Statura:158
Occhi: castani
Capelli: biondi
Abbigliamento: Pantaloncini rosa, maglietta rosa e uno zaino nero con all'interno un telo da mare.
fermiamo l'abuso... lotta alla pedofilia e tutela infanzia violata - sosinfanzia@unavitasottile.org - aiutare i bambini ogni giorno davvero
TARANTO - Sara Scazzi, la quindicenne scomparsa il 26 agosto scorso ad Avetrana (Taranto), ''non aveva ne' un fidanzato ne' amori respinti: puo' esserle successa qualsiasi cosa. L'ipotesi del rapimento e' seriamente presa in considerazione, anche se non seguiamo una pista precisa''. Lo affermano i carabinieri che ormai da sei giorni sono sulle tracce della studentessa tarantina della quale non si hanno piu' notizie dalle 14.50 del 26 agosto scorso.
Quel giorno Sara e' uscita da casa ed era diretta alla vicina abitazione della cugina, Sabrina, di 22 anni, con la quale doveva andare al mare. Le due abitazioni distano circa 700 metri. A casa della cugina, Sara non e' mai arrivata: ha fatto uno squillo sul cellulare di Sabrina, il segnale convenzionale per farla scendere in strada, in una via Verdi deserta, ma poi si e' dissolta nel nulla, e il suo telefono ha smesso da allora di funzionare.
A quanto risulta ai carabinieri, che continuano ad ascoltare parenti, amici e conoscenti di Sara, la quindicenne era una ragazzina solare, che aveva amici e non avvertiva il bisogno di avere relazioni sentimentali.
E' figlia di una casalinga e di un muratore che lavora a Milano ma che nei giorni scorsi e' tornato ad Avetrana per le ferie. Ha un fratello che lavora anche lui al Nord.
Ieri, dopo la diffusione delle foto della ragazzina, sono giunte telefonate al 112 di persone che sostenevano di aver visto la giovane a Firenze, Caserta, Napoli, Grottaglie (Taranto), Francavilla Fontana (Brindisi) e Lecce. Tutte le segnalazioni sono state verificate ma di Sara nessuna traccia.
Anche oggi decine di carabinieri, con l'aiuto delle unita' cinofile e della protezione civile, perlustreranno casolari, cave, canali e pozzi di acqua alla periferia di Avetrana alla ricerca della ragazza.
Nelle ultime ore si e' deciso anche di ispezionare degli immobili mai ultimati alla periferia di Nardo', in provincia di Lecce, che dista pochi chilometri da Avetrana. Diverse persone (parenti, amici e conoscenti) saranno ascoltate nella caserma di Manduria per tentare di ricostruire gli ultimi momenti antecedenti la scomparsa della giovane che frequentava l'istituto alberghiero di Maruggio.
Al momento della scomparsa la ragazzina, alta un metro e 58 centimetri, indossava una maglietta e un pantaloncino rosa e portava in spalla uno zaino nero con all'interno un telo da mare. Sara ha i capelli biondi e gli occhi castani. Ha un fisico esile e pesa circa 40 chili.
Su Facebook e' nato un gruppo per ritrovare Sara: vi hanno finora aderito circa 3.000 persone. Telefono Azzurro partecipa attraverso il 116000, la linea telefonica per i minori scomparsi, alla ricerca. Il numero telefonico 116000, ricorda Telefono Azzurro, può essere contattato da tutti coloro che vogliano segnalare l'avvistamento o fornire notizie e indicazioni utili per il ritrovamento di Sara. L'associazione, inoltre, si rende disponibile a offrire ai familiari di Sarah sostegno specializzato e consulenza. Il 116000, attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, è gratuito e raggiungibile da telefonia fissa e mobile. Le segnalazioni ricevute dagli operatori del servizio verranno inoltrate in tempo reale alle Forze di Polizia competenti sul territorio.
AVETRANA (TARANTO) - Un gruppo di ricerca che ha superato le 1.100 persone e' stato costituito su Facebook dalla cugina di Sarah Scazzi, la ragazza di 15 anni, di Avetrana, scomparsa da quattro giorni. ''Sarah - continuano a ripetere la cugina e i genitori - non si sarebbe mai allontanata di sua spontanea volonta', non ne aveva alcuna ragione. Non era fidanzata. Non aveva litigato con nessuno''.
