di Budapest sulla criminalità informatica. "Sono modifiche che a prima vista possono sembrare irrilevanti ma - sostiene don Fortunato - per noi che siamo addetti ai lavori significano la fine e la dispersione del nostro impegno. Perché, sottraendo alle Procure Distrettuali, finisce per ripartire le indagini sulle singole procure, già oberate di processi e processetti e quindi non in grado di perseguire a dovere questa piaga".
"E' una vera e propria frammentazione della lotta alla pedopornografia - aggiunge il sacerdote - una scelta che quantomeno posso definire poco illuminata. Ma come, anziché creare un unico, pesante martello da dare in testa ai pedofili, lasciamo che ognuno faccia la guerra alla pedopornografia online alla bell'e meglio? Io non ci sto". Per questo don Di Noto lancia un appello: "chiedo al governo, ai presidenti Schifani e Fini, ai Senatori, a Alessandra Mussolini, presidente Commissione Infanzia e ai Presidenti Commissione Giustizia, una marcia indietro". "Chiedo di bocciare quest'emendamento - conclude don Di Noto - altrimenti anni di sforzi e sacrifici saranno stati inutili e vanifica quanto previsto dalla Convenzione di Budapest diligentemente recepita dallo Stato Italiano".

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INFANZIA: UNICEF, EMERGENZA IN ITALIA

Spadafora: situazione sta peggiorando per livello di poverta'

(ANSA) - ROMA, 19 NOV - 'C'e' un'emergenza italiana da risolvere, la situazione sta peggiorando per il livello di poverta' vero e proprio. E bisogna dare risposte'. Lo ha detto il presidente di Unicef Italia, Vincenzo Spadafora alla vigilia della Giornata nazionale per l'infanzia sottolineando che il 'tempo principale e' quello dei fondi'. 'Non possiamo ritornare al dopoguerra - ha aggiunto - quando l'Unicef anche in Italia aiutava i bambini. Spetta al Governo introdurre interventi concreti'.

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MICHELE MISSERI, CONFERMATA VERSIONE

In corso incidente probatorio, uomo accusa Sabrina dell'omicidio

(ANSA)-TARANTO, 19 NOV- E' ancora in corso nel carcere di Taranto l'incidente probatorio di Michele Misseri, zio di Sarah Scazzi che prima si e' accusato dell'omicidio e poi ha scaricato la responsabilita' sulla figlia Sabrina, confermando pero' di aver violentato la 15enne e di averne occultato il cadavere. Da quasi 7 ore, Michele sta rispondendo alle domande del Gip Rosati e avrebbe anche confermato l'ultima versione fornita in cui ha sostenuto che ad uccidere Sarah e' stata Sabrina, strangolandola con una cinta.

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SARAH:INCIDENTE PROBATORIO MISSERI

Sabrina e' presente ma non puo' interloquire

(ANSA) - TARANTO, 19 NOV - E' iniziato nel carcere di Taranto l'interrogatorio, nella forma dell'incidente probatorio, di Michele Misseri indagato per l'omicidio di Sarah Scazzi.

All'interrogatorio, davanti al gip, sono presenti il procuratore di Taranto, il procuratore aggiunto e il pm. Sabrina Misseri e' presente all'interrogatorio ma non puo'. Prendono parte anche i rappresentanti della parte lesa, cioe' gli avvocati dei genitori e il fratello di Sarah.