Amici e parenti ritengono che la ragazzina sia stata rapita. I genitori hanno denunciato la scomparsa e da giovedi' sono in corso le ricerche che finora hanno dato esito negativo. Sarah giovedi' scorso, nel pomeriggio, sarebbe dovuta andare al mare con la cugina: per questo aveva concordato che avrebbe ''fatto uno squillo'' alla cugina non appena fosse stata nelle vicinanze della sua casa e cosi' ha fatto ma non e' mai giunta a destinazione. Erano le 14 di un assolato giorno estivo e Sarah avrebbe dovuto percorrere 400 metri, la distanza che corre tra la sua casa e quella della cugina, in vico Verdi. Non vedendola arrivare, la cugina l'ha chiamata al cellulare, che risultava libero, ma non ha avuto risposta. Dopo qualche minuto, il telefonino ha squillato e qualcuno ha rifiutato la chiamata. Da allora in poi il cellulare e' risultato spento. La minorenne, che frequenta l'istituto alberghiero, e' descritta come una persona timida e molto riservata. Gli investigatori, che non escludono alcuna ipotesi, hanno diffuso la foto e il nome della ragazza su autorizzazione dei genitori. Sarah vive con la madre casalinga mentre il padre da anni lavora come muratore a Milano: in questo periodo si trova ad Avetrana per le ferie.
TELEFONO AZZURRO SI MOBILITA - Telefono Azzurro partecipa attraverso il 116000, la linea telefonica per i minori scomparsi, alla ricerca di Sarah Scazzi, la ragazza di 15 anni scomparsa giovedì scorso ad Avetrana (Taranto). Il numero telefonico 116000, ricorda Telefono Azzurro, può essere contattato da tutti coloro che vogliano segnalare l'avvistamento o fornire notizie e indicazioni utili per il ritrovamento di Sara. L'associazione, inoltre, si rende disponibile a offrire ai familiari di Sarah sostegno specializzato e consulenza. Il 116000, attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, è gratuito e raggiungibile da telefonia fissa e mobile. Le segnalazioni ricevute dagli operatori del servizio verranno inoltrate in tempo reale alle Forze di Polizia competenti sul territorio.
Sono questi alcuni dei shockanti scambi di opinioni e assurdi “consigli” che appaiono in una bacheca, sul profilo di utenti iscritti a Facebook che, in meno di 24 ore dalla sua apertura, ha raccolto 76 spaventose adesioni di gente convinta.
L’Osservatorio sui Diritti dei Minori ha denunciato i fatti e invita il ministro Maroni a un controllo piu’ rigido dei social network.
Alessandra Mussolini, presidente della Commissione parlamentare per la tutela dell’Infanzia, chiede sanzioni esemplari. “I fatti denunciati -dice all’ADNKRONOS- sono di una gravità inaudita. Come è possibile che sui social network non ci siano sistemi di controllo? Ci dovrebbero essere delle multe pesanti.
“Non è la prima volta che i bambini vengono presi di mira sul più popolare social network esistente e ciò – dice Marziale – dovrebbe indurre gli amministratori a intraprendere misure preventive volte a tutelare i minori. Nel caso in cui la prospettiva dovesse risultare sconveniente, allora tocca alle istituzioni agire per impedire che un magnifico strumento di progresso e innovazione tecnologica diventi ricettacolo permanente di offese alla dignità della persona”.
Gli idioti al mondo non finiscono mai. E uno di questi, forse per scacciare la noia di ferragosto, 2 giorni fa ha aperto un “simpatico” gruppo dal titolo “Uccidiamo i Bambini“. Con la scusa assurda che i bambini urlano, strillano, o come dice il fondatore stesso “Possibile che tutti i bambini, o comunque il 99% di essi, siano assolutamente incapaci di non urlare, di non correre come assatanati e di stare zitti?”
Naturalmente il popolo non è stato in silenzio e subito si è mobilitato, ma per insultare il suddetto idiota si sono tutti iscritti al gruppo: ed ecco che il numero degli iscritti aumenta. Perché vengono fatte queste cose? Probabilmente per raggiungere popolarità su Facebook, reduci del caso mediatico scatenato dal gruppo “Facciamo il tiro al bersaglio coi Bambini Down” o altri simili cattivi esempi.