martedì 16 novembre 2010

Impiantista pedofilo a Cortina: l'indagine prosegue

CORTINA. Abusi su minori da parte di un impiantista che utilizzava il suo lavoro per avvicinare le sue piccole "vittime": si indaga ancora sul caso che il 4 novembre ha visto una pesante condanna comminata dal tribunale ordinario nei confronti di F.A., un cinquantenne. L'uomo, che fino all'inchiesta dei carabinieri di Cortina era un "insospettabile", è stato condannato a 6 anni dal tribunale per atti osceni, corruzione di minore, atti sessuali con minori e violenza sessuale. Il tribunale di Venezia, competente per pedofilia, lo aveva poco prima (giugno 2010) condannato a 2 anni e 10 mesi per produzione e detenzione di materiale pedopornografico: nella perquisizione i carabinieri si erano imbattuti in diverso materiale che ritraeva minori con il soggetto. Così, se per la sentenza di primo grado c'è stato appello della difesa, per i reati di pedofilia il caso non può considerarsi chiuso: gli investigatori stanno accertando l'esistenza di un'eventuale rete nella quale l'uomo potrebbe essere coinvolto o di casi passati non ancora emersi. Lui è ai domiciliari per effetto della sentenza della Corte Costituzionale, ma ha già scontato 12 mesi di reclusione preventiva. «Un'indagine nella quale la sinergia usata dagli operatori ha consentito una rapida efficacia dell'azione giudiziaria», spiegano il comandante provinciale dei carabinieri di Belluno, Ettore Boccassini, e il tenente Samanta Cimolino, che comanda il nucleo operativo carabinieri della Compagnia ampezzana ed è psicologa dell'Arma (ha seguito direttamente il lavoro). Un'inchiesta «modello». L'indagine dei Carabinieri di Cortina prese le mosse da alcune segnalazioni pervenute al Comando da parte di genitori che, raccogliendo le confidenze dei figli, si erano mostrati preoccupati di ciò che succedeva sulle piste da sci: vicino a un impianto di risalita, un addetto alla seggiovia si lasciava andare ad atti sessuali dopo aver richiamato la loro attenzione. Si abbassava i pantaloni e si toccava compiendo atti osceni. Molti i ragazzini coinvolti, anche turisti: tra questi episodi e quelli legati alla pedopornografia, in generale sarebbero coinvolti una decina di minori, dai 14 anni in giù, anche disabili. Determinante la testimonianza di una madre che raccontò di episodi vissuti con i suoi occhi durante una festa. Partirono così le denunce dei genitori e l'inchiesta ebbe impulso. Grazie a una perquisizione i carabinieri rinvenirono materiale pedopornografico: foto, video, mms prodotti e detenuti da F.A. che ritraevano minori, alcuni dei quali in sua compagnia in indubbi atteggiamenti sessuali. Fu arrestato. Sono seguiti accertamenti che i carabinieri hanno operato in stretta collaborazione con la procura (l'inchiesta del pm Gallego), l'identificazione dei ragazzini e anche la raccolta delle loro testimonianze vissute: con alcuni di questi c'erano stati anche contatti telefonici dell'indagato. Audizioni protette, audiovideoregistrazioni, giochi e disegni liberi, comunicazioni del minore con esperti, coinvolgimento di famiglie e scuola (non sono mancati gli ovvi problemi) hanno consentito la raccolta di prove. Prove finite nei due processi che, per fatti dell'inverno 2008-2009, hanno già prodotto due condanne: a neanche un anno di distanza.

Pedofilia, abusi su bimba di otto anni Tra i sei condannati c'è il padre


Sotto accusa anche un ex medico del Policlinico Gemelli e un sagrestano. Per il genitore 15 anni di reclusione

ROMA - Incontri hot tra omosessuali in cui prese parte anche una bambina. E’ questo il quadro del processo conclusosi martedì davanti ai giudici della IX sezione penale del tribunale di Roma, presieduto da Roberto Mendoza. Tra i soggetti sotto accusa un ex medico del Policlinico Gemelli e un sagrestano. La vicenda culminò nel giugno del 2001 con una serie di arresti. Il verdetto ha sostanzialmente accolto le richieste del pm Roberto Staffa.
LE ACCUSE - Con l’accusa di violenza sessuale sono stati condannati, a 15 anni di reclusione Tommaso C., padre della bambina che avrebbe subito gli abusi quando aveva tra gli otto e i dieci anni. Dieci anni ha avuto Marco Cagossi, all’epoca dei fatti professore associato e aiuto nella II divisione di chirurgia generale del Gemelli; 8 anni e 6 mesi ciascuno sono stati comminati a Gerardo Balascio, commerciante; Salvatore Blanco, ex sagrestano, e Gregorio Mangano, Giancarlo Savelli. Il tribunale ha anche disposto che la ragazzina sia risarcita in sede civile, stabilendo anche il pagamento, in solido da parte degli imputati, di una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 150mila euro. E’ stata invece assolta invece una settima imputata, Francesca Innocenti, con la formula «per non aver commesso il fatto». A far scattare le indagini era stata una denuncia della moglie separata di Tommaso C. in cui si segnalava la situazione in cui si era venuta a trovare la figlia a causa dell’abitudine del padre a travestirsi. La stessa minore aveva poi raccontato ad uno psicologo di essere stata coinvolta nei giochi sessuali, che potevano sfociare anche alla violenza. Per tutti gli imputati è stata disposta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Le contestazioni sono sempre state respinte. Appena dopo la sentenza alcuni degli imputati presenti, fuori dall’aula, hanno gridato ’non ho fatto niente, lo giuro, non ho fatto niente’.
LE INDAGINI - Le indagini scattarono nel 2001 dopo una denuncia della moglie separata di Tommaso C. che segnalava la delicata situazione in cui si era venuta a trovare la bambina a causa dell'abitudine del padre a travestirsi da donna. La stessa minore aveva poi raccontato ad uno psicologo di essere stata coinvolta nei giochi di «quegli adulti». Secondo l'accusa la bambina per due anni sarebbe stata costretta a subire le attenzioni del gruppo. Le contestazioni, comunque, sono sempre state respinte dagli imputati

"Un pedofilo mi ha rubato l'identità su Facebook"


La storia di Massimiliano, un insegnante messo alla gogna per aver molestato i suoi studenti attraverso il social network: un orco era entrato nel suo profilo e si fingeva lui. La vicenda è tra quelle raccontate nel libro "Io ti fotto", di Morello e Tecce



di Marco Morello e Carlo Tecce

"È stato un incubo, un terribile incubo". Massimiliano, a un certo punto, smette di parlare. Tiene la cornetta lontana dalla bocca, non so se stia piangendo o semplicemente si sia perso inseguendo un pensiero. Me lo immagino con gli occhi fissi in un punto, quegli stessi occhi verdi, sereni e svegli, che ho visto sul suo profilo su Facebook. Non lo ha cancellato, il suo profilo. È ancora lì, nonostante la bacheca sia bloccata e l’ultimo post, "Fai schifo, vergognati", risalga a un po’ di tempo fa. Nonostante abbia rischiato l’arresto per colpa di quelle pagine, abbia quasi perso il lavoro, gli amici e la compagna. "Il sollievo", mi aveva scritto in una mail pochi giorni prima di fissare un appuntamento telefonico, "è tutto lì, in quel quasi. Se non fosse saltata fuori la verità, ora, probabilmente, sarei in carcere. O comunque sarei tacciato per sempre dipedofilia".

Riavvolgiamo il nastro, dall’inizio: Massimiliano insegna in una scuola media nella provincia di una grande città del Nord. La sua storia non è uscita sui giornali, ci chiede tutti gli accorgimenti possibili per mantenere l’anonimato. Massimiliano ha un ottimo rapporto con i suoi studenti, che spesso lo porta ad annullare lo spazio tra la cattedra e i banchi. Si vedono fuori dall’orario scolastico per organizzare seminari, gite o assemblee, fare volontariato, semplicemente "scambiare quattro chiacchiere all’ombra di un albero". "Amo il mio lavoro", dice, "proprio perché ti permette di trasmettere qualcosa, di guidare qualcuno. Ti arricchisce enormemente, almeno l’ho sempre pensata così". 

Su Facebook Massimiliano ha tanti amici: colleghi, conoscenti, ex compagni di scuola, come tutti. Ha anche i suoi studenti, una ventina, e una sessantina di loro amici, conosciuti in feste e seminari. "Sai com’è", racconta, "non è che conosci per davvero tutti quelli che ti chiedono l’amicizia. Se un ragazzo o una ragazza di tredici, quattordici anni mi domandava di aggiungerlo potevo presumere che ci fossimo visti da qualche parte. Non è che passassi il mio tempo su Facebook, ci entravo al massimo due o tre volte a settimana, giusto per rispondere alle richieste o alle notifiche. Chi doveva dirmi qualcosa di certo non utilizzava la chat o la messaggistica interna, mi chiamava o mi scriveva. Pensi che trovavo così molesti gli avvisi di aggiornamento del social network che li avevo disattivati". In pratica se qualcuno gli mandava un messaggio privato, commentava una sua foto o scriveva sulla sua bacheca, Massimiliano non ne era informato. 

Da un giorno all’altro Massimiliano si accorge che qualcosa non va. Sente un clima pesante intorno a sé, ma proprio non riesce a immaginare da cosa possa dipendere. Gli studenti lo guardano in modo strano, qualcuno non si presenta più alle sue lezioni, quasi tutti disertano le sue attività extrascolastiche. Lui non capisce, cerca di vederci chiaro, ma dall’altra parte ottiene solo risposte a mezza bocca o imbarazzati silenzi. Marco, invece, è un ragazzo di quattordici anni, anche se sembra più grande. È uno sportivo, un nuotatore, tant’è che sul suo profilo ha messo una foto in costume, con il chiaro intento di esibire il suo fisico ben definito. Una sera Massimiliano lo contatta nella chat di Facebook. "Professore, è la prima volta che la vedo qui", scrive Marco, che frequenta un’altra sezione ma, come altri, ha avuto contatti con quell’insegnante tanto simpatico, disponibile e preparato. Chiacchiere varie sulla scuola, le materie, il calcio, il futuro. Poi il clima si fa strano, Marco non è più tranquillo come all’inizio della chiacchierata telematica: Massimiliano comincia a riempire il ragazzo di complimenti per il suo fisico, gli fa domande molto personali sulle sue esperienze sessuali, gli chiede addirittura di mandargli una foto di nudo integrale in cambio di 50 euro di ricarica sul telefonino. Quello, allora, interrompe subito la comunicazione.