Ma come fare, purtroppo, per fermarli? Chi promette denunce, chi galera, lavori forzati… di fatto, poi, non succede mai nulla. E queste cose oscene continuano a susseguirsi.
FOGGIA - Una donna di 33 anni, Anna Perrucci, e' stata uccisa la notte scorsa a colpi di pistola da uno sconosciuto che le ha sparato mentre si trovava per strada in via Torino a Cerignola.
Uno dei proiettili ha colpito la figlia di un anno e mezzo che e' stata trasportata in ospedale e operata. Le sue condizioni non sono gravi.
Perrucci e' stata ferita al torace da proiettili 7,65 ed e' morta durante il trasporto in ospedale. Indagano gli agenti del Commissariato di Cerignola e della squadra mobile di Foggia, che nella notte hanno sentito una ventina di persone.
Sembra che l'omicidio sia maturato a causa di contrasti di natura privata.
Anche se mancano segni fisici, non mancheranno certamente i segni psicologici.
Le conseguenze dell’abuso riguardano funzioni psicologiche ed adattive quali l’organizzazione del Sé, la regolazione degli affetti, lo sviluppo dei pattern di attaccamento, lo sviluppo dell’autostima, le relazioni con i coetanei e l’adattamento sociale. Gli esiti clinici dell’abuso e della trascuratezza risultano variabili ed incostanti e si manifestano in funzione dei fattori di rischio e protettivi presenti nel soggetto e nell’ambiente familiare e sociale, interpretabili alla luce della psicopatologia dello sviluppo.
Per dare alcuni riferimenti agli operatori sul campo e a neo genitori che si trovano purtroppo in situazioni di questo tipo riportiamo di seguito alcuni indicatori di cambiamento comportamentale che si caratterizzano clinicamente per essere tipici, sebbene non costituenti prova certa ed assoluta, per i casi di abuso:
FINO A 6 ANNI DI ETA':
- Disturbi del sonno
- Disturbo condotte alimentari
- Lamentele per dolori fisici (cefalea, dolori addominali)
- Preoccupazioni insolite
- Paure immotivate
- Rifiuto nel mostrare il corpo nudo
- Esplosioni emotive improvvise (pianto, crisi di rabbia, mutismo)
- Isolamento familiare/sociale
- Aggressività contro adulti/coetanei
- Autolesionismo
- Interesse sessuali e comportamentali sessualizzati inappropriati all'età
- Particolari caratteristiche del gioco
DAI 6 ANNI IN POI:
- Disturbi del sonno
- Disturbo condotte alimentari
- Lamentele per dolori fisici (cefalea, dolori addominali)
- Preoccupazioni insolite
- Paure immotivate
- Rifiuto o compiacenza nel mostrare il corpo nudo anche in situazioni mediche, reattività al contatto fisico
- Esplosioni emotive improvvise (pianto, crisi di rabbia, mutismo)
- Aggressività contro adulti/coetanei
- Autolesionismo
- Interessi sessuali inappropriati all'età, masturbazione compulsiva, comportamenti sessuali promiscui
- Passività, inibizione del pensiero
- Depressione, isolamento
- Difficoltà scolastiche
- Oppositività, provocatorietà
Presto in Svizzera potrebbe essere indetto un referendum volto a reintrodurre la pena di morte per i delitti a sfondo sessuale compiuti da pedofili. Per poterlo indire devono essere raccolte 100mila firme entro il 24 febbraio del 2012, come stabilito ieri a Berna dalla Cancelleria federale che, in questo modo, ha dato il via libera all'iniziativa.
n Svizzera la pena di morte è stata abolita nel 1942. Ma ora a favore del ripristino della pena capitale c'è un comitato guidato da Marcel Graf, il quale ha spiegato di aver sofferto, nella sua vita, per l'uccisione di un bambino da parte di un maniaco. Graf è un informatico di 35 anni che vive a Knonau, nel Canton Zurigo, e ha deciso di intraprendere questa battaglia.
e Graf riuscirà a raccogliere tutte le firme necessarie per tempo, la questione passerà alParlamento elvetico al quale toccherà esprimere il proprio parere. Ma alcuni costituzionalisti hanno avanzato delle critiche. Come si legge su La Repubblica, il docente di Diritto pubblico all'università di Zurigo Georg Müller ha affermato che l'eventuale esame del potere legislativo arriverà troppo tardi. Müller ha spiegato: 'Quando 100mila persone hanno firmato un testo la pressione sul Parlamento è troppo grande per indurlo a dichiararlo nullo'. Bisogna inoltre ricordare che la Confederazione, aderendo alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, si è impegnata a 'rinunciare alla pena capitale in tempo di pace come di guerra. In molti, dunque, sperano che non vengano raggiunte le 100mila firme.