Quella stessa sera un paio di amici di Facebook di Massimiliano si vedono recapitare messaggi strani, carichi di doppi sensi ammiccanti. Poche sere più tardi un altro ragazzino, stavolta della classe del professore, lo incontra in chat. I complimenti sono subito spinti, il giovane, dopo qualche reticenza, accetta di mostrarsi in cam su un servizio di messaggistica molto noto, ma non appena la accende trova nell’inquadratura un pene in erezione. La notizia stavolta si sparge in fretta, arriva alla presidenza e ai genitori del ragazzino, che parlano, a giusto titolo, di molestie e chiedono la testa di Massimiliano.

"Sono stato convocato con urgenza. Pensavano fossi un pedofilo, io non avevo idea di cosa stessero parlando. Mi sentivo mancare la terra sotto i piedi, non facevo altro che ripetere che si trattava di un errore, un assurdo errore. La mia fortuna è stata quella di trovare dei carabinieri intelligenti. Si sono resi conto che quel mio comportamento, oltre che incredibilmente stupido, sarebbe stato suicida. Mi hanno chiesto se potevano controllare il mio computer e ho acconsentito subito". Intanto la notizia è di dominio pubblico. "Mi guardavano tutti malissimo, in paese. Avevo voglia di sprofondare. È una sensazione terribile. Sapevo che non c’entravo niente con quella storia ma mi sentivo ugualmente, terribilmente a disagio. Terribilmente solo". Ancora, nessuno affronta Massimiliano a muso duro, ma la sua bacheca di Facebook, il luogo immateriale da cui tutto è partito, si riempie di insulti. "Vergognati!", "Fai schifo!", "Per quelli come te dovrebbero riaprire i campi di concentramento". E gentilezze simili.

Le connessioni a Internet in quella zona non sono tantissime, per accedere ai dati del traffico web, per fortuna, le autorità non impiegano troppo tempo. Si scopre che un computer, in gergo un altro IP, ha avuto accesso al profilo di Massimiliano. "Una persona che conosco, che per ragioni lavorative frequenta la scuola, abita in un paese vicino ed è brava con i computer. Nel suo hanno trovato di tutto: foto e filmini, oltre appunto alle tracce degli accessi alla mia pagina in quelle sere che sono stati adescati i ragazzi. Non si tratta di un insegnante, ci tengo a precisarlo", si limita ad aggiungere visto che il processo è alle battute iniziali al momento dell’intervista.

Massimiliano è stato un feticcio, la marionetta di una persona che lo ha usato per assecondare le sue pulsioni, per creare un contatto con dei ragazzi che conosceva, ma che altrimenti sarebbe stato complicato e pericoloso avvicinare. È una storia finita bene, ma che sarebbe potuta andare molto peggio. "E se non si fosse limitato a una chat? Se avesse dato appuntamento a uno degli alunni in un posto isolato con una scusa qualsiasi?" si chiede Massimiliano abbassando la voce di colpo. "Di sicuro, fidandosi di me, il ragazzo avrebbe accettato". Poi allontana la bocca del telefono e non parla più.

© Copyright 2010 Ponte alle Grazie, Adriano Salani Editore, Milano
Tratto da Marco Morello, Carlo Tecce, Io ti fotto, Ponte alle grazie, p. 224, euro 14.

Marco Morello è un giornalista catanzarese. Nato a Milano nel 1982, vive a Roma. Ha scritto per Panorama, Affari & Finanza della Repubblica, il sito web del Sole 24 Ore, il Giornale, il Corriere dello Sport, First e altri periodici. Per brevi periodi è stato anche a Rainews24 e all’agenzia Agi. Ha contribuito con racconti e inchieste a Mediocri (2008) e Peccatori (2009) di Antonello Caporale.

Carlo Tecce è un giornalista del Fatto Quotidiano e collaboratore di Micromega. Irpino, nato a Castelfranci nel 1985, vive a Roma. Ha scritto per La Gazzetta dello Sport, il Guerin Sportivo,Il Mattino e l’Unità. Ha raccontato il sistema di Raffaele Lombardo in Sicilia e i circoli sportivi romani per Mediocri (2008) e il suo terremoto e le ragazze di Papi in Peccatori (2009) di Antonello Caporale.


articolo tratto da: http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2010/11/13/io_ti_fotto_truffa_facebook.html