L'uomo è stato arrestato dai Carabinieri
Ha tentato di rapire una ragazzina di 13 anni, probabilmente per fini sessuali, ma e' stato sorpreso dalla reazione decisa dell'amica quattordicenne dell' adolescente, e' fuggito e alla fine e' stato arrestato dai carabinieri.
Vicenza,
Ha tentato di rapire una ragazzina di 13 anni, probabilmente per fini sessuali, ma e' stato sorpreso dalla reazione decisa dell'amica quattordicenne dell' adolescente, e' fuggito e alla fine e' stato arrestato dai carabinieri.
L'episodio e' avvenuto a Montecchio Maggiore (Vicenza), protagonista un camionista serbo, Zoran Petrovic, 37 anni, dipendente di una ditta di trasporti del vicentino, che a bordo del suo furgone di colore bianco aveva tentato di sequestrare la giovane mentre con l'amica camminava su una strada del centro di Monteccchio.
L'uomo le ha affiancate con il mezzo pesante, poi ha tagliato loro la strada e sceso dal furgone si e' avventato sulla 13enne, prendendola al collo e cercando di portarla a bordo. Non si aspettava che l'altra ragazzina reagisse cosi' decisamente, lanciandosi sulle sue spalle per bloccarlo.
Il serbo ha tentato di divincolarsi, picchiando con calci e schiaffi le due ragazze, infine e' risalito sul furgone ed e' partito a tutta velocita'. Alla scena ha assistito un passante, che ha chiamato immediatamente il 112.
Confrontando le descrizioni dell'uomo e le altre informazioni, i militari della compagnia di Valdagno sono giunti in breve tempo a Montebello, alla casa del camionista, sposato e padre di alcuni figli. L'uomo e' stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria con l'accusa di tentato sequestro di persona.
Zoran Petrovic
VICENZA - I Carabinieri della Compagnia di Valdagno, unitamente a quelli della Stazione di Montecchio Maggiore, nel corso della notte hanno sottoposto a fermo di polizia giudiziaria un cittadino serbo residente a Montebello Vicentino (Vicenza). L’uomo, Zoran Petrovic, 37 anni, dipendente di una ditta di trasporti del vicentino, dopo aver individuato la vittima che si aggirava per le vie del paese insieme ad una coetanea, si è fermato con il suo furgone davanti alle ragazzine, ha aperto il portellone laterale del mezzo ed ha afferrato per il collo una delle due, tentando di caricarla sull’automezzo.
Il provvidenziale intervento dell’amichetta che, benché comprensibilmente impaurita, ha cercato di difendere la vittima, ha fatto desistere l’aggressore. L’uomo infatti, dopo aver colpito le due ragazzine con schiaffi e spintoni, si è allontanato velocemente a bordo del suo mezzo. Sul posto sono immediatamente intervenute tutte le pattuglie presenti in zona ed anche i carabinieri del Nucleo Operativo di Valdagno. Unitamente ai colleghi in divisa, hanno analizzato tutte le tracce lasciate dall’uomo sul luogo della tentata violenza e, nel tardo pomeriggio, sono riusciti ad individuarlo. Essendoci gravi indizi di colpevolezza, nel corso della notte l’uomo è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria.
Roma, il carcere di Regina Coeli
ROMA - Tre romeni di 20, 21 e 30 anni sono stati arrestati per violenza sessuale aggravata ai danni di una loro connazionale di 12 anni. Il fatto è accaduto all'interno di un immobile abbandonato e occupato abusivamente da alcune famiglie di immigrati, in piazzale della stazione Tuscolana.
L'AGGRESSIONE. I tre giovani, appena hanno visto che i genitori della ragazzina stavano uscendo, si sono avventati sulla vittima per trascinarla in un angolo e cercare di violentarla. Ma le grida della 12enne sono state avvertite dai familiari, che rientrati nella palazzina si sono avventati sugli aggressori. Nella colluttazione, che ha causato l'intervento di Carabinieri e Polizia, la madre della minore è rimasta ferita. Due dei giovani romeni, per evitare l'arresto, si sono procurati delle lesioni con un'arma da taglio. Ma lo stratagemma non è servito e sono stati arrestati insieme al terzo aggressore e condotti presso il carcere di Regina Coeli.
ON LINE. La piaga della pedofilia è particolarmente visibile sulla rete. L'ennesimo sito web di pedofili contenente immagini di 390 bambini diversi sottoposti ad abusi sessuali da 10 uomini e da 2 donne è stato denunciato alla polizia postale e delle comunicazioni di Catania dall'associazione Meter di don Fortunato Di Noto. Tra le vittime anche anche neonati e bambini che mostrano un'età tra i 2 e i 9 anni. I minori, spesso legati e imbavagliati, in molte fotografie appaiono ritratti in cabine di stabilimenti balneari e camere d'albergo di paesi meta del così detto turismo sessuale. Da giugno a oggi, Meter ha denunciato in totale 1.560 siti pedofili.
L'associazione di don Di Noto denuncia altre violenze sui minori
Avola - Ancora abusi sui minori quelli scoperti on line dall'associazione avolese Meter di don Fortunato Di Noto. I contenuti nella BBS pedofila denunciata oggi alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania sono sconvolgenti e vedono quali vittime 390 bambini. I loro carnefici sono 10 adulti, tra questi anche due donne, che a viso aperto abusano di questi bambini di età compresa tra i 2 e i 9 anni, legati e imbavagliati, in alcuni, ed è terrificante, coinvolti anche dei neonati. Tutto materiale di prima mano e di recente produzione.
"Non è solo un bollettino - fanno sapere da Meter - ma il dramma che anche in estate i bambini subiscono. Non a caso molte foto di violenze e abusi hanno come location cabine di stabilimenti balneari e hotel dei paradisi sessuali con bambini del luogo coinvolti”.
A tuttoggi sono 1560 i siti pedofili denunciati dal mese di giugno. Decine i casi, in questa estate, segnalati ai servizi sociali e alla autorità giudiziarie di situazioni di disagio, maltrattamento e abusi che sono pervenute al numero verde nazionale. I volontari e i coordinatori di Meter non sono mai andati in vacanza, e come sempre in maniera del tutto gratuita, hanno continuato a garantire un servizio attento e premuroso delle situazioni di disagio dei bambini.
La vigilanza sul web e la raccolta delle segnalazioni al numero verde nazionale 800 455270 rimasto sempre attivo ne è la riprova affinchè anche un solo bambino possa essere aiutato e sostenuto.
Uno degli arrestati, un 31enne, aveva chiesto ad un agente che si era finto genitore se avesse figli piu' piccoli, e quando il suo interlocutore ha risposto di avere una figlia di 8 anni, il presunto pedofilo si e' dichiarato disponibile ad avere rapporti sessuali con la bambina. Altri, ha riferito la polizia, hanno inviato loro immagini pornografiche e hanno specificato con dovizia di particolari cosa volevano dai rapporti con i bambini. Alcuni uomini, ha raccontato ancora la polizia, si sono presentati all'appuntamento con i preservativi in una mano e alcune barrette di cioccolata nell'altra. Un poliziotto e' rimasto choccato quando ha scoperto che uno degli arrestati, un 33enne, era stato l'allenatore di baseball di suo figlio quando il bambino aveva 8-10 anni. Gli arrestati sono persone tra i 18 e i 67 anni. Sei sono sposati e uno e' padre di sei figli. La Fox ha pubblicato i nomi di alcuni arrestati. Uno di essi in una telefonata ha dichiarato che avrebbe aspettato anche tutta la vita pur di fare sesso con una dodicenne e con sua madre. Un altro, un 32enne, si era vantato di aver avuto rapporti sessuali a 16 anni con una bambina di 8 e a 21 con una di 12.
La polizia della Florida ha arrestato 15 uomini che avevano cercato di avere rapporti sessuali con minorenni, concordati con i presunti genitori dei ragazzini. Dodici di loro, ha raccontato la "Fox" avevano risposto ad inserzioni su un giornale in cui genitori cercavano "una guida" per i loro figli di età tra i 10 e i 14 anni. Gli altri tre arrestati avevano combinato gli appuntamenti in chat. I pedofili sono stati adescati da alcuni agenti